Impatto del superbonus su rendite e tasse Immobiliari

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Impatto del superbonus su rendite e tasse Immobiliari

L’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli sui beneficiari, mentre le rendite catastali subiscono notevoli aumenti, influenzando Imu e altre imposte.

Fiscale
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Il Superbonus e il cambiamento del valore catastale degli immobili

Il Superbonus 110% ha rappresentato una rivoluzione nel settore edilizio italiano, incentivando lavori di ristrutturazione che hanno portato a significativi aumenti del valore catastale degli immobili. Tuttavia, il risvolto della medaglia è un incremento delle imposte per i proprietari coinvolti.

Quando le Tasse Aumentano

La rivalutazione del valore catastale è diventata prioritaria per l’Agenzia delle Entrate, che si prepara a inviare lettere di verifica a chi ha beneficiato del Superbonus. Il Sole 24 Ore sottolinea come l’attenzione si concentri sugli “scostamenti non trascurabili”, partendo dalle cessioni dei crediti d’imposta. In pratica, se la rendita catastale subisce un aumento superiore al 15%, i contribuenti potrebbero ritrovarsi con un incremento della classe catastale delle proprie abitazioni, portando a conseguenze fiscali. Ernesto Baragetti, consigliere nazionale dei geometri, specifica che questo aumento riguarda un complesso processo di valutazione della rendita, non strettamente il valore di mercato. Chi ha migliorato alloggi popolari, ad esempio, si trova ora con rendite che possono schizzare da 268 a 535 euro, dettate dai lavori interni ed esterni effettuati.

L’Impatto sulle Imposte

Partite, IVA
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L’Imu, ben nota dagli italiani, è direttamente influenzata dalla rendita catastale degli immobili. Ogni variazione della rendita si riflette immediatamente sull’importo di questa imposta municipale. Considerando un’alternanza di rendita da 392,51 a 464,81 euro con un coefficiente di 160, il risultato è un aumento dell’Imu annuo da 699 a 828 euro. Ma non è l’unica tassa a risentirne. Anche l’imposta di successione e donazione, così come quella di registro per atti legali legati a beni immobili, vedono la rendita come base imponibile. L’unica consolazione è che le abitazioni principali, fuorché quelle di pregio, restano esenti dall’Imu quando il proprietario vi risiede abitualmente con la famiglia.

Eccezioni e considerazioni future

Nonostante il generale incremento delle rendite, esistono situazioni fortunate. Un esempio citato dal Sole 24 Ore è il passaggio di un locale commerciale a residenziale, passando da categoria C1 ad A2, riducendo la rendita da 1.834 euro a 464 euro. Rocco Curto, esperto di estimo al Politecnico di Torino, esprime preoccupazione per il caos creato dall’aggiornamento delle rendite, evidenziando che immobili non ristrutturati o rivalutati per la loro posizione centrale restano al di fuori di questo processo. Il dibattito su come gestire le rivalutazioni future è aperto, soprattutto considerando gli edifici riqualificati con altri incentivi come il bonus facciate.