Gli obiettivi finali e intermedi – Gli strumenti

Ci sono interessi pubblici alla base della regolamentazione e sono identificati nella trasparenza, correttezza eccetera e questi sono gli obiettivi della regolamentazione.

Quindi per realizzare questi obiettivi bisogna identificare le strutture di mercato più idonee alla loro realizzazione.

Vediamo meglio nel dettaglio gli obiettivi finali: il concetto di stabilità nel complesso cioè un mercato è stabile quando dispone dei meccanismi di prevenire situazioni patologiche ma può esserci il fallimento di una banca però occorre evitare che si crei il contagio.

Quando c’è stato il fallimento LB si è diffuso in tutto il mondo un contagio che ancora non si placa.

Efficienza allocativa significa finanziare i progetti di investimento dai rendimenti più elevati al netto del rischio!

Quando sono offerti rendimenti elevati, bisogna sempre vedere il rischio che è celato dall’investimento.

La trasparenza ha anche una connotazione che deve essere imposta dall’organo di vigilanza. Correttezza significa gestire la banca in modo sano e prudente.

Gli obiettivi non sono statici ma varia da un momento storico ad un altro.

Paletti all’acquisizione delle partecipazioni da parte delle società industriali verso le banche.

Strumenti prudenziali: regole uguali per tutti gli intermediari volte a limitare il rischio complessivo sia quello insito in singole operazioni bancarie. Il patrimonio è il presidio ai rischi che nascono a seguito dell’attività posta in essere dalla banca.

La banca fa prestiti, è bene porre una correlazione tra l’attività di credito e il patrimonio della banca.

Ci sono anche norme che riguardano il frazionamento del rischio, se la banca fa prestiti ad un solo cliente è molto rischioso quindi è bene avere delle norme che impongano un frazionamento del rischio e non concentrarlo in un solo cliente.

Nulla vieta che le banche assumano partecipazioni nelle aziende ma non devono essere di misura tale che se fallisce un cliente allora falliscono anche loro.

Comunque nessun insieme di coefficienti può garantire la solvibilità del sistema bancario moderno.

Vigilanza macroprudenziale pone la sua attenzione sui rischi sistemici, una scoperta recentemente fatta è che può esserci un contagio e occorre mettere a frutto l’insegnamento di appositi indicatori tipo i prezzi degli immobili che si sono rivalutati dell’80% non hanno riferimento con gli aumenti del PIL, quindi manca una attenzione nelle autorità di vigilanza che riguarda i vari settori.

Strumenti informativi: mensilmente le banche sono obbligate a dare la loro situazione degli impieghi, dei prestiti, dei depositi, dei tassi. Così l’ODV conosce la situazione degli intermediari.

Strumenti ispettivi: da banca soggetto pubblica alla banca come impresa, è una rivoluzione copernicana.

Ora ci sono meno strumenti di controllo di struttura e ci sono invece forme di controllo mediante l’imposizione di coefficienti. Occorre che ci siano regole uniformi di proporzionalità.

Come si controllano gli intermediari?

Bisogna avere dati, documenti, notizie che vengono mandati dalle banche alla BI.

Norme prudenziali sono i coefficienti che le banche sono tenute ad osservare.

L’analisi delle situazioni aziendali viene fatta annualmente.

Il nuovo governo ha prodotto una manovra finanziaria che vuole essere una manovra di rientro dal debito pubblico e di crescita nel segno dell’equità.

Una sintesi grezza di questa manovra è questa: una parte rilevantissima delle entrate proviene dall’aumento della tassazione sugli immobili, una parte meno rilevante proviene dalla tassazione sulle attività finanziarie, una parte delle entrate non attuali ma future deriva da una riforma delle pensioni.

Per gli immobili c’è stato un aumento del 60% delle rendite catastali quindi le imposte sugli immobili aumenteranno del 60%. In più ci sarà il ripristino dell’ici sulla prima casa magari sotto altro nome, questa imposta è frequente in Europa, l’idea è che la casa che si serve di diversi servizi quindi le entrate vengono raccolte in questo modo.

Non si può dire che questa manovra dell’ici sia nel segno dell’equità. Aumento sulle attività finanziarie, ci saranno forse delle imposte di bollo, forse una percentuale sui depositi, forse percentuale proporzionale, anche sui dossier dei portafogli, anche sugli acquisti di valuta.

Un’altra tassa che è stata messa è un’imposta dell’1,5% sui capitali scudati: il governo precedente, Tremonti ha spaventato molto coloro i quali avevano capitali all’estero, si potevano farli rientrare pagando il 4%, cioè paghi il 4% e poi diventano capitali uguali agli altri cioè si affrancano le eventuali evasioni passate su questi capitali.

Chi ha obbedito all’esortazione del governo di far rientrare i capitali ora li tassano ancora, certo lo stato perderebbe di credibilità cioè aveva detto per farli entrare vi faccio pagare il 4% e basta, invece ora fanno pagare di più.

Lui avrebbe proceduto diversamente piuttosto che rimangiandosi la parola data, lui avrebbe fatto così: avrebbe fatto una convenzione con la Svizzera per la quale i capitali tedeschi che sono andati in Svizzera vengono tassati dalle banche svizzere alla fonte e poi il gettito fiscale viene trasferito alla Germania.

Non viene denunciato il nome di questo possessore di capitali all’estero però la banca in cui si trovano i soldi ha l’obbligo di fare un prelievo molto grosso sui redditi e di trasferire il gettito al paese che ha fatto questo accordo.

Così questi capitali avrebbero dato un grande gettito in futuro. Per quanto riguarda il sistema pensionistico hanno anticipato le norme di posticipazione dell’età cioè entravano in vigore dal 2016, ora dicono dal 2013.

Si dice che non bastano politiche di rientro fiscale, ma occorrono anche politiche per la crescita, perché il problema non è solo che abbiamo poche entrate e molte uscite e così i creditori non si fidano di noi, il problema è anche che se cresciamo poco allora in futuro sarà difficili pagare il debito perché questo si paga col reddito e se il reddito non cresce non si riesce a pagare ed inoltre questo scoraggia la produzione.

Si vogliono anche proteggere le pensioni dall’inflazione fino a 900 euro. Sono stati presi provvedimenti a favore delle banche e a favore dell’industria. A favore delle banche: le banche italiane sono considerate poco affidabili perché hanno in pancia titoli del debito pubblico italiano.

A favore dell’industria attraverso incentivo alla ricerca e di detassazione dell’IRAP. L’industria italiana è in gran parte refrattaria alla ricerca. Aneddoto: un giovane laureato di questa università aveva vinto un assegno di ricerca da neolaureato che veniva finanziato dallo stato per fare ricerca presso un’impresa industriale importante dal punto di vista della ricerca scientifica.

Lui era molto scocciato perché gli facevano tenere la contabilità di certi prodotti tecnologicamente più avanzati. Cioè usavano dei fondi destinati alla ricerca scientifica per finanziarsi un impiegato cioè un ragioniere avrebbe potuto fare quel lavoro. Questa era grande industria italiana considerata al top della ricerca scientifica in Italia.