Ismea Rivela: L’Agroalimentare Italiana è il 15% del PIL

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Ismea Rivela: L’Agroalimentare Italiana è il 15% del PIL

Il settore agroalimentare italiano si riconferma protagonista assoluto nell’economia del nostro paese, incassando un posto di rilievo nel panorama europeo e mondiale. Scopriamo insieme i numeri di questo successo e le sfide che ancora deve affrontare secondo il recente rapporto Ismea.

Dall’ultimo rapporto presentato dall’Ismea emerge che il comparto agroalimentare italiano contribuisce per il 15% al Prodotto Interno Lordo nazionale. Questo settore si distingue nettamente per le sue eccellenti performance, tanto da far primeggiare l’Italia per il valore aggiunto agricolo all’interno dell’Unione Europea, con una cifra impressionante di 44,4 miliardi di euro. Non meno importanti, l’industria alimentare italiana si posiziona saldamente al terzo posto in Europa, dietro solamente a Germania e Francia, raggiungendo i 38 miliardi di euro. Infine, il belpaese viene riconosciuto a livello mondiale per il primato di prodotti Dop e Igp, con circa 900 registrazioni.

Una Crescita Impressionante

Il rapporto dell’Ismea non si ferma solo ai grandi numeri generali, ma esplora anche l’incremento del reddito agricolo, che si è registrato in crescita del 9,2% nel 2024, una delle percentuali più alte a livello continentale. Tale aumento segue quello ancora più marcato dell’11,7% dell’anno precedente. Questo scenario roseo si estende anche all’occupazione nel settore agricolo: nel 2024 si sono contati circa un milione di lavoratori, segnando un incremento dello 0,7% rispetto al 2023. Anche gli investimenti privati non sono da meno, totalizzando 10,6 miliardi di euro, e portando la produttività agricola italiana a superare la media europea con 46.300 euro di valore aggiunto per addetto.

Sfide Globali all’Orizzonte

Il vento favorevole dell’export, che ha lambito i 70 miliardi di euro nel 2024, continua a soffiare sulla vela del settore agroalimentare italiano, con una crescita delle esportazioni del 5,7% nei primi nove mesi del 2025. Tuttavia, qualche nube all’orizzonte potrebbe alterare questo panorama. I dazi imposti dagli Stati Uniti, ad esempio, rappresentano una sfida significativa. L’Ismea calcola che il settore debba sostenere un dazio medio aggiuntivo del 12,9% da parte degli USA, un costo che genera incertezza. Il direttore generale dell’Ismea, Dario Marchi, esprime preoccupazione per le fluttuazioni che tali gravami possono causare nei mercati, creando oscillazioni e speculazioni.

Un Impegno Costante per il Futuro

I dati, raccontati con entusiasmo dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, riflettono il forte sostegno governativo rivolto al settore primario. Negli ultimi tre anni, sotto la guida dell’esecutivo, sono stati stanziati 15 miliardi di euro per il supporto delle filiere, l’innovazione e l’incremento dell’occupazione giovanile. Un ulteriore slancio arriva dal Pnrr agricolo, con risorse del Masaf salite da 3,6 a 8,9 miliardi di euro. Tra le misure più importanti, il Fondo contratti di filiera ha ricevuto un incremento di 2 miliardi, raggiungendo una dotazione di 4 miliardi di euro complessivi.

“Nonostante un periodo di instabilità internazionale, i numeri sono straordinari e i nostri primati continuano a crescere”, afferma con orgoglio Livio Proietti, presidente di Ismea. Con una filiera solida e reattiva, il progetto agroalimentare italiano non solo regge le turbolenze esterne, ma continua ad affermarsi sui mercati globali, dimostrando che la tradizione, la qualità e l’innovazione possono coesistere in perfetta armonia.

Fonte: www.ilsole24ore.com