Immobili all’estero, svolta globale contro l’evasione: al via la rete di 25 Paesi per la trasparenza

Immobili all’estero, svolta globale contro l’evasione: al via la rete di 25 Paesi per la trasparenza

Entro il 2030 sarà operativo un nuovo sistema di scambio automatico di dati tra 25 Paesi, Italia inclusa, per monitorare proprietà immobiliari all’estero e combattere l’evasione. Un cambio di passo che promette maggiore equità e collaborazione tra Stati.

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Photo by Yamu_Jay – Pixabay

Il 4 dicembre, un gruppo di 25 Paesi ha firmato una dichiarazione congiunta per istituire un sistema di scambio automatico di informazioni fiscali sugli immobili posseduti all’estero. Tra i firmatari figurano l’Italia e diversi grandi Paesi europei, come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, oltre a nazioni extraeuropee come Brasile, Sudafrica, Corea del Sud e Nuova Zelanda.

L’obiettivo è chiaro: smascherare i patrimoni nascosti e monitorare i redditi da locazione non dichiarati, inclusi quelli provenienti da affitti brevi e temporanei. Un’iniziativa che si propone di colmare un vuoto normativo e di rafforzare la cooperazione tra le autorità fiscali, in un’epoca in cui i confini economici sono sempre più sfumati.

Ispirazione dai sistemi bancari e digitali: ora tocca agli immobili

Questo nuovo progetto si inserisce sulla scia di strumenti già collaudati come il Common Reporting Standard (CRS), che ha rivoluzionato la condivisione di dati bancari, e il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), pensato per monitorare gli asset digitali. Entrambi hanno aumentato la trasparenza fiscale e reso più difficile nascondere ricchezze all’estero.

Con il nuovo focus sugli immobili, il sistema permetterà di condividere informazioni precise su titolarità, ubicazione e redditività delle proprietà estere. Una svolta attesa da tempo, che mira a superare le attuali lacune e rendere più difficile aggirare i controlli attraverso il possesso immobiliare all’estero.

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Photo by TierraMallorca – Pixabay

L’OCSE al centro del progetto: obiettivo 2030

L’iniziativa prende forma sotto l’egida dell’OCSE, con un quadro normativo denominato International Property Information Multilateral Competent Authority Agreement (IPI MCAA). L’attivazione del sistema è prevista tra il 2029 e il 2030, ma le basi operative sono già in fase avanzata di definizione.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha confermato l’intenzione di adottare standard comuni per lo scambio di dati, rafforzando la lotta all’evasione e tutelando i contribuenti che agiscono in modo trasparente. È previsto un allargamento progressivo della rete, per coinvolgere altri Stati e creare un sistema realmente globale.

Italiani con casa all’estero: cosa aspettarsi

Per chi possiede immobili oltre confine, la stretta non è una sorpresa. In Italia, il quadro RW della dichiarazione dei redditi impone già l’obbligo di segnalare proprietà estere, insieme al pagamento dell’IVIE. L’Agenzia delle Entrate è in grado di incrociare i dati ricevuti con quelli dichiarati, attivando controlli in caso di discrepanze.

Con il nuovo sistema, però, i controlli saranno più rapidi e precisi. Anche piccole omissioni potranno far scattare verifiche automatiche, con sanzioni fino al 25% del valore dell’immobile non dichiarato. Un’evoluzione che spinge verso una maggiore trasparenza, in un contesto dove la collaborazione tra Stati diventa la vera arma contro l’evasione.