La gestione delle entrate e delle uscite

Le entrate e le spese abbiamo visto che vengono sviluppate per fasi se si tiene questa contabilità finanziaria.

Fasi entrata: le entrate che sono state messe lì (tipo entrate proprie sperando nei contributi studenteschi, poi ci ha messo entrate di trasferimento, poi dice spero di vendere la saivetta quindi entrate da alienazione e poi spero che la banca ci faccia prestiti e le metto in entrate da indebitamento.

Poi queste entrate durante l’esercizio devono essere ACCERTATE (quando gli studenti si iscrivono, quando arriva la comunicazione della banca con scritto che accettano il prestito, l’università da i soldi per la saivetta).

Poi si ha la RISCOSSIONE quando noi andiamo a pagare e i soldi arrivano sul conto del tesoriere e poi il VERSAMENTO quando il tipo li versa sui conti dell’università. Poi per spendere abbiamo l’IMPEGNO quando qualcuno dice che ha intenzione di spendere qualcosa e allora do il via ad un processo di alienazione.

Magari devo anche dare il via ad una gara per scegliere il più economico perché magari l’amministratore ha degli interessi verso Feltrinelli (mazzetta). Impegno quindi impegno 10.000 euro per un contratto di consulenza poi faccio la gara, scelgo e poi fa consulenza ed infine LIQUIDO la fattura di quello che è venuto.

Poi ho l’ORDINAZIONE cioè ordino al tesoriere della Carige (queste fasi servono per cautelare bene il denaro della collettività).

Accertamento: momento in cui sorge il diritto ad ottenere un’entrata. In questo momento si appura la ragione del credito, l’ammontare relativo e la persona del debitore. Per queste tre caratteristiche allora è lo stesso credito che può vantare un’impresa nei confronti dei clienti. Ci sono le condizioni per iscrivere un credito.

Riscossione: avviene attraverso l’emissione di un ordinativo di incasso al Tesoriere. Il tesoriere aspetta che la AP le dice che devono arrivare dei soldi dagli studenti. La riscossione è possibile solo dopo l’accertamento cioè una volta che è sorta una posizione di diritto di avere questi soldi.

Versamento: trasferimento delle somme riscosse nelle casse dell’Ente (se depositiamo soldi oggi in banca, questa fa finta che li abbiamo versati tra due giorni, se li preleviamo fa finta che li abbiamo presi tre giorni fa. Questo per pagare meno interessi).

Impegno: momento in cui sorge l’obbligo, non l’obbligazione!, a sostenere una spesa in forza di un provvedimento delibera o altro, è una manifestazione di volontà insomma. Se nel bilancio sono state previste entrate per Erzelli allora poi c’è delibera con cui si dice che si dà l’incarico ad un’impresa di costruzione.

Mentre se accerto un’entrata ho un credito, se io impegno una spesa io non ho assunto un debito nei confronti di nessuno! Questo è importante. Ho solo detto che voglio spendere ma non ho una posizione debitoria.

Liquidazione: in base a documenti e titoli che comprovano il diritto del creditore si determina la somma certa e liquida da pagare nei limiti dell’impegno assunto. Il fatto che si sia impegnata una spesa non significa che si è debitori, è la liquidazione della spesa che fa fronte una posizione debitoria.

Quindi se impegno una spesa non ho da rappresentare niente nello stato patrimoniale nel passivo. Mentre se la liquido allora sì.

Ordinazione: disposizione impartita mediante mandato di pagamento al tesoriere di pagare (controlla che siano arrivati i libri giusti e poi dà ordinazione).

Pagamento: il tesoriere effettua il pagamento (allora i soldi sul c/c dell’università diminuiscono) questo sistema è ancora terribilmente in uso escluso ASL ed Aziende Ospedaliere.

A fine esercizio può verificarsi queste situazioni:

  1. Potevo spendere ma non ho neanche manifestato la volontà di voler spendere. Quindi si dà luogo ad un’economia;
  2. Le spese impegnate non sono state liquidate allora si dà luogo a residui passivi che non sono debiti! Perché sorgono in seguito a spese impegnate ma non liquidate. Ho solo detto che ho intenzione di spendere, ma se non spendo non sono debitore di nessuno. L’università non deve soldi a nessuno.
  3. Le entrate stanziate non sono mai state accertate allora si parla di diseconomia di entrata. Quindi se gioco di fantasia quando costruisco il bilancio di previsione è facile che si verifichino diseconomia di entrata.
  4. Le entrate accertate non sono state riscosse, tipo non vogliamo pagare allora si avranno dei residui attivi. Questi sorgono a fronte di entrate accertate, nell’accertamento individuo il debitore quindi ho una posizione di credito. I residui attivi sono proprio crediti. Mentre i residui passivi non sono debiti.

Residui passivi: sono una cosa che crea problemi, ci sono soldi che dovevamo spendere ma non li abbiamo spesi. Ma nella logica burocratico – formale questa cosa è terribile perché la collettività ci ha dato i soldi e l’obbligo era di spenderli.

Perché è vista male? Perché erano soldi della collettività e questa aveva deciso di spenderli. Quindi la corte dei conti ci dice che non abbiamo capacità di spesa, per noi aziendalisti diciamo che potrebbe essere positivo, invece qui si dice che non sei un buon amministratore pubblico.

