Glossario di organizzazione aziendale- K
Tutti i termini del glossario glossario di organizzazione aziendale che iniziano con la lettera K dell’alfabeto.

KIBS – Knowledge Intensive Business Services
I KIBS (Knowledge Intensive Business Services) rappresentano l’insieme di servizi ad alto contenuto di conoscenza che supportano le imprese nei loro processi decisionali, organizzativi e innovativi. Questi servizi si fondano su competenze professionali avanzate e sulla capacità di generare, trasferire e applicare conoscenza specialistica a contesti aziendali complessi.
Ne fanno parte attività come:
- la consulenza di direzione e management,
- i servizi legali e fiscali,
- la consulenza informatica e tecnologica,
- il supporto nella gestione dell’innovazione e nei processi di trasformazione digitale.
I KIBS svolgono un ruolo chiave nei moderni sistemi economici, contribuendo allo sviluppo delle competenze organizzative, al miglioramento della performance e alla competitività delle imprese clienti. In un contesto in cui la conoscenza è una risorsa strategica, questi servizi diventano abilitatori fondamentali di valore e cambiamento.
KPI – Key Performance Indicators
I KPI (Key Performance Indicators) sono strumenti fondamentali per misurare, monitorare e valutare le prestazioni aziendali nei punti nevralgici dell’organizzazione. Servono a trasformare la visione strategica in obiettivi misurabili, consentendo una gestione orientata ai risultati.
Tra i principali KPI possiamo citare:
- il ROS (Return on Sales) e il ROI (Return on Investment),
- il tasso di produttività del lavoro,
- il livello di qualità del prodotto (tasso di difettosità),
- la capacità di risposta a criticità o emergenze,
- la fidelizzazione dei clienti strategici,
- il tasso di innovazione,
- l’efficienza dei processi interni.
I KPI non sono semplici numeri: rappresentano una lettura approfondita delle dinamiche aziendali, e guidano le decisioni manageriali attraverso dati oggettivi. Tuttavia, devono essere scelti con cura e aggiornati in funzione dei cambiamenti organizzativi e di mercato.
Knowledge Extended Company
La Knowledge Extended Company è un modello organizzativo che si basa sulla valorizzazione, condivisione e moltiplicazione della conoscenza, sia all’interno dell’azienda sia nella rete più ampia in cui essa opera, come i distretti industriali, i consorzi o le filiere produttive.
In questa visione, l’impresa non è più un’entità chiusa, ma un sistema aperto e dinamico in grado di:
- integrare saperi diffusi, provenienti da dipendenti, partner, fornitori, clienti e collaboratori esterni,
- gestire in modo strategico le competenze per affrontare le sfide della complessità, dell’innovazione continua e della competitività globale,
- collaborare attivamente all’interno di reti di conoscenza, anche grazie all’uso estensivo delle tecnologie digitali.
Le ICT, il cloud computing, le piattaforme collaborative e il web rappresentano strumenti essenziali in questo contesto, ma da soli non bastano: occorrono persone motivate, formate e orientate alla condivisione per rendere effettiva e produttiva questa estensione della conoscenza.
Know-How
Il termine know-how indica il sapere pratico e tecnico, ossia la conoscenza operativa necessaria per svolgere con competenza una determinata attività o processo. Non si tratta solo di conoscenze teoriche, ma soprattutto della capacità di applicare tali conoscenze in modo efficace nel contesto lavorativo.
Il know-how può riguardare:
- tecnologie produttive,
- procedure gestionali,
- metodi artigianali tramandati nel tempo,
- esperienze operative e soluzioni consolidate,
- abilità individuali e di gruppo all’interno dell’organizzazione.
In ambito aziendale, il know-how è spesso considerato un asset intangibile strategico, in quanto non facilmente replicabile o trasferibile. Proteggerlo, valorizzarlo e trasmetterlo è fondamentale per garantire continuità, qualità e innovazione nei processi produttivi e gestionali.
Knowledge Management
Il Knowledge Management (KM) è l’insieme di pratiche, strumenti e processi finalizzati a identificare, raccogliere, organizzare, condividere e valorizzare le conoscenze presenti in un’organizzazione. L’obiettivo è trasformare la conoscenza, implicita o esplicita, in valore concreto per l’azienda, promuovendo comportamenti e decisioni più informate ed efficaci.
Spesso erroneamente ridotto a un insieme di strumenti informatici (come banche dati o intranet), il KM è in realtà una cultura organizzativa diffusa che:
- riconosce il valore del sapere individuale e collettivo,
- promuove la collaborazione e la comunicazione tra i membri dell’organizzazione,
- crea ambienti favorevoli all’apprendimento continuo,
- sviluppa metodi per trasferire il know-how tra generazioni o ruoli diversi.
Le tecnologie digitali (ICT, cloud, piattaforme collaborative) sono un supporto importante, ma non sostituiscono le dinamiche umane e culturali che rendono davvero efficace una strategia di knowledge management.
Knowledge Workers
I Knowledge Workers, o lavoratori della conoscenza, sono coloro che producono, elaborano, gestiscono e applicano conoscenza nel contesto lavorativo, contribuendo direttamente alla generazione di valore intellettuale.
Questa categoria comprende:
- i professionisti altamente specializzati (ingegneri, analisti, avvocati, medici, consulenti),
- i manager,
- i ricercatori,
- gli sviluppatori,
- ma anche collaboratori esterni e coworker che apportano saperi e competenze specifiche.
I knowledge workers si distinguono per la loro capacità di:
- analizzare problemi complessi,
- prendere decisioni basate su dati e competenze,
- innovare processi, prodotti e modelli di business,
- comunicare e condividere conoscenza in contesti multidisciplinari.
In un’economia sempre più fondata sull’informazione e sull’innovazione, la valorizzazione dei knowledge workers diventa una leva strategica di competitività e crescita sostenibile per le imprese e per il sistema produttivo nel suo complesso.