L’età della pensione in Italia
L’aumento dell’età pensionabile è uno dei temi più delicati nel panorama previdenziale italiano. Con l’incremento della speranza di vita a 65 anni, sembra sempre più probabile un ulteriore innalzamento dal 2027.

L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha recentemente affermato che entro la fine di luglio 2025 verranno pubblicati i dati definitivi sulla speranza di vita. Tali informazioni, però, dovrebbero confermare le proiezioni già diffuse precedentemente.
Il legame tra speranza di vita e età pensionabile
La speranza di vita, specialmente quella post-65 anni, è un fattore chiave nella determinazione dell’età pensionabile. Misurata dall’Istat tramite modelli demografici complessi, è un parametro cruciale per il Ministero dell’Economia nel fissare gli adeguamenti alla soglia pensionistica e alla durata delle carriere contributive richieste.
Nel 2024, l’indicatore della speranza di vita ha toccato i 21,2 anni, il numero più alto dal 2019. Ciò rappresenta un’inversione rispetto agli anni bui della pandemia, quando la mortalità aumentata tra gli anziani aveva fatto calare tale valore. Quindi, cosa significa questo per chi sta pensando alla pensione? Potrebbero presto trovarsi a lavorare più a lungo.
Gli effetti del cambiamento: cosa aspettarsi nel 2027
Se l’attuale legislazione dovesse seguire il suo corso, l’aumento della speranza di vita porterà a un innalzamento dell’età pensionabile dal 2027: da 67 anni a 67 anni e tre mesi. Inoltre, sarà richiesto un aumento dell’anzianità contributiva necessaria per la pensione anticipata, che salirà a 43 anni e un mese.
Queste modifiche si basano sul confronto fra la speranza di vita media del biennio 2023-2024 e quella del 2021-2022, evidenziando un aumento di sette mesi. Una porzione di questo incremento, comunque, è da attribuire al recupero del calo di quattro mesi vissuto durante la pandemia globale del 2020-2021.
Il ruolo dell’Istat e l’impatto legislativo
L’Istat, guidato dal presidente Francesco Maria Chelli, ribadisce la sua funzione puramente tecnica. L’istituto si limita a produrre dati statistici sulla speranza di vita, utilizzando metodi accurati e stime demografiche elaborate. Tuttavia, le decisioni sui requisiti pensionistici spettano agli organi istituzionali competenti, cioè il Ministero dell’Economia e il Parlamento.
Come sottolineato da Chelli, il ripristino degli alti livelli di speranza di vita segnala una buona salute del sistema sanitario italiano, che è stato in grado di rispondere efficacemente alla pandemia. Questo aumento nei livelli di longevità ritorna in linea con le tendenze prima della crisi sanitaria.
Potenziali sviluppi politici
Nonostante quanto stabilito dalla legge, c’è sempre spazio per interventi legislativi. Alcuni politici hanno già espresso la volontà di rinviare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027. Partiti come la Lega hanno riaperto il dibattito sulla stretta correlazione fra l’età pensionabile e la crescente longevità.
In precedenti occasioni, il Parlamento italiano è già intervenuto per modificare o sospendere gli adeguamenti automatici fissati dalla legge. L’attuale situazione potrebbe rappresentare un’altra sfida per le forze politiche, che dovranno trovare un equilibrio fra sostenibilità finanziaria e richieste sociali.
Riflessioni sull’aumento della speranza di vita

L’incremento della longevità a 65 anni, oltre a impattare sull’età pensionabile, è un segnale di benessere collettivo. Rappresenta il miglioramento delle condizioni di salute degli anziani, della qualità dei servizi sanitari e dell’adozione di stili di vita più sani.
Eppure, questa maggiore aspettativa di vita richiede una riflessione profonda sul futuro del sistema previdenziale. Un crescente numero di anziani con una vita più lunga aumenta la pressione sui conti pubblici, rendendo urgenti politiche attive sul lavoro e meccanismi di flessibilità pensionistica.