Le dodici dimensioni del benessere

Le dimensioni del benessere sono quelle variabili latenti di cui parlavamo l’altra vota. Grossi aggregati che vanno fusi nel costrutto che avevamo definito essere benessere.

1. Ambiente. L’ambiente nel quale si vive condiziona fortemente il benessere dei cittadini. L’ambiente deve essere considerato il nostro capitale naturale che influenza il benessere umano in molteplici domini, sia direttamente attraverso le risorse, sia indirettamente attraverso i servizi. La più avanzata conoscenza scientifica e la cresciuta coscienza ecologica hanno messo in luce come le tipologie di produzione e consumo, l’uso di risorse ed energia, l’offerta di servizi eccetera possano modificare le condizioni dell’ambiente in misura rilevante. Il dominio o dimensione si basa su indicatori che forniscono la valutazione dello stato dell’ambiente in Italia, dei servizi eco sistemici, della qualità percepita e misurata dell’ambiente in cui vivono i cittadini, con particolare riferimento all’ambiente urbano. Indicazioni generali, su queste possiamo essere d’accordo. La parte difficile è dire: definisco questa la dimensione del benessere, voglio costruire un indice o indicatore, visto che è un sistema, che misuri la dimensione del benessere. Come posso fare? È stato aperto un grosso tavolo di lavoro, in cui si è detto: cosa aveva suggerito Stigliz e gli altri per valutare l’ambiente? C’è per esempio metri cubi acqua utilizzata dalla popolazione in un determinato comune. Perché? La risorsa idrica è una risorsa scarsa, se ne uso troppa consumo eccessivamente queste risorse. Avere l’acqua disponibile è allo stesso tempo qualcosa di importante. Se consumo poca acqua può anche darsi che non sia legato al fatto che io sia risparmioso, ma che come a Palermo ci siano alcuni quartieri che un giorno a settimana non hanno acqua, consumano meno. Un indicatore di quel tipo che è preso in considerazione ha i suoi pro e contro. Quantità di spazzatura prodotta. Tanta spazzatura? Significa che sto consumando troppo, io dovrei differenziare la mia produzione. Ci sono tonnellate di spazzatura raccolta e quanto e bisogna anche guardare quanto è la raccolta differenziata. Viene sufficientemente seguita? È un indicatore che potrebbe essere anche bello. Immagino di mettere questo, consumo dell’acqua e quantità di C02 che viene emesso nell’aria o Pm 10, polveri sottili, prodotte dalle automobili e sistemi di riscaldamento, provocano i tumori, e quando viene superata la soglia bisogna bloccare il traffico sennò diventa troppo pericoloso. Produzione di PM10 come la considero? Numero medio di PM10 nell’aria nel corso dell’anno. Posso anche considerare il numero di giorni in cui viene superata una certa soglia e quindi diventano giorni di rischio. Immaginiamo di scegliere come indicatore quello dei giorni di superamento della soglia di rischio di PM10. Ci troviamo di fronte ad una misura in metri cubi, l’acqua che viene consumata nel corso d’anno in un comune, poi le tonnellate di spazzatura che vengono prodotte e dei conteggi: giorni in cui supero i PM10. Ho tre indicazioni. Quanto è poco quanto è tanto? Quanti sono i metri cubi che dovrebbe consumare una città per persona per dire che sta rispettando l’ambiente? Quanto dovrebbe produrre una città pro capite di spazzatura all’anno? Quanti giorni? Zero dovrebbero essere i giorni in cui si supera la soglia di PM 10. Effettivamente, quanto è un numero di giorni di superamento della soglia del PM 10 che rappresenta un malessere per la città? 1-2-5? Non è facile dirlo. Dal punto di vista pratico, se sono definite le dimensioni, diventa complicato riuscire a costruire un indice unico. A questo punto vorrei dire: Genova o la Liguria come indicatore di benessere della dimensione ambiente ha 89, Milano 73. Genova a 89 sta meglio di Milano. Come arrivo a 89? come arrivo a costruire l’indice? Sono problemi difficili. Giovannini, presidente Istat e tanti uffici del comune, si chiedono quali sono gli indici per costruire una misura unica del benessere in termini di ambiente? Come faccio a rilevare queste informazioni? È facile dire abbiamo l’Arpal, agenzia regionale per l’ambiente, che ha le centraline dislocate per Genova. Ci dice quanto PM 10 è stato rilevato ogni giorno. Oppure anche prendo il numero di giorni in cui è stato superato il limite. Ma i metri cubi di acqua consumati a Genova non è facile averlo. Una volta all’anno viene qualcuno a vedere quanti metri cubi sono stati presi, poi c’è l’acqua persa nel tragitto, presa nei pozzi o dalle fonti, che non viene contabilizzata in nessun modo. Ci sono problematiche non indifferenti. Stiamo parlando di ambiente. Tra gli altri indici che ci sono abbiamo percentuale di territorio comunale con parchi naturali. Se hai dei parchi naturali l’ambiente è tutelato. Se io non ho nessun parco, ho zero, in Valle D’Aosta hanno tanto, cosa mi serve un indicatore che rimane fermo per dieci quindici anni? Un parco naturale o marittimo, può essere un indicatore della cura dell’ambiente, ma poi non posso fare i confronti nel tempo, rimangono stabili. Un indicatore deve avere un po’ di mobilità. La disoccupazione ha senso andarla a guardare. Non guardo la ricchezza dei paesi in relazione alla loro superficie, che è sempre la stessa.

