Beni immateriali e oneri pluriennali

Il documento numero 24 distingue tra:

  • Beni immateriali in senso proprio, in quanto coperti da specifica tutela giuridica, che li porta ad essere oggetto di diritti (brevetti, diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, marchi, concessioni, licenze);
  • Oneri pluriennali consistono in costi pluriennali come i costi di impianto e ampliamento, i costi di ricerca, sviluppo e pubblicità e gli altri oneri pluriennali. La loro maggiore incertezza riguardo al reale contenuto economico in termini di utilità futura, ha indotto il legislatore a prevedere specifiche forme di tutela prudenziale (articolo 2426 numero 5 e 6) quali: subordinazione della loro capitalizzazione al consenso del collegio sindacale, tempo di ammortamento in un massimo di 5 anni (anche per l’avviamento per il quale però è prevista la possibilità che gli amministratori dietro parere positivo del collegio sindacale e adeguata motivazione nella Nota Integrativa, stabiliscano un periodo di ammortamento superiore), possibilità di distribuire utili in presenza di valori non ancora ammortizzati solo se a copertura del costo residuo vi sono riserve di utili disponibili capienti.

Rappresenta categoria autonoma l’avviamento come pure i costi sostenuti per lo sviluppo non ancora ultimato (immobilizzazioni in corso e acconti).

La distinzione assume notevole rilevanza in quanto il documento numero 24 ritiene che per i beni immateriali e per l’avviamento vi sia l’obbligo di iscrizione nell’Attivo Patrimoniale (se i requisiti sono soddisfatti), al contrario per gli oneri pluriennali non vi è l’obbligo di capitalizzazione nello stato patrimoniale, ma solo una facoltà (se rispondono ai requisiti).