Promuovere l’imprenditoria femminile: è un aspetto cruciale
Nonostante i progressi, le imprese guidate da donne rimangono sotto-rappresentate nel mercato economico. Unioncamere offre un’analisi dettagliata delle sfide e delle opportunità nel settore imprenditoriale femminile in Italia.

Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’imprenditoria femminile è cresciuta, tuttavia, le aziende guidate da donne rappresentano ancora solo una parte modesta del panorama economico totale. Con 1,3 milioni di imprese al femminile, pari al 22,2% del totale, c’è ampio margine per incrementare questo numero. Le imprese femminili non solo contribuiscono all’economia, ma rappresentano anche una valida opportunità per migliorare l’occupazione femminile.
L’imprenditoria femminile: una risorsa sottoutilizzata
Secondo un recente rapporto di Unioncamere, realizzato con il supporto del Centro studi Tagliacarne e Sicamer, “Le donne rappresentano oltre la metà (54%) dei dipendenti all’interno delle imprese femminili, rispetto al 39% nelle imprese non femminili”. Questo dato riflette l’importante contributo delle donne nelle aziende da loro gestite. Le imprenditrici tendono a lavorare in team femminili e pongono una forte attenzione al welfare dei propri collaboratori. Tra le laureate, la sensibilità al welfare cresce ulteriormente, raggiungendo il 40%.
Le sfide dell’imprenditoria femminile

Nonostante la crescente istruzione e capacità delle imprenditrici, permangono ostacoli significativi. Unioncamere evidenzia che le aziende al femminile, spesso più piccole e meno produttive, dipendono ancora fortemente dal capitale familiare per l’avvio. Questo vincolo finanziario limita la loro capacità d’investimento e innovazione. Tuttavia, le imprese femminili che beneficiano di incentivi e finanziamenti mostrano significativi miglioramenti: “Una maggiore produttività del lavoro, fino al 40%, quando si investe anche nella formazione del capitale umano“, come rileva lo studio.
Incentivi e riforme: la chiave per un futuro equo
Per incrementare la presenza delle donne nel settore imprenditoriale, è essenziale migliorare il contesto burocratico, legale e fiscale che spesso costituisce un freno anziché un sostegno. Come osserva Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, “Il tasso di femminilizzazione delle imprese è ancora troppo basso, con solo un’impresa su 5 definita rosa“. Una revisione delle normative potrebbe ridurre le barriere all’ingresso e stimolare una maggiore partecipazione femminile in posizioni di leadership.
In sintesi, mentre il potenziale delle imprenditrici è evidente e in crescita, rimane ancora molta strada da percorrere per garantire parità di genere nel settore imprenditoriale. Incentivi mirati e un ambiente regolamentare meno oneroso potrebbero essere le leve di un cambiamento significativo.
