Addio allo SPID: la CIE è il futuro dell’identità digitale

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Addio allo SPID: la CIE è il futuro dell’identità digitale

La transizione dal Sistema Pubblico di Identità Digitale alla Carta di Identità Elettronica promette un accesso più semplice e centralizzato ai servizi pubblici.

SPID
Photo by Fabio Principe- shutterstock

Nel tumultuoso scenario delle identità digitali, lo SPID ha a lungo dominato come strumento chiave per l’accesso ai servizi pubblici. Tuttavia, all’orizzonte si profila un cambiamento epocale, con il governo che sta pianificando una transizione verso la Carta di Identità Elettronica (CIE).

Lo scenario attuale del sistema pubblico di identità digitale

Negli ultimi anni, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, meglio noto come SPID, è diventato un compagno quotidiano per milioni di cittadini italiani. Questa chiave digitale permette loro di gestire con facilità una vasta gamma di operazioni: dal controllo delle proprie certificazioni uniche al monitoraggio dei contributi INPS, passando per la consultazione delle cartelle esattoriali. Immagina di prenotare un appuntamento in un ufficio pubblico o iscriversi a un bando universitario: azioni divenute routine grazie all’uso dello SPID, che consente un’interazione diretta e semplice con la Pubblica Amministrazione.

Questo sistema non è solo un alleato per i cittadini comuni ma si è rivelato uno strumento prezioso anche per i consulenti, permettendo loro di snellire pratiche burocratiche in tempi rapidi per conto dei clienti. Nonostante la sua importanza, lo SPID sembra però in procinto di essere eliminato. Una mossa destinata a rivoluzionare il modo in cui milioni di persone accedono quotidianamente ai servizi digitali.

Il passaggio dalla SPID alla CIE: motivazioni e impatti

Da strumento gratuito e accessibile, lo SPID si è evoluto, ed ora comporta un costo ottenibile tramite le Poste o altri provider, con un prezzo che varia da un operatore all’altro. Inoltre, le procedure per ottenere e mantenere attivo lo SPID si sono rivelate complesse. Tra riconoscimenti facciali per l’attivazione a distanza e frequenti richieste di aggiornamento delle password, non stupisce che molti utenti abbiano riscontrato difficoltà. Quante volte lo SPID si blocca proprio quando è necessario? È forse per questi motivi che il governo sta guardando con interesse al passaggio alla CIE.

La CIE, di fatto, sta già prendendo piede. Per averla, basta recarsi al proprio Comune con un procedimento simile a quello per la vecchia carta d’identità cartacea. Con il rilascio della CIE, il cittadino riceve i codici PIN e PUK necessari per l’attivazione e, una volta completato questo passaggio, un semplice SMS può aprire le porte dei servizi digitali. Un sistema certamente più snello, gestito direttamente dallo Stato, a differenza dello SPID che si appoggia su provider privati.

L’alternativa più moderna e semplice

La Carta di Identità Elettronica non è priva di difetti. In passato, la sua diffusione era frenata da problemi tecnologici e dalla necessità di apparecchiature specifiche per l’accesso. Tuttavia, oggi le cose sono cambiate. La tecnologia NFC di cui sono dotati molti smartphone moderni ha reso i lettori di smart card non più obbligatori. Il processo di autenticazione è ora semplificato: un codice via SMS e sei connesso.

Perché quindi tanti cittadini continuano a mostrare affezione verso lo SPID? Probabilmente, per la familiarità acquisita nel tempo. Ma con la CIE che si presenta come più versatile e meno onerosa, il passaggio appare inevitabile. Il governo sembra determinato a portare avanti questa transizione, facendo leva su un sistema di identificazione integrato e gestito a livello centrale.

Da documento obbligatorio che ogni cittadino già possiede, la CIE si propone non solo come sostituta dello SPID ma come uno strumento più efficace e direttamente collegato alla Pubblica Amministrazione. Un passo necessario per adattarsi ai tempi moderni, dove l’efficienza e la semplicità sono sovrane.