L’utilità che l’utente attribuisce al servizio reso

Se vi è scambio a prezzi di mercato (vendo una prestazione di servizio e la rendo a prezzo di mercato: alcuni asili nido e la ricerca universitaria):

  • Valore d’uso >= valore di scambio.
  • Utilità prezzo pagato attribuita al servizio.

Allora questa regola vale se non vi è scambio a prezzi di mercato: utilità percepita dall’utente (se la do gratuita oppure in cambio chiedo una semplice contribuzione alle spese che devo sostenere allora non ho un indicatore immediato come il fatturato che mi permette di sapere l’utilità che il consumatore attribuisce) allora devo procedere con delle indagini per vedere se quello che produco vale oppure no (questionario della didattica. Il ministero dice che dà tanti soldi alle università e allora cerca di indagare l’utilità che viene attribuita) quindi servono degli INDICATORI DI EFFICACIA.

Non ho il fatturato allora devo attivare delle metodiche che mi permettano di misurare la qualità della prestazione ovvero se la prestazione erogata è efficace oppure no, riesce a raggiungere gli obiettivi? Ma allora prima mi ero dato degli obiettivi.

Indicatori di efficacia

EFFICACIA – espressione della capacità di un’azione di raggiungere l’obiettivo prefissato.

Se l’obiettivo è quello di rendere un servizio utile alla collettività devono essere fissati degli INDICATORI possibilmente quantitativi per poterne facilmente monitorare il raggiungimento (sono contenti se nel giro di sei mesi trovano un posto di lavoro, l’indicatore lo devo ridurre in termini di numeri, se lo metto in termini di frasi non ha senso. Devo trovare dei numeri per poi poterli monitorare).

Difficoltà nel verificare l’equilibrio economico

Subentra tale difficoltà. Equilibrio economico significa economicità.

Ma se sono in una amministrazione pubblica non serve dire che per essere economico devo fare ricavi maggiori di costi perché non ho un capitale di pieno rischio di cui deve garantire l’integrità nel corso del tempo come fa l’impresa che deve remunerare il capitale con il vincolo di pieno rischio, sennò non gli do i soldi.

In presenza di capitale con il vincolo di pieno rischio.

Ricavi = costi nelle pubblica amministrazione. Se ricavi sono uguali ai costi allora l’amministrazione pubblica opera con economicità. Viene verificato al 31/12 mediante la determinazione del risultato economico d’esercizio.

Al 31/12 quindi si dovrà relazionare un bilancio con RICAVI = COSTI.

Il valore della produzione ottenuta costo della produzione ottenuta: il valore della produzione non riesco a determinarlo in nessun modo i costi riesco invece tenendo la contabilità generale.

La misurazione dell’utilità del servizio è affidata ad indicatori di efficacia.

Il costo lo posso verificare se introduco contabilità generale ma mi permette di misurare l’efficienza cioè input sono le risorse consumate e l’output è la qualità dei servizi resi. (io produco consumando delle risorse e ottengo dei servizi.

Se fossi in impresa il mercato mi direbbe l’utilità del mio prodotto e poi confronto coi costi e vedo se ho operato con economicità. In una amministrazione pubblica il valore della produzione non ce l’ho allora cerco di trovare l’utilità che il fruitore riceve attraverso gli indicatori (quantità e qualità dei servizi prodotti e li confronto con gli input).

Nelle PA l’ECONOMICITA’ dipende:

  • Dall’efficacia quantitativa e qualitativa (dati certi obiettivi di quantità e qualità di servizi che voglio rendere vedo se ci arrivo);
  • Dall’efficienza (cioè dal rapporto tra input ed output).

In altri termini VERIFICARE L’EQUILIBRIO ECONOMICO vuol dire accertare se vi è creazione di ricchezza, quindi, servizi resi >= risorse consumate.

Devo renderle in modo omogeneo queste due entità, esprimerli entrambi in valore (moneta). Ma nell’amministrazione pubblica non riesco a quantificare il valore in moneta. Allora il valore lo ottengo ricorrendo al costo e il costo lo ottengo se tengo contabilità generale. Quindi devo tenere la contabilità economico patrimoniale oppure facendo un lavoro sulle spese.