2. Salute. È una dimensione essenziale del benessere individuale. Ha conseguenze che impattano su tutte le dimensioni della vita delle persone e in tutte le sue diverse fasi modificando le condizioni di vita e condizionando i comportamenti, le relazioni sociali opportunità e prospettive dei singoli. Riconoscendo la caratteristica multi dimensionale l’OMS definisce la salute come la capacità dei soggetti di essere in equilibrio con sé stessi, col proprio contesto e di godere di un completo benessere fisico mentale e sociale, non solo come assenza di malattia. E poi ci sono una serie di altre cose. Come facciamo a misurare la salute degli italiani? Non è facile. Idea è stata prendere le cause di morte più comuni per varie fasce di età. Mortalità infantile, incidenti stradali per i ragazzi, giovani fino ai 35 anni, morte per malattie cardio vascolari nella popolazione più adulta e anziana, nella popolazione anziana e malati di Alzaimer, ritenendo questi indicatori per la salute del paese. Se diminuiscono gli incidenti stradali e muoiono meno ragazzi nelle strade, l’idea è che la principale causa di mortalità vada a ridursi.

3. Benessere economico. Non è la semplice misurazione della capacità del sistema italiano di crescere, ma anche della sua capacità di trasformare la crescita economica in un aumento di equità e sostenibilità, attraverso un’analisi del sistema economico, delle politiche redistributive e loro effetti sulle famiglie.

4. Istruzione e formazione. Quanti anni studiamo? Qual è la percentuale di laureati o diplomati all’interno di una fascia di età.

5. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Obiettivo di questo dominio è sia misurare la partecipazione al mercato del lavoro sia la qualità del lavoro, qualificando i diversi segmenti di occupazione in relazione alla stabilità del lavoro, reddito competenze e conciliazione degli orari e tempi di lavoro e personale femminile

6. Relazioni sociali. Intensità delle relazioni sociali che si intrattengono non solo influiscono sul benessere ma rappresentano una forma di investimento e può rafforzare gli effetti del capitale umano e sociale. Gli indicatori considerati riguarderanno anche la fiducia inter personale.

7. Sicurezza. Essere vittima di un crimine può comportare perdita economica, danno fisico o danno psicologico dovuto al trauma subito. La paura di essere vittima di atti criminali può influenzare molto le proprie libertà personali, la propria qualità della vita e sviluppo del territorio

8. Benessere soggettivo. Queste informazioni soggettive forniscono il benessere percepito dalle persone rilevando opinioni soggettive sulla propria vita.

9. Paesaggio e patrimonio culturale

10. Ricerca e innovazione

11. Qualità dei servizi

12. Politica e istituzioni

Siamo in questa situazione. Il PIL è uno strumento importantissimo come statistica economica, rappresenta l’aggregato principale di macro economia. Ma presenta grossi limiti. Negli ultimi anni, a partire dal 2011, da quando Giovannini diventa presidente dell’Istat si è lanciato in maniera intensa su questo progetto perché lo vuole concludere, si è cercato di costruire indici alternativi per il benessere equo e sostenibile. Il problema fondamentale che c’è, questo discorso lo concludiamo la prossima settimana, è che c’è uno scollamento forte tra teoria ipotesi, grosse descrizioni delle dimensioni del benessere e loro effettivo calcolo. Abbiamo una idea chiara di cosa vorremmo misurare ma non so molto bene come misurarlo, è qualcosa di difficile. In questo momento stiamo parlando di qualcosa di attualissimo. In questi giorni, mesi si parla di questo. Ogni mese ci sono riunioni, gruppi di lavoro su questi argomenti che stanno cercando di venire a capo su questo problema. L’obiettivo sarebbe quello di riuscire a costruire un indice di benessere equo e sostenibile, concordato sulla base delle ipotesi formulate dalla commissione Stigliz, d’accordo con quanto è stato rilevato sugli italiani, possibilmente usando dati amministrativi. I dati amministrativi non hanno costo. Sono i dati delle amministrazioni pubbliche o possono essere dati che con convenzioni si prendono da privati. Il consumo di acqua si può provare a recuperare da aziende che la distribuiscono. Altre cose risulta difficile da pensare da rilevare con dati amministrativi, come per esempio il benessere soggettivo che dev’essere per forza raccolto con indagini campionarie. In questo momento sono state definite le 12 dimensioni e proposti, per ciascuna dimensione un certo numero di indici, nell’ordine degli 8-11 indici o indicatori. Ciascuno di questi indici è stato scelto perché ha una qualche caratteristica di interesse. Malattie dell’infanzia: se queste si riducono, la salute dei bambini migliora. Come rilevare i dati? C’è una tabella in cui c’è scritto misura del benessere, ogni quanto viene aggiornato il dato e dove si può recuperare? L’Istat fa il punto della situazione. Fa delle indagini. Alcuni dati si possono recuperare sull’indagine multi scopo delle famiglie, però ce ne sono altri che non si possono raccogliere, per esempio PM10 non ha dati su traffico, superamento di PM10. Attualmente, c’è questa tabella in cui abbiamo indice, chi produce il dato e con che periodicità il dato viene prodotto. Se fosse prodotto ogni 5 anni questo dato non avrebbe interesse da essere rilevato.