L’equifinalità d’azienda

I caratteri d’azienda, e quali l’unità, l’autonomia, la durabilità e la dinamicità, rappresentano i tratti tipici attribuiti alla stessa azienda dalla dottrina economico – aziendale classica e moderna. Da alcuni anni, tuttavia, gli studiosi di economia aziendale hanno riconosciuto all’azienda un ulteriore carattere, rappresentato dall’equifinalità, che sintetizza l’attitudine della data azienda a conseguire le stesse situazioni finali partendo da combinazioni produttive, commerciali o distributive differenti, e, quindi, combinando variamente capitale e lavoro. Il concetto di equifinalità non è stato coniato, tuttavia, dagli economisti d’azienda, bensì ha radici nelle scienze biologiche e fisiche, ove, più in particolare, essa rappresenta una proprietà attribuibile ai sistemi cosiddetti “aperti“.

Ricordiamo, al riguardo, che un sistema si considera aperto nel momento in cui tra il complesso degli elementi interagenti che lo compongono e l’ambiente circostante avvengono degli scambi di “materia”, di “energia”. Questi sistemi si contrappongono ai sistemi cosiddetti “chiusi“, ove avvengono relazioni di interazione soltanto tra le parti costituenti il sistema stesso, ma non tra esse e l’ambiente esterno. Le aziende sono per loro natura, chiaramente, dei sistemi aperti. Basti pensare al momento in cui esse acquisiscono al loro interno uomini, mezzi tecnici, capitali finanziari e informazioni (processo di immissione, ossia input di materia/energia dall’ambiente), che vengono variamente combinati (processo di trasformazione della materia) per ottenere dei prodotti/servizi destinati ad essere collocati sul mercato (output verso l’ambiente esterno).

Anche nell’azienda, dunque, come in tutti i sistemi aperti, è operante il carattere dell’equifinalità, ovvero la capacità di raggiungere un determinato obiettivo partendo da diversi stati iniziali, e seguendo percorsi differenti. Ad esempio, uno stesso obiettivo di redditività può essere raggiunto da imprese con un differente impiego di impianti e risorse umane disponibili. Se per ipotesi la data impresa realizza un dato risultato positivo impiegando impianti e risorse umane, rispettivamente, nella misura del 60% e del 40%, si  avrebbe equifinalità se quel risultato fosse conseguito utilizzando una diversa combinazione di quei fattori, ad esempio rispettivamente del 70% e del 30%.