Quindi a fine anno succede che non ho speso quei 100 euro che avrei dovuto spendere, se si va in economia allora lo Stato poi li dà a qualcun altro, quindi dico sempre che voglio spendere così continuano a darmi soldi). Se non vengono pagati entro un tempo stabilito a partire dall’esercizio in cui sorgono vengono eliminati dalle scritture contabili.

Se sono spese in conto capitale allora la logica è che sono spese impegnative quindi ti lascio più tempo per deciderle.

Se in conto esercizio invece meno tempo. Allora se non spendi si va in PERENZIONE. Vanno, cioè in un fondo di perenzione. Non confondere perenzione con prescrizione estintiva del codice civile.

Dico che vado a comprare da Feltrinelli, anche l’anno dopo, ma poi continuo a non andare allora poi questi soldi vanno nei perenti. Però si cerca di evitare la formazione di questi perenti non ho capito perché, comunque l’amministratore pubblico è chiamato a Gennaio e lui firma sotto la sua responsabilità garantendo con il proprio patrimonio personale che poi li spenderà.

Se non procedo alla spesa, rispondo con il mio patrimonio.

Contabilità finanziaria: si fonda su bilancio annuale di previsione che è autorizzatorio e in cui ci sono gli stanziamenti di entrate e spese. Entrate e spese vengono approvate in pareggio. Ricordarsi poi i vincoli di prima. Estinzione del debito (rata del mutuo) la devo fronteggiare con le entrate di parte corrente.

Poi abbiamo le fasi giuridico – amministrative che sono le fasi di entrata e di uscita.

Al 31/12 succede che tante erano le entrate e tante sono state le entrate e tante erano da previsione le uscite e tante sono uscite. Quindi va tutto bene se succede così. Ma poi potrei riscontrate delle diseconomie, oppure dei residui attivi (crediti), oppure potrei avere delle economie (spese che ho stanziato non le ho mai impegnate), (spese che ho impegnato poi non le ho mai liquidate) residui passivi da cui si può avere fenomeno della perenzione.

Esempio

1. Entrate stanziate per 1.000 all’01/01 poi durante l’esercizio le abbiamo accertate, riscosse e versate allora ho + CASSA per 1.000.

2. Se invece tutta questa previsione non l’ho azzeccata e succede ad esempio che ho stanziato 1.000 ma poi ne ho accertate solo 800 (il ministero poi non mi ha dato i soldi, oppure sono stato ottimista nella previsione in entrata), allora ne riscuoto 800, verso 800 allora ho + CASSA per 800 e ho DISECONOMIE per 200.

3. Stanzio 1.000, accerto 800, ma poi non tutti gli studenti hanno pagato le tasse universitarie e solo 750 le riscuoto e le verso sul c/c quindi ho + CASSA 750, DISECONOMIE per 200, RESIDUI ATTIVI 50.

– – – – – –

1. Stanzio 1.000, impegno 1.000, liquido 1.000, ordino 1.000 e pago 1.000 quindi ho -CASSA 1.000.

2. Stanzio 1.000, impegno 950, liquido 950, ordino 950 e pago 950 quindi ho – CASSA 950 ed ECONOMIE 50.

3. Stanzio 1.000, impegno 950, liquido 750, ordino 750 e pago 750 quindi ho – CASSA 750, + ECONOMIE 50, + RESIDUI PASSIVI 200.

Quindi a fine anno cosa dico di questa amministrazione pubblica? Posso dire se ha lavorato con economicità? no. Posso solo dire se ha capacità previsionale o meno, poi posso sapere

se sa gestire bene le entrate (una volta che sorge il credito è riuscita ad avere dei soldi). Posso dire se ha capacità di spesa. Non so che servizi ho reso, se buona qualità. Questo sistema mi fa vedere se ho capacità di esigere i crediti, se ho speso quello che dovevo spendere, se ho fatto buone previsioni.

Da questo sistema contabile se ne deduce un risultato che non è come quello delle imprese che vuole verificare il risultato economico d’esercizio, invece ricerco un risultato di amministrazione cioè vedo sono capace ad amministrare la cosa pubblica.

Quindi il risultato di amministrazione vedevamo cosa è entrato e uscito dalla cassa, quindi vedo il fondo cassa al 31/12 poi vedo se ci sono state economie o diseconomie che comunque incidono sulla cassa quindi faccio fondo cassa + residui attivi – residui passivi che mi dà l’avanzo o disavanzo di amministrazione.

Questo mi dice se ho ancora risorse che non ho utilizzato e potrò utilizzare l’anno prossimo cioè oltre ai titoli d’entrata avrò da usare il surplus dell’anno prima. Se ho disavanzo significa che devo ancora far fronte a dei pagamenti che non ho ancora realizzato. Non vedo il risultato economico né l’economicità.

Con l’esempio fatto abbiamo entrate pagate 750, uscite pagate 750, residui attivi 50, residui passivi 200, fondo cassa 0, residui attivi 50, residui passivi 200, disavanzo amministrazione 150.

Ho detto spendo e poi non ho speso. Ma come facevo a pagare se in cassa ho 0? Vuol dire che ho sbagliate le entrate e allora meno male che si sono formati dei residui passivi sennò non sarei riuscito a pagare. Bisogna entrarci dentro ai residui passivi quindi.