La malattia in azienda

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

La malattia in azienda

Ogni lavoratore dipendente, qualora si trovi in condizioni di salute precarie, ha il diritto di astenersi dal lavoro. Questa assenza, debitamente regolamentata, permette di ricevere un compenso chiamato indennità di malattia.

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Una normativa chiara, nota a chiunque faccia parte del mondo lavorativo, poiché garantisce tutele essenziali quando ci si trova inabili al lavoro temporaneamente.Prendersi cura della salute è fondamentale, ma i codici sul tema della malattia del dipendente diventano spesso un terreno fertile per fraintendimenti, sanzioni o controversie legali. Tra le normative sulle assenze, gli obblighi di reperibilità e le visite di controllo dell’INPS, emerge un quadro complesso, recentemente arricchito da nuove disposizioni.

Novità dall’INPS: reperibilità e visite fiscali

Alla base, la procedura per comunicare un’assenza per malattia e gli orari delle visite fiscali sono regolati con precisione. La legge prevede che il dipendente, qualora si ammali, riceva un’indennità parziale erogata dal datore di lavoro e dall’INPS, come stabilito dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).

Il periodo massimo di assenza per malattia in un anno, conosciuto come “periodo di comporto”, ammonta a 180 giorni. Durante questi giorni, il dipendente non solo percepisce l’indennità, ma mantiene anche il suo posto di lavoro. Importante è sapere che il tempo di malattia viene conteggiato per l’anzianità di servizio.

Tuttavia, è essenziale osservare regole precise riguardo alla reperibilità: le visite fiscali possono avvenire mediante appuntamenti prefissati, in cui il dipendente deve essere disponibile, pena il rischio di sanzioni disciplinari severe.

Gestione dell’assenza: tra comunicazioni e controlli

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La responsabilità del lavoratore in malattia inizia con la comunicazione immediata e corretta dello stato di salute al datore di lavoro. Questa comunicazione deve essere accompagnata da un certificato medico, trasmesso telematicamente all’INPS, che documenta la patologia e il luogo in cui il dipendente potrà essere rintracciato per eventuali controlli.

La disponibilità per le visite fiscali è obbligatoria, anche nei giorni festivi, negli orari stabiliti: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. In caso di assenza ingiustificata durante questi orari, il lavoratore rischia sanzioni che vanno dalla perdita del diritto all’indennità fino alla possibile cessazione del rapporto di lavoro.

La normativa dev’essere rispettata scrupolosamente, sia perché consente un giusto equilibrio tra diritti del lavoratore e doveri professionali, sia per proteggere entrambe le parti da potenziali conseguenze legali.

Messaggio INPS N. 1505/2025: Una Svolta nelle Richieste di Controllo

Il recente comunicato ufficiale dell’INPS segna un cambiamento significativo nella modalità di richiesta delle visite fiscali. Ora, datori di lavoro di entrambi i settori, pubblico e privato, possono inoltrare tali richieste con maggiore celerità.

Grazie a una nuova funzionalità del portale INPS, la richiesta di visita fiscale può essere effettuata contemporaneamente all’invio del certificato medico. Questa innovazione è descritta nel messaggio n. 1505 del 2025, che ufficializza un’utile semplificazione operativa attraverso il “Polo Unico per le Visite Fiscali”, gestito da INPS.

Sul portale, è disponibile un’opzione dedicata per inviare agevolmente le “Richieste di Visite Mediche di Controllo (VMC)”, destinata sia ai lavoratori privati che pubblici. Questo cambiamento mira a migliorare l’efficienza nei processi di gestione delle assenze, garantendo alle aziende un mezzo più diretto per l’organizzazione delle verifiche.