1° Parte delle domande dell’esame

INTRODUZIONE

1. Come cambia la concezione dell’impresa nel passaggio dall’economia agricola a quella industriale?

2. Come cambia la concezione dell’impresa nel passaggio dall’economia industriale a quella dell’informazione?

3. Come cambia la concezione del lavoro nel passaggio dall’economia agricola a quella industriale?

4. Come cambia la concezione del lavoro nel passaggio dall’economia industriale a quella dell’informazione?

L’IMPRESA: DEFINIZIONE E FINALITA’

1. Le finalità dell’impresa: la massimizzazione del profitto

La massimizzazione del profitto, obiettivo principale dell’impresa, non rappresenta l’unico fine ultimo della produzione. Il sistema liberale di Adam Smith non funziona (mano invisibile). Il profitto non è la risposta a tutti i problemi ma questo non significa che non bisogna impostare una strategia testa alla massimizzazione del profitto.

2. Le finalità dell’impresa: la sopravvivenza

Sopravvivere in maniere libera ed autonoma nel mercato: sopravvivere significa permanere nel tempo all’interno del mercato, libera da creditori e da banche. L’obiettivo è si massimizzare e tenere positivo il rapporto input-trasformazione-output.

3. Le finalità dell’impresa: la creazione del valore

L’impresa ha obiettivo di creazione di valore, valore economico, in ultima analisi anche per gli azionisti. Si parla però anche di valore in senso sociale, creare valore, apportare un messaggio positivo nella società attraverso il prodotto e la produzione (vedi esternalità).

4. Che cos’è il paradigma del valore?

Creare valore: input-trasformazione- output, quindi mercato impresa mercato, POSITIVO

5. Le finalità dell’impresa: lo sviluppo dimensionale

Il fine dell’impresa è quello di crescere per essere più forte. Talvolta le piccole dimensioni possono agevolare un’impresa in quanto la rende flessibile. Ma il mercato è caratterizzato da una quantità enorme di concorrenti, e spesso una piccola dimensione viene facilmente sorpassata facilmente da concorrenti più grandi.

6. Le finalità dell’impresa: il profitto condizionato

Si riferimento alla teoria dei limiti sociali: un’impresa deve trovare un equilibro tra profitto e soddisfazione sociale. Deve creare un guadagno soddisfacendo gli stakeholders e i detentori di interesse

7. Le finalità dell’impresa: il successo sociale

Un’impresa attraverso il suo operato può raggiungere successo economico(grazie a cui ha una utile positivo) competitivo e sociale (grazie al quale l’impresa accumula un capitale di reputazione). Il successo sociale è più duraturo del successo competitivo. Ma l’impresa non deve basare la sua politica su di un successo sociale: con prezzi bassi ottieni un successo sociale ma non sei in grado di mantenere il tuo bilancio positivo.

8. Quali sono gli attori di cui l’impresa deve tener conto e che impatto hanno sul conto economico?

Il generale gli attori sono tutti quelli che in qualche modo detengono interessi e dipendono direttamente o indirettamente dal ciclo produttivo dell’impresa. Qui troviamo fornitori, clienti, competitori,dipendenti, enti sociali e in generale azionisti e stakeholders.

9. Come può essere definita l’impresa?

L’impresa è un organizzazione economica, un sistema sociale (in quanto luogo in cui si sviluppano relazioni), una struttura patrimoniale (in quanto insieme di beni e servizi di valore. Il fine dell’impresa è quello di soddisfare i bisogni umani creando valore. L’imprenditore prima di fondare l’impresa osserva la realtà e quindi decide di creare l’impresa sulla base di ciò che a suo parere manca o non è sufficiente ai suoi occhi nella società. L’impresa è un mezzo ridistributore di ricchezza all’interno di un sistema sociale. Tutti lavorano con un fine ultimo unanime.

10. Come si realizza la coerenza della formula imprenditoriale nell’ambito del mercato?

La coerenza in ambito imprenditoriale di realizza con il raggiungimento dei fattori critici di successo, questi sono la risultante del raggiungimento di un vantaggio competitivo e di competenze differenziali. Queste portano l’imprenditore ad avere una posizione di controllo sul mercato.

11. Come si realizza la coerenza della formula imprenditoriale nell’ambito della società?

La coerenza in ambito sociale la si ha con la realizzazione e la messa in atto delle aspettative sociali, questa è la risultante tra una cultura d’impresa e un vantaggio differenziali. In questo modo si raggiunge l’approvazione sociale.

12. Quali sono i vantaggi di una formula imprenditoriale coerente?

Una formula imprenditoriale coerente ha come vantaggio principale la creazione di utile. Il controllo sul mercato e l’approvazione sociale sono quelle due determinanti che rendono coerente l’obiettivo dell’imprenditore grazie al quale si ottiene utile.

L’IMPRESA COME SISTEMA

1. Perché si dice che l’impresa è un sistema e quali ne sono gli elementi fondamentali?

L’impresa viene definita un sistema in quanto è un insieme di risorse e di attori che sono legati tra loro con l’obiettivo di realizzare una determinata attività. Non è una somma di risorse e di attività ma è una combinazione che si va a formarsi via via nel tempo in uno specifico ambiente. Distinguiamo tra patrimonio genetico (spinta imprenditoriale, risorse disponibili e relazioni) e progetto strategico (visione e missione, strategia competitiva, modello di sviluppo e utilizzazione delle risorse).

