Tutto sull’IVA. Cos’è l’IVA, quando si paga e non si paga, quanto è in Italia e all’estero, quando è aumentata

Tutto sull’IVA. Cos’è l’IVA, quando si paga e non si paga, quanto è in Italia e all’estero, quando è aumentata

Cos’è l’IVA e perché si chiama Imposta sul Valore Aggiunto ?

IVA è un acronimo che sta per Imposta sul Valore Aggiunto. Si applica per la cessione di beni o servizi, purché non rientranti tra quelli esenti , operate sul territorio nazionale. SI parla di “valore aggiunto” perché , incidendo solo sul consumatore finale, ciascuna impresa che agisce nelle singole fasi di distribuzione o produzione deve a sua volta pagare l’IVA su quanto vende e “scaricare” l’IVA su quanto acquista. Pertanto la parte su cui si paga la tassazione è , per gli attori intermedi, solo sul valore aggiunto che riguarda quel singolo passaggio. Per le imprese si è soliti dire che l’IVA è una partita di giro.

L’IVA è un’imposta diretta o indiretta ?

L’IVA si dice imposta indiretta perché non dipende dalla capacità contributiva del contribuente, ma solo dai suoi consumi. L’IVA infatti è un classico esempio di imposta sui consumi. Come detto in precedenza , viene pagata interamente solo dal consumatore finale, mentre per le imprese intermedie delle fasi di produzione e distribuzione del bene o del servizio è una “partita di giro” , ovvero : l’impresa paga allo stato l’IVA su quanto viene venduto e “scarica” l’IVA su quanto acquistato. La differenza che viene pagata è quindi solo sul “valore aggiunto”.

Quando si paga l’IVA ?

L’IVA si paga con F24 con cadenza mensile o semestrale a seconda delle aziende :

  • per chi ha la liquidazione IVA mensile, si paga entro il 16 del mese successivo
  • per chi la la liquidazione IVA trimestrale, si paga entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre. Pertanto :
    • 16 Maggio per il 1° trimestre ( Gennaio , Febbraio, Marzo ) .
    • 20 Agosto per il 2° trimestre ( Aprile, Maggio, Giugno ) . In questo caso è considerata una proroga di 4 giorni rispetto al 16 Agosto in considerazione del ferragosto e dell’impossibilità di pagare gli F24 nei giorni festivi.
    • 16 Novembre per il 3° trimestre ( Luglio, Agosto, Settembre )
    • 16 Marzo per il 4° trimestre ( Ottobre, Novembre, Dicembre ). Per l’ultimo trimestre la scadenza è diversa ( 16 Marzo anziché 16 Febbraio ) perché il 16 Marzo è prevista la dichiarazione IVA annuale.

Quanto si paga di IVA in Italia ?

Attualmente ( Novembre 2019 ) in Italia ci sono 3 aliquote IVA :

  • aliquota IVA minima al 4% per i beni di prima necessità ;
  • aliquota IVA ridotta al 10% per alcuni generi alimentari e alcuni servizi turistici ed edili ;
  • aliquota IVA ordinaria al 22% .

Queste aliquote non sono fisse nel tempo e, come vedremo, sono state oggetto di molte revisioni ( sempre al rialzo ), sin dall’introduzione dell’IVA. In particolare, per rispettare i vincoli di bilancio introdotti dall’UE , nelle manovre finanziarie si prevedono clausole di salvaguardia IVA che prevedono un aumento dell’imposta sul valore aggiunto qualora il governo non riesca a rispettare determinati vincoli.

Quali beni e servizi hanno aliquota IVA minima al 4% ?

Di seguito alcuni dei beni, ritenuti di prima necessità, che godono di IVA agevolata al 4% ( per la lista completa consigliamo di consultare direttamente la gazzetta ufficiale ) : agrumi, apparecchi ortopedici, verdure , ortaggi e funghi con esclusione di tartufi , fertilizzanti , formaggi , frumento , grano , edilizia riferita alla prima casa , latte fresco e latticini , mense scolastiche , olio , parcheggi , quotidiani e periodici .

Quali beni e servizi hanno aliquota IVA ridotta al 10% ?

Di seguito alcuni dei beni che godono di IVA agevolata al 10% ( anche in questo caso per la lista completa consigliamo la gazzetta ufficiale ) : acqua , aceto , alberghi , animali vivi e api , prodotti da bar , birra , biscotti , carburante per uso agricolo , carne , cacao , caffé , crostacei , energia elettrica domestica , edilizia per fabbricati non di lusso che non siano prima casa, farmaci , fiori , gas per uso domestico , impianti sportivi , legna , miele , marmellate e frutta zuccherata , panna , patate , pesce , piante , pasticceria , riso , ristoranti , tabacchi , trasporti pubblici , uova , zucchero.

Come si calcola l’IVA?

Una domanda che potrebbe sembrare banale, ma che spesso per contribuenti privati che non hanno dimestichezza con la contabilità non lo è affatto, è come calcolare l’IVA che incide sul prezzo di un prodotto.

