La Manovra 2026: le ultime novità sugli stipendi

La Manovra 2026: le ultime novità sugli stipendi

Le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2026 mirano ad alleggerire la pressione fiscale, con interventi selettivi e vincolati ai limiti di reddito.

glut of money, 500 euro, euro, stack, money, currency, euro sign, dollar bill, banknotes, paper money, finance, worth, pay, seem, lots, euro, money, money, money, money, money
Photo by geralt – Pixabay

Con l’orizzonte della Manovra 2026, le prospettive di un aumento degli stipendi italiani si fanno concrete, nonostante le restrizioni finanziarie. La sfida principale? Bilanciare la necessità di ritoccare il portafoglio dei lavoratori con le risorse disponibili, puntando su misure mirate e selettive. Quali saranno le condizioni per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste?

Aumenti e flat tax: il dilemma delle risorse limitate

Nel contesto dell’aumento del costo della vita, gli stipendi italiani continuano a non tenere il passo, con un divario rispetto a gennaio 2021 che resta significativo. Ed è proprio per colmare questo gap che la Manovra 2026 ha introdotto un pacchetto di interventi finalizzati a sgravare il fisco e garantire qualche beneficio in busta paga. Tuttavia, non tutti potranno usufruire delle agevolazioni: ogni flat tax è soggetta a specifici limiti di reddito.

Quest’anno, la Legge di Bilancio deve operare con un budget complessivo di 18,7 miliardi di euro, un incremento risicato rispetto alla precedente manovra. Ciò implica un’accorta selezione delle agevolazioni previste, con un interesse diretto per circa 33 milioni di contribuenti, ma una vera e propria ricaduta percepita solo da una parte di questi.

La nuova struttura fiscale e i limiti imposti

money, coins, euro, currency, hard money, loose change, euro cent, euro coins, metal money, finance, money, coins, coins, coins, coins, coins, euro, euro, euro coins
Photo by Alexas_Fotos – Pixabay

Il nuovo pacchetto finanziario della Manovra 2026, illustrato nell’articolo 4 del Disegno di Legge di Bilancio in approvazione, prevede un fisco più leggero sia per i contratti rinnovati che per determinate categorie di lavoro straordinario, purché entro precisi limiti di reddito.

Sul fronte degli aumenti derivanti da rinnovi contrattuali, è prevista una imposta sostitutiva del 5%, ma esclusivamente per chi guadagna fino a 28.000 euro. Questo agevolerà in media un incremento salariale di circa 680 euro l’anno, una misura interessante ma circoscritta. Parallelamente, incentivi fiscali vengono previsti anche per straordinari e lavori sotto maggiorazione, come quelli notturni o festivi, con un’imposta del 15% per carichi di lavoro fino a 1.500 euro e redditi non superiori a 40.000 euro. Il bacino di lavoratori interessati? Approssimativamente 2,3 milioni.

Un approccio aelettivo: la detassazione dei premi di produttività

L’ultimo segmento del pacchetto fiscale è rappresentato dalla detassazione dei premi di produttività. Anche in questo caso, la Legge di Bilancio pone limiti stringenti: l’imposta sostitutiva si riduce dal 5% all’1%, applicabile su un massimo di 5.000 euro di premi. Nonostante questi numeri, la platea degli aventi diritto si restringe a circa 250.000 dipendenti, poiché il limite di reddito è fissato a 80.000 euro, ma i premi medi erogati sono spesso inferiori.

Questo scenario di manovre fiscali, benché ben intenzionato, solleva interrogativi sull’efficacia e l’equità delle misure poste in essere, indirizzate solo a una porzione limitata della forza lavoro.