Cosa serve nella PA per verificare l’equilibrio economico

  • Strumento informativo contabile adeguato (mi serve prima di tutto questo, il sistema di contabilità finanziaria non è adeguato, mi potrebbe permettere di derivare dalle spese in conto esercizio e in conto capitale in costi d’acquisto ma non potrei mai arrivare a calcolare i costi di utilizzazione).
  • Redigere il conto economico e lo stato patrimoniale (una volta rilevati il costo di utilizzazione devo riuscire a trovare un risultato economico anche se non riesco a trovare il valore e poi redigere lo stato patrimoniale).
  • Trovare una soluzione al problema della misurazione della produzione ottenuta (come faccio a valorizzare la produzione ottenuta? La prima grossa legge è stata la 142/90 in cui si impone di operare con economicità, efficacia ed efficienza e poi il decreto attuativo si è avuto dopo 5 anni in cui la soluzione trovata è stata quella dei ricavi di vendita nei EELL e si dice che i ricavi sono i tributi, la finanza di trasferimento in c/esercizio e i proventi da realizzo).

Per gli EELL

VALORE DELLA PRODUZIONE = ricavi di vendita (tributi, trasferimenti in c/esercizio, altri proventi) + incrementi fattori a fecondità ripetuta uso interno (un software) globalmente questo è il VALORE CONVENZIONALE.

COSTO DELLA PRODUZIONE = sommatoria dei COSTI D’UTILIZZAZIONE così si ha il VALORE DETERMINABILE forse dalla differenza tra i due.

Ne consegue che il significato da attribuire al risultato economico d’esercizio è quello di richiamare l’attenzione sul consumo delle risorse.

RICAVI = COSTI. Il valore della produzione ottenuta costo della produzione ottenuta è CONVENZIONALE e DETERMINABILE X risorse consumate.

Il risultato economico non esprime economicità ma dell’efficienza, esprime la capacità dell’AP che è stata dotata in via anticipata di un certo flusso di risorse e si vede che quantità e qualità di servizi ha reso.

Come viene valorizzata la produzione ottenuta

  • SANITÀ: contributi in c/esercizio quantificati mediante DRG (prezziario con cui la regione Liguria compra dagli ospedali le prestazioni di servizio, gli ospedali sono pagati in funzione di questo tariffario) nelle AO e quota capitale nelle ASL + entrate proprie (le ASL fanno assistenza tramite medici di base e poi fanno diagnostica e vengono finanziate in base alla popolazione che c’è sul territorio della ASL, più è la popolazione e più c’è domanda e anche in base alla vecchiaia della popolazione e poi anche tramite alle epidemie che si verificano.
  • EELL: trasferimenti in c esercizio + tributi locali + entrate proprie (altri proventi).
  • ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI : trasferimenti correnti + entrate proprie (proventi dei servizi).
  • REGIONI: non si prevede niente, nemmeno il conto economico.
  • STATO: non si prevede niente, nemmeno il conto economico.

Un altro modo per determinare il risultato economico e quindi misurare l’economicità (seppur in modo sintetico e sempre solo in termini di efficienza), può essere guardare il patrimonio netto: patrimonio inizio periodo, il fatto di avere un patrimonio significa che ho fattori a disposizione per produrre, poi posso comprarne dei nuovi e sostenere delle spese, queste spese se sono spese per acquisto dei fattori e li utilizzo allora mi provocano i costi della produzione ottenuta.

Poi dal confronto tra valore residuo dei fattori e i fattori acquistati non utilizzati allora trovo il patrimonio di fine periodo forse.

In pratica:

  • Solo le aziende della sanità pubblica vengono costituite come aziende e quindi dotate di un fondo di dotazione iniziale che costituisce il loro patrimonio netto di cui devono dimostrare l’integrità in termini di valore (utile, perdita, pareggio) come fanno le imprese (mediante Stato Patrimoniale e Conto Economico).
  • Le altre AP quando sorgono sono dotate di un patrimonio di cui devono rendere conto principalmente mediante la tenuta di inventari a valori storici di acquisizione dei singoli beni che concorrono alla redazione di un rendiconto patrimoniale che non permette però di determinare dei risultati economici e quindi l’integrità del patrimonio in termini di valore (se coi soldi che mi danno devo produrre allora non tocco il patrimonio e non mi indebito, se non invece non riesco allora intacco il patrimonio).

Il concetto di economicità va interpretato in modo adeguato perché l’AP nel 90% dei casi quello che produce non lo vende a prezzi di mercato in concorrenza con altri e quindi non riceve un prezzo che è espressione dell’utilità che l’utente riceve. Allora l’economicità la possiamo misurare con riferimento al valore della produzione e il legislatore ci dice di metterci un certo valore ma ci sono dei punti di debolezza in questo concetto.