Frederick Taylor

TESTO

Si Pose il problema del porre ordine inserendo una struttura programmata in grado di funzionalizzare le forze produttive ai fini del profitto. Grazie a lui è nella fabbrica che nasce l’organizzazione aziendale perché per il suo funzionamento vi erano tre fondamentale bisogni da soddisfare:

  1. Divisione dei lavori;
  2. Selezionamento dei lavoratori in base alle funzioni;
  3. Definire un nuovo rapporto uomo-macchina.

Per Taylor il massimo della prosperità è raggiungibile solo basandosi sull’organizzazione funzionale o secondo compiti (task management). Ogni lavoratore deve avere un compito da svolgere in un determinato tempo; nasce il principio della specializzazione operaia. Lavoro umano e processo produttivo devono impostarsi con metodo scientifico; il lavoratore si successo verrà premiato con incrementi salariali.

Prende corpo il processo di razionalizzazione in fabbrica secondo cui:

  1. Ci vuole un ufficio di programmazione del personale;
  2. Si necessita di tariffe differenziali perché il lavoro è diviso in compiti specialistici;
  3. Vale il principio di eccezione (un capo non si deve dedicare a compiti di un subordinato salvo il verificarsi di casi particolari o eccezionali);
  4. Il processo di produzione deve essere programmato secondo uno schema (flussi di input e output);
  5. Bisogna dotarsi di strumentazioni che permettano di risparmiare tempo;
  6. Bisogna monitorare la formazione del costo del prodotto;
  7. Ad ogni lavoratore deve corrispondere una scheda presso l’ufficio del personale.

Taylor lascia trasparire un principio di fabbrica burocratizzata dove tutto converge sul sistema e tutto marginalizza l’uomo. La chiave di volta di una gestione aziendale vincente è costituita dall’applicazione di un metodo scientifico. Taylor attribuisce all’attività direttiva il concetto di divisione funzionalizzazione del lavoro aziendale. La formula imprenditoriale di successo si basa su due assi fondamentali:

  • Condizioni di equilibrio delle relazioni interpersonali endogene (equilibrio organizzativo);
  • Condizioni di equilibrio delle relazioni inter organizzative.

Negli anni 30 del XX secolo si assiste ad un’immensa espansione delle fabbriche e quindi il sorgere del problema della gestione della complessità aziendale, interna ed esterna. Nascono le funzioni vendita, approvvigionamento, ricerca e sviluppo, contabilità e bilancio.

Il problema della gestione della complessità aziendale si distingue in due momenti ideali:

  1. Differenziazione delle operazioni aziendali in unità organizzative di fabbrica, ufficio e direzione;
  2. Integrazione del lavoro diviso che implica la progettazione e costruzione di un assetto interno razionale (struttura organizzativa) e l’identificazione di principi scientifici di direzione generale.

Nasce l’esigenza di separare la funzione di governo dalla funzione di direzione. La prima infatti indirizza in sistema verso i suoi fini (soggetto economico oppure SE); la seconda presiede alle attività di progettazione della struttura organizzativa e alle attività di coordinamento delle operazioni aziendali collaborando con il Soggetto Economico.