Le grandi novità delle pensioni nel 2026: cosa cambierà?

Le grandi novità delle pensioni nel 2026: cosa cambierà?

La nuova legge di Bilancio 2026 introduce aumenti per le pensioni minime, un graduale innalzamento dell’età pensionabile e modifiche ai benefici per i lavori gravosi: ecco come cambierà il sistema previdenziale italiano.

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Nel panorama previdenziale italiano, il 2026 porterà con sé una serie di modifiche significative alle pensioni. Nonostante la nuova legge di Bilancio presentata dal governo Meloni non abbia le pensioni come tema centrale, alcuni cambiamenti chiave hanno catturato l’attenzione. Queste novità, alcune delle quali entreranno in vigore nel 2027, riguardano aumenti degli importi, variazioni dell’età pensionabile e altre misure rilevanti.

Aumento degli importi minimi: una spinta ai redditi più bassi

Uno degli aspetti più discussi della nuova legge di Bilancio 2026 è l’aumento previsto per le pensioni minime, destinato a sostenere gli anziani e le fasce di reddito più basse. Saranno aggiunti 20 euro mensili alle pensioni di chi ha superato i 70 anni, alzando in questo modo il trattamento minimo. L’intento di questo incremento graduale, che prosegue per il terzo anno consecutivo, è contrastare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Tuttavia, non tutte le richieste politiche sono state accolte: Forza Italia, ad esempio, continua a chiedere un minimo di 1.000 euro al mese. Grazie a questo provvedimento, i pensionati idonei potrebbero beneficiare di un incasso annuale extra di 260 euro, distribuito sulle tredici mensilità.

Modifiche all’età pensionabile: requisiti anagrafici e contributivi

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Un altro cambiamento previsto riguarda i requisiti di età e contributivi per ottenere la pensione di vecchiaia e anticipata. A partire dal 2027, sarà introdotta una modifica graduale che vedrà i requisiti aumentare di uno o due mesi all’anno. Questa scelta moderata è in contrasto con l’approccio più brusco previsto in passato dalla Legge Fornero. In sintesi, nel 2027, l’età minima per la pensione di vecchiaia sarà di 67 anni e un mese, per poi passare a 67 anni e 3 mesi nel 2028. Le pensioni anticipate continueranno a dipendere dai contributi versati, ma vedranno anche loro un leggero innalzamento dei requisiti nel medesimo periodo.

Lavoratori graviti e usuranti: i cambiamenti nei vantaggi

I lavoratori impegnati in attività particolarmente faticose conosciute come “gravose o usuranti” non vedranno inasprire i requisiti temuti per la pensione. Questi sono già soggetti a norme agevolate e continueranno a poter andare in pensione a 66 anni e 7 mesi. Tuttavia, è importante notare che la deroga che consentiva un trattamento preferenziale, come l’accesso anticipato con soli 30 anni di contributi, verrà gradualmente eliminata dal 2027. Allora, chi svolge lavori gravosi dovrà allinearsi ai requisiti generali, perdendo quindi parte del vantaggio acquisito in passato.