Le obbligazioni

Classificazione per tipologia di emittente

Classificando le obbligazioni per tipologia di emittente troviamo:

– titoli di Stato (emittente: Stato): nel nostro Paese sono BOT, CTZ, BTP, CCT;

– Corporate Bond (emittente: società): all’interno di questa categoria troviamo diversi tipi di obbligazioni che si differenziano tra loro sia per caratteristiche tecnico – finanziarie sia, soprattutto, per il rating dell’impresa emittente. Tra i soggetti non pubblici, riveste un ruolo importante l’emittente bancario, tanto che spesso si tende a distinguere il comparto delle obbligazioni bancarie. Le obbligazioni bancarie sono poco consuete dal punto di vista della struttura finanziaria: spesso assumono le caratteristiche delle obbligazioni strutturate (una combinazione di obbligazioni e derivati). Questo strumento, che veniva sempre prezzato a svantaggio del risparmiatore finale, fortunatamente oggi è sempre meno utilizzato dalle banche italiane;

– obbligazioni internazionali: la classificazione per tipologia di emittente non è proprio corretta per questa categoria ma era il modo migliore per inserirla. Le due tipologie precedenti facevano riferimento a operazioni pensate prevalentemente per i mercati domestici, mentre queste fanno riferimento ai mercati internazionali. L’elemento qualificante, in questo caso, non è chi emette, ma come e dove si emette. Troviamo due tipi principali di obbligazioni internazionali: gli Eurobonds e i Foreign bonds. Gli Eurobonds sono obbligazioni emesse prevalentemente, se non esclusivamente, al di fuori del Paese in cui la valuta di denominazione ha corso regale. Per fare un esempio esplicativo, possiamo pensare a obbligazioni denominate in dollari che, all’emissione, vengono collocate prevalentemente al di fuori degli Stati Uniti. L’emittente può essere statunitense così come di qualsiasi altro Paese; ciò che conta è che gli investitori acquistano un titolo denominato in valuta diversa da quella del proprio Paese. Questo strumento è caratterizzato dal fatto di essere soggetto alla normativa internazionale: se un’obbligazione in dollari viene piazzata al di fuori degli Stati Uniti, è abbastanza logico pensare che non seguirà la legge americana. La legge che viene seguita con riferimento a questo strumento, spesso, è la legge del Lussemburgo, che semplifica notevolmente l’emissione di questi titoli. I Foreign bonds, invece, sono obbligazioni emesse da un singolo prenditore straniero su un singolo mercato domestico e denominate nella valuta di quel mercato. Per fare un esempio, possiamo pensare a un’impresa italiana, che emette titoli in Gran Bretagna in sterline. Se non fosse per l’emittente si tratterebbe di normali operazioni domestiche, perciò si segue la legge del Paese di emissione. Nel corso degli anni sono stati emessi tanti tipi di Foreign bonds e, in alcuni Paesi, con una certa regolarità: si parla di Yankee bonds per indicare i Foreign bonds emessi negli Stati Uniti; si parla di Samurai bonds per indicare le emissioni in yen sul mercato giapponese da parte di prenditori stranieri; recentemente è stato coniato il termine Dim Sum bonds per indicare le obbligazioni in yuan emesse sul mercato cinese da prenditori stranieri.

La classificazione per emittente è importante di per sé, ma ci da poche informazioni sul fronte valutario. Bisognerà quindi procedere a ulteriori classificazioni basate maggiormente sulla struttura.