2. In che cosa consiste la proprietà autopoietica dell’impresa?

Un’impresa viene definita autopoietica in quanto è un sistema che evolve a partire da sé stesso, per cui non c’è divisione tra produttore e prodotto. L’impresa viene definita sia chiusa sia aperta: chiusa in quanto cerca di mantenere alcune conoscenze e caratteristiche distintive all’interno dell’impresa, aperta in quanto deve essere appunto aperta ad ogni sorta di relazione di partnership con l’ambiente esteso con cui si confronta giornalmente.

3. Gli attori dell’ambiente esteso

Gli attori dell’ambiente esteso sono gli acquirenti, i concorrenti, i fornitori e i distributori. Questi attori possono essere attuali, potenziali o diretti/indiretti e rappresentano quei soggetti con cui l’impresa ha un rapporto che può essere attivo o passivo.

4. Le condizioni dell’ambiente esteso

L’ambiente esteso ha una determinata condizione economica,la quantità di offerta di lavoro ecc. L’ambiente intorno al quale un’impresa si insedia è caratterizzato dalla presenza di figure come investitori (azionisti, risparmiatori, organi pubblici), autorità pubbliche (enti locali, governi nazionali), forze sociali (partiti politici, associazioni) ed organismi rilevanti (università, forze dell’ordine). Nel loro insieme rappresentano le forze che hanno la capacità di influenzare il comportamento dell’impresa ed i relativi risultati nel breve termine.

5. Come si passa dall’ambiente esteso all’individuazione dell’ambiente rilevante per l’imprese e che ruolo hanno i fattori soggettivi?

L’impresa non ha relazioni con tutto l’ambiente poiché opera una riduzione selettiva sviluppando nuovi collegamenti, rafforzando e abbandonandone altri. La percezione attraverso cui un’impresa definisce il proprio ambiente si articola attraverso due aspetti: il primo si basa sugli attori e sulle condizioni necessarie per mettere in atto una certa azione, la seconda sulle modalità attraverso cui l’impresa si propone di influenzare attori e condizioni. L’ambiente diventa rilevante nel momento in cui è sfruttato dall’impresa ed interiorizzato allo scopo di innescare una propria evoluzione. Infatti l’ambiente rilevante è tale per l’impresa in quanto attori e condizioni rappresentano potenzialità di sviluppo ed evoluzione.

6. Che cosa significa l’aggettivo “competitivo” quando si parla di ambiente?

Con l’aggettivo competitivo, intendiamo l’ambiente nel quale l’impresa è costretta a stabilire relazioni con attori e condizioni. Da questo scambio e da questa interazione nasce l’ambiente competitivo (si entra in questo ambiente nel momento in cui nasce una competizione con un altro attore). Sono quelle forze che permettono all’impresa di svolgere le attività, intese come stimolo e come insieme di eventi che contrastano e favoriscono le componenti dell’attività dell’impresa.

7. Le forze competitive: quali sono i fattori da considerare quando si analizza la competizione diretta?

Parliamo delle forze competitive in relazione a quelle forze che agiscono in un ambiente competitivo e rendono tale lo stesso. Queste forze sono rappresentate da:intensità della concorrenza, fornitori, nuovi entranti, beni sostituti e acquirenti. Questi cinque gruppi rappresentano le forze che alimentano la competizione diretta e mettono a dura prova le scelte e le decisioni dell’impresa.

8. Come si possono bloccare i nuovi entranti?

Un fattore che influenza direttamente le condizioni competitive è rappresentato dai nuovi entranti, ovvero imprese che non fanno parte del mercato ma che dispongono delle condizioni potenziali per entravi. Alcune strategie vengono messe in atto per evitare l’entrata di queste nuove forze nel mercato come ad esempio l’abbassamento dei prezzi. Le cosiddette barriere rimangono comunque il mezzo preferito dalle imprese per il raggiungimento del loro obiettivo.

9. Che cosa sono le barriere all’entrata?

Le barriere all’entrata sono strategie messe in atto da aziende e da altri enti (es: istituzione pubbliche) in modo da bloccare l’entrata di potenziali nuove imprese all’interno del mercato. Le barriere all’entrata sono di tre tipi: le barriere istituzionali (che hanno origine esogena, derivano e sono determinate dalla legge), le barriere strutturali (economie di scala, economie di esperienza, economie di scopo, possibilità economiche per fronteggiare gli alti investimenti richiesti dal mercato vantaggi di costo, condizioni favorevoli di accesso) ed infine le barriere strategiche (ovvero strategie e comportamenti degli incumbent che attuano o minacciano di attuare con l’obiettivo esplicito di scoraggiare l’entrata dei concorrenti potenziali o comunque di renderla costosa).

10. Che caratteristiche devono avere le barriere all’entrata per essere efficaci?

La minaccia delle barriere diventa efficace nel momento in cui sono percepibili e credibili. D’altro canto un’impresa inizierà la creazione delle barriere nel momento in cui vede che c’è una convenienza strategica e una sostenibilità finanziaria tale da non sviare l’obiettivo primario dell’impresa stessa.

11. Che cosa sono le barriere all’uscita?

Le barriere all’uscita sono ostacoli dinatura strutturale che rallentano o addirittura impediscono l’uscita dal settore anche alle imprese disposte in tal senso. Esistono diversi fattori che creano le barriere all’uscita: il grado di idiosincraticità degli impianti utilizzati per la produzione, il livello di interazioni e rapporti ancora in atto con altri attori del mercato, l’intervento di soggetti istituzionali e forze interne all’impresa.

12. Che cosa significa che un mercato è contendibile?

Un mercato è contendibile quando un attore può entravi facilmente ed altrettanto facilmente può uscirne. Questo mercato per definizione non ha barriere né all’entrata né all’uscita.

13. Che cosa si intende per beni sostituti