Le novità essenziali per il 2025

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Le novità essenziali per il 2025

Il rimborso 730 può diventare un processo soggetto a controlli preventivi da parte dell’Agenzia delle Entrate a causa di determinati elementi di incoerenza. Scopriamo quali circostanze possono ritardare il pagamento del rimborso fiscale.

Soldi
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Ogni anno, i contribuenti possono presentare la dichiarazione dei redditi utilizzando il modello 730. Tuttavia, il provvedimento del 1° luglio 2025 ha definito con precisione i casi in cui si attivano verifiche preventive prima di erogare tali rimborsi. Quali sono le situazioni che catturano l’occhio vigile del Fisco? Le modifiche significative apportate al modello 730 precompilato, le incongruenze tra i dati attuali e quelli precedenti o le incongruenze presenti nelle certificazioni uniche (CU) potrebbero tutte portare a controlli ravvicinati. Un’attenzione inaspettata, certo, ma assolutamente necessaria dal punto di vista dell’Erario.

Quando il fisco accende i riflettori

Ci sono momenti in cui, sia che il 730 venga inoltrato in autonomia o tramite intermediari come CAF o commercialisti, l’Agenzia delle Entrate è autorizzata a procedere con esami più dettagliati. Le modifiche al modello che influiscono sul calcolo del reddito o delle imposte sono un chiaro campanello d’allarme. Ma cosa succede se si rilevano significative differenze tra il nuovo modello 730 e le dichiarazioni degli anni precedenti? Questo è solo uno dei motivi per cui un dettaglio apparentemente innocuo può innescare un esame approfondito. Sono anche incluse discrepanze con i dati ricevuti da altri enti o con quelli evidenziati nelle CU. Interventi intensi sul 730 possono, dunque, richiedere una seconda occhiata prima di far fluire i rimborsi IRPEF.

Somme ingenti e storie di incoerenza

Non è solo la discrepanza nei dati a far scattare le verifiche. Secondo il comma 3-bis dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 175/2014, anche i rimborsi superiori ai 4.000 euro possono attrarre un’attenzione particolare, indipendentemente dalla presenza o meno di incoerenze. Si potrebbe dire che, quando i numeri si fanno importanti, anche il Fisco non può fare a meno di dare un’occhiata più approfondita. Questa pratica garantisce la correttezza del processo e tutela gli interessi fiscali.

Quando il Rimborso si fa desiderare

L’avvio di controlli preventivi comporta inevitabilmente un prolungamento nei tempi di attesa per ricevere il rimborso 730. Mentre le verifiche devono essere concluse entro quattro mesi dalla scadenza della presentazione del modello 730/2025, il rimborso effettivo potrebbe non arrivare prima di sei mesi dal termine di invio. Per i contribuenti questo ritardo può significare aspettare fino a marzo, un fatto che, senza dubbio, riduce uno dei principali vantaggi del modello 730: ricevere i rimborsi IRPEF in brevi tempi. Ma, in definitiva, tali misure sono messe in atto per proteggere gli interessi dell’Erario, assicurando che tutto sia in perfetto ordine.