La risposta dipende se consideriamo il “prezzo netto” o il “prezzo ivato” o “prezzo lordo” cioè comprensivo anche dell’imposta . L’IVA si calcola sempre sul “prezzo netto” quindi, se consideriamo la vendita al dettaglio, al supermercato o in un qualsiasi negozio fisico  dove il prezzo esposto è quasi sempre già ivato, ovvero comprensivo di IVA, dobbiamo prima risalire al prezzo netto.

E’ molto semplice. Una volta nota la classe di IVA applicata ( 4% , 10% o 22% ), per risalire al prezzo netto possiamo fare questa operazione:

– se l’IVA è al 22% ( ovvero 0,22 ) dividiamo il prezzo ivato per 1,22
– se l’IVA è al 10% ( ovvero 0,10 ) dividiamo il prezzo ivato per 1,10
– se l’IVA è al 4% ( ovvero 0,04 ) dividiamo il prezzo ivato per 1,04

Una volta noto il prezzo netto, l’IVA al 22% è appunto il 22% e si ottiene moltiplicando quindi il prezzo netto per 0,22 , l’IVA al 10% si ottiene moltiplicando per 0,1 , l’IVA al 4% si ottiene moltiplicando il prezzo netto per 0,04.

IVA, come si calcola. Un esempio e un “trucco”

Facciamo ora un esempio pratico per vedere come calcolare l’IVA su un prodotto che ha prezzo 100€ :

– se il prezzo è netto, il prezzo al cliente finale sarà rispettivamente 122€ , 110€ o 104€ a seconda che l’aliquota sia rispettivamente 22% , 10% o 4%;
– se il prezzo è già comprensivo di IVA dovremo “scorporare l’IVA”:
A) in caso di aliquota al 22% : 100/1,22 per avere il prezzo netto cioè 81,97€ e poi moltiplicare il prezzo netto per il 22% cioè 18,03€ . Notiamo che la somma 81,97€ + 18,03€ porta appunto il prezzo ivato cioè 100€
B) analogamente per aliquota al 10% : 100/1,1= 90,91€ che è il prezzo netto, sul quale si applica l’IVA del 10% cioè 90,91*0,1=9,09€
C) infine per l’aliquota al 4% : 100/1,04=96,15€ su cui l’IVA è 3,85€

Un piccolo “trucco per calcolare l’IVA a partire dal prezzo ivato”, visto che in tutti e tre i casi abbiamo fatto prima una divisione ( per 1,22 o 1,10 o 1,04 ) e poi una moltiplicazione ( per 0,22 o 0,10 o 0,04 ) è fare una moltiplicazione per un unico coefficiente dato dal prodotto dei due , ovvero:
A) 0,1803 per l’IVA al 22% ( = 0,22/1,22 )
B) 0,0909 per l’IVA al 10% ( = 0,1/1,1 )
C) 0,0385 per l’IVA al 4% ( = 0,04/1,04 )

In che anno è stata introdotta l’IVA ?

Prima del 1973 in Italia l’IVA non esisteva , ma c’era un’imposta generale sull’entrata ( IGE ) del 4% . L’IVA è stata introdotta con il D.P.R. n. 633/1972 ed è entrata in vigore dal 1° Gennaio 1973, per l’esigenza di uniformare il nostro sistema di tassazione a quello degli altri paesi della comunità economica Europea.

Storico IVA, tutti gli aumenti IVA nel corso degli anni

La prima aliquota IVA introdotta nel 1973 era al 12% . Nel corso degli anni, per l’esigenza dello stato italiano di aumentare le entrate fiscali per far fronte alla crescente spesa pubblica, l’IVA è stata più volte ritoccata, sempre al rialzo, con eccezione di una parentesi di due mesi nel 1980 , quando il 1° Novembre è stata abbassata al 14% dal 15% , salvo poi rialzarla nuovamente due mesi dopo ( 1° Gennaio 1981 ) . Purtroppo questa è una delle manifestazioni del continuo aumento della pressione fiscale in Italia dagli anni ’70 ad oggi, che come nel famoso aforisma di Winston Churchill sulle tasse, è coinciso con un parallelo declino di prosperità rispetto agli anni del boom economico. Di seguito la serie storica degli aumenti IVA, prendendo come riferimento l’aliquota ordinaria :

  • 01/01/1973 : introduzione dell’IVA al 12% ( 2° governo Andreotti )
  • 08/02/1977 : aumento IVA dal 12% al 14% ( 3° governo Andreotti )
  • 03/07/1980 : aumento IVA dal 14% al 15% ( 2° governo Cossiga )
  • 01/11/1980 : diminuzione IVA dal 15% al 14% ( Governo Forlani , per 2 mesi fino a Gennaio 1981 )
  • 01/01/1981 : aumento IVA dal 14% al 15% ( governo Forlani )
  • 05/08/1982 : aumento IVA dal 15% al 18% ( 1° governo Spadolini )
  • 01/08/1988 : aumento IVA dal 18% al 19% ( governo De Mita )
  • 01/10/1997: aumento IVA dal 19% al 20% ( 1° governo Prodi )
  • 17/11/2011: aumento IVA dal 20% al 21% ( governo Monti )
  • 01/10/2013 : aumento IVA dal 21% al 22% ( governo Letta )

Quanto si paga di IVA all’estero?

