Voci del bilancio previsionale
Risultati differenziali: siamo sempre nell’ambito del bilancio dello stato e in particolare nella parte più prettamente finanziaria.
Sono riportati nel bilancio di previsione e nel rendiconto finanziario: sono valori semplici che ci possono dare info significative.
Risparmio pubblico: saldo netto da finanziare.
Indebitamento netto.
Ricorso al mercato.
Il saldo netto e il ricorso al mercato devono essere scritti nella legge di stabilità: sono due saldi cioè due differenze tra entrate e spese.
Vediamo che informazioni possiamo trarre dalle voci di cui sopra:
Risparmio pubblico = entrate tributarie + entrate extratributarie che sono in totale le entrate correnti.
Sono le entrate che lo stato dovrebbe avere ogni anno. A queste entrate correnti devono essere sottratte le spese correnti che sono uno dei titoli della spesa e sono frutto di riclassificazione delle spese e sono le spese per il personale, per il materiale di consumo, per interessi del debito pubblico, la spesa per ammortamenti.
Questa differenza mi indica quanta parte delle entrate correnti è a disposizione per investimenti in conto capitale cioè quella parte che viene risparmiato cioè non viene consumata. Se ho un risparmio allora questo lo posso destinare agli investimenti.
Quest’anno è negativo: per pagare quelle cose non mi bastano tutte le cose che riscuoto quindi mi devo indebitare e quindi il debito aumenta non per fare investimenti cioè aumentare il patrimonio dello stato ma aumenta per mantenere in moto la macchina dello stato. È un grande segno di pericolo per le finanze pubbliche.
Potrei fare un’alienazione ma questo mi risolve il problema per un anno, gli stipendi dovrò pagarli tutti gli anni, quindi dovrò cercare di diminuire le spese o aumentare le entrate.
Saldo netto da finanziare = entrate tributarie + entrate extra-tributarie (tasse, fitti attivi, dividendi) + alienazioni ed ammortamenti di beni patrimoniali e riscossione crediti.
Alienazioni = privatizzazioni o alienazione di beni mobili e immobili.
Ammortamenti è voce figurativa.
Poi occorre togliere le spese correnti + spese in conto capitale.
Spese correnti: per il funzionamento, acquisizione fattori a fecondità ripetuta. La differenza è il saldo netto da finanziare.
L’ammortamento è anche nelle spese correnti. Cosa mi indica? Indica il fabbisogno di copertura (tramite il ricorso all’indebitamento) di nuove o maggiori spese in conto capitale. Il saldo è sempre negativo cioè con IRPEF e IRES e con tasse, fitti attivi e dividendi, con alienazioni e riscossioni crediti non riesco a far fronte a spese correnti e investimenti quindi mi indica che se questo rimane il mio progetto per riuscire a far funzionare la macchina amministrativa dello stato e per fare investimenti devo finanziarmi.
È sempre di segno meno. Ma non bisogna avere giudizio negativo perché è vero che mi indebito però faccio investimenti quindi può andare bene. Se a fronte del debito ho un investimento può andare bene.
Invece c’è giudizio negativo se questo valore fosse positivo: perché sarebbe il segno che la pressione fiscale è eccessiva rispetto agli investimenti. Ma non è mai successo. Mi dice che per mantenere gli investimenti mi devo indebitare per quell’importo. Questo saldo netto da finanziare è un valore che troviamo anche espresso in legge finanziaria.
Indebitamento netto = entrate finali – riscossione crediti – (spese finali + spese derivanti da attività finanziarie).
Si pone in evidenza il saldo tra entrate e spese finali escludendo quelle di natura puramente finanziaria (nel caso delle entrate: riscossione crediti; nel caso delle spese: partecipazioni, conferimenti, concessione prestiti).
Sostanzialmente si puliscono le entrate e le uscite dalla parte finanziaria così si può vedere se questa attività puramente finanziaria peggiora o migliora l’attività di indebitamento forse.
Ricorso al mercato: lo si ritrova nella legge di stabilità. È dato da: entrate finali (tributarie, extra-tributarie e riscossione crediti) – spese finali (spese correnti e in conto capitale + rimborso prestiti che è il terzo titolo di spesa.
Esprime l’entità dell’indebitamento a medio/lungo termine potenzialmente effettuabile nell’anno di riferimento. Questo significa che nelle spese abbiamo tutte le spese che abbiamo in programma sulla base del programma, le entrate finali sono le correnti + alienazioni e riscossione crediti.
Questo significa che se mantengo immutato quello che voglio fare allora il gap tra le due voci deve essere finanziato con nuovo indebitamento cioè attraverso emissione di titoli di Stato e contrazione dei mutui (con enti sovra ordinati cioè tipo europei).
Questo non è il debito pubblico, è il nuovo indebitamento, è l’accensione dei nuovi indebitamenti. Sono i nuovi debiti che devo contrarre per far fronte a quelle spese. Se non esistesse debito pregresso il ricorso al mercato coinciderebbe all’indebitamento netto direi, perché non ci sarebbe il rimborso dei prestiti.
Questi sono i risultati differenziali. Poi di solito c’è ulteriore indicatore: avanzo e disavanzo primario = entrate finali – (spese finali – spesa per interessi). Spese finali depurate dalla spesa per interessi.
Questo risultato rappresenta il saldo netto da finanziare qualora non vi siano debiti pregressi. Così diciamo che noi stiamo facendo bene, la colpa non è nostra ma di quelli che sono venuti prima di noi che si sono indebitati, ma noi stiamo facendo bene. Se il risultato fosse positivo diremmo che ci dobbiamo indebitare perché quelli prima di noi si sono indebitati tanto e quindi dobbiamo pagare tanti interessi passivi.
Negli ultimi anni è sempre stato positivo, quest’anno dopo tanto tempo siamo tornati a segno negativo. Mi devo indebitare per pagare gli interessi quindi la situazione è particolarmente difficile. Con avanzo primario grazie a privatizzazioni la situazione è migliorata e poi piano piano si è rallentata.
Questo era il discorso sui risultati differenziali dello stato che sono semplici e molto indicativi.