Superbonus 110% prolungatonuova speranza post-terremoti”
I Comuni nelle aree sismiche possono usufruire del Superbonus fino al 2026: scopri i requisiti e le modalità di accesso ai fondi prolungati.

Dal Decreto Legge Omnibus del 2025 arriva un’estensione temporale del Superbonus 110% per i Comuni nelle regioni centrali dell’Italia colpite dai terremoti dal 2016. L’incentivo fiscale mira a sostenere la ricostruzione e la messa in sicurezza delle aree danneggiate, prolungando la possibilità di usufruire del bonus fino alla fine del 2026, se rispettate precise condizioni.
Il cuore pulsante delle novità riguarda il nuovo termine entro cui le richieste di contributo per la ricostruzione devono essere presentate: dal 30 marzo 2024. Solo così sarà possibile accedere alle agevolazioni prolungate. Resta necessaria, come conditio sine qua non, la classificazione dei territori in stato di emergenza.
Aree sismiche e le varie opportunità fiscali
L’estensione del Superbonus, dedicata in particolare ai Comuni certificati in stato di emergenza post-sisma, ha come punto di rottura essenziale la data del 30 marzo 2024. Questo requisito stabilisce una linea temporale netta: chi ha presentato istanze prima di questa data non potrà beneficiare dell’estensione.
In un contesto di crisi sismica, ogni aiuto economico può fare la differenza. La possibilità di ottenere il superbonus al 110% offre alle comunità locali un sollievo finanziario significativo, purché le condizioni specifiche siano rispettate. Queste includono, appunto, la presentazione puntuale delle richieste di contributo e la classificazione delle aree come colpite da emergenze sismiche.
Le modalità di accesso
L’impalcatura normativa che sostiene questa proroga affonda le sue radici nel DL 95/2025. In esso, si menzionano direttamente opzioni operative che permettono di usufruire del bonus al 110%, più precisamente di scegliere tra la cessione del credito e lo sconto in fattura, come sancito dall’articolo 121 del DL 34/2020.
Tali modalità aiutano a evitare che i beneficiari debbano anticipare le spese, trasferendo il vantaggio economico a terzi. Tuttavia, in bel contesto normativo, resta in ombra almeno un aspetto critico: l’esclusione della detrazione diretta in dichiarazione dei redditi. Nonostante le opzioni presenti, manca un chiaro indirizzo per chi desidera usufruire del bonus mediante detrazione diretta, creando ambiguità interpretative ancora in attesa di chiarimenti istituzionali.
Sfide e requisiti da affrontare

Con un focus sui dettagli tecnici, il superbonus al 110% non è privo di ostacoli. Gli immobili devono essere certificati come danneggiati dai sismi, e le domande di ricostruzione devono rigorosamente rispettare la data di presentazione del 30 marzo 2024 per beneficiare delle agevolazioni.
In un quadro di complessità burocratica, emerge inoltre l’esigenza di dimostrare l’evidente nesso di causalità tra il danno subito e l’evento sismico attraverso la compilazione della scheda AeDES. Soltanto con l’esito di classificazione come B, C o E — dove B rappresenta un’inagibilità temporanea, C una parziale e E una totale — sarà possibile procedere con l’applicazione del superbonus.
Da non sottovalutare è la necessità di coordinare questo bonus con i contributi per la ricostruzione pubblica, assicurando che il beneficio venga calcolato solo sulle spese eccedenti il contributo ricevuto, evitando così doppie compensazioni che potrebbero complicare ulteriormente l’iter finanziario.