Come detto in precedenza l’IVA è stata introdotta per uniformare il sistema di tassazione agli altri paesi della comunità europea, quindi in ogni stato UE è presente l’IVA o VAT ( Value Added Tax ). Questo non vuol dire che il valore dell’aliquota sia lo stesso che in Italia, anzi. A ciascuno stato è lasciato libertà di fissare le proprie aliquote , entro alcuni limiti che sono fissati dalla Direttiva 2006/112/CE :

  • l’aliquota VAT ordinaria non può essere inferiore al 15%
  • è possibile definire al massimo due aliquote ridotte
  • l’aliquota minima non può essere inferiore al 5%

L’aliquota IVA al 4% sui beni di prima necessità contrasta apparentemente con l’ultimo punto, in realtà la direttiva 2006/112/CE prevede che se ci fossero stati che avevano un’aliquota inferiore a tale valore prima del 01/01/1991 , potevano mantenerla tale. Di seguito l’elenco delle aliquote IVA nei paesi UE , tra parentesi il codice del paese ai fini della partita IVA :

  • In Austria (AT) l’aliquota ordinaria è al 20% e le aliquote ridotte sono al 10% e al 13%
  • In Belgio (BE) l’aliquota ordinaria è al 21% e le aliquote ridotte al 6% e al 12%
  • In Bulgaria (BG) la VAT ordinaria è al 20% e quella ridotta al 9%
  • A Cipro (CY) l’IVA ordinaria è al 19% e l’IVA ridotta al 5% e 9%
  • In Repubblica Ceca (CZ) l’aliquota ordinaria è al 21% e quelle ridotte al 10% e 15%
  • In Germania (DE) l’IVA ordinaria è al 19% e l’IVA ridotta al 7%
  • In Danimarca (DK) esiste un’aliquota unica al 25%
  • In Estonia (EE) la VAT ordinaria è al 20% e la VAT ridotta al 9%
  • In Grecia (EL) l’IVA ordinaria è al 24% e l’IVA ridotta al 6% e 13%
  • In Spagna (ES) l’aliquota ordinaria è al 21% e le ridotte al 10% e 4% come in Italia
  • In Finlandia (FI) 24% , 10% e 14%
  • In Francia (FR) 20% , 5.5% e 10% e 2.1%
  • In Croazia (HR) 25% , 5% e 13%
  • In Ungheria (HU) 27% , 5% e 18%
  • In Irlanda (IE) 23% , 9% , 13,5% e 4,8%
  • In Lituania (LT) 21% , 5% e 9%
  • In Lussemburgo (LU) 17% , 8% e 3%
  • In Lettonia (LV) 21% , 12% e 5%
  • A Malta (MT) 18% , 5% e 7%
  • Nei Paesi Bassi (NL) 21% e 9%
  • In Polonia (PL) , 23% , 5% e 8%
  • In Portogallo (PT) 23% , 6% e 13%
  • In Romania (RO) 19% , 5% e 9%
  • In Svezia (SE) , 25% , 6% e 12%
  • In Slovenia (SI) 22% e 9.5%
  • In Slovacchia (SK) 20% e 10%
  • Nel Regno Unito (UK) 20% e 5%

Negli USA invece l’IVA non esiste, ma esiste una sales tax che viene fissata da ciascuno stato e che può variare dall’1% all’11% a seconda dello stato.

Quando non si paga l’IVA ?

L’IVA non si paga nei casi di esenzione IVA o quando manca uno dei tre presupposti di applicazione che sono il presupposto oggettivo, presupposto soggettivo e il presupposto territoriale :

  • per le operazioni esenti IVA ai sensi dell’art.10 del DPR 633/72. Esistono infatti tutta una serie di cessioni di beni o servizi che vengono esentati dall’IVA : assicurazioni, lotto, lotterie e giochi promossi dai monopoli di Stato, il trasporto malati, le cure sanitarie e diverse operazioni effettuate nei confronti di enti senza fini di lucro. Per consultare la lista aggiornata delle operazioni esenti IVA consigliamo questo link dal sito del ministero delle finanze;
  • quando manca il presupposto oggettivo, ovvero non si riscontra la cessione di un bene o un servizio;
  • quando manca il presupposto soggettivo, cioè il soggetto che cede il bene o il servizio non esercita attività di impresa o di lavoro autonomo;
  • quando manca il presupposto di territorialità, ovvero la cessione di bene o servizio non ricade nel territorio nazionale.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, qualora la cessione del bene o del servizio avvenga verso un destinatario non ricadente in Italia ma in un paese UE , l’IVA non viene applicata e si ricade nelle operazioni intracomunitarie. E’ bene a questo proposito conoscere bene tutti i requisiti per non applicare l’IVA, perché come in quasi tutte le operazioni fiscali, l’onere della prova è a carico del contribuente che , nel caso ad esempio di cessione di beni intracomunitari , dovrà conservare il documento di trasporto controfirmato ( CRM ) che provi la consegna fuori dallo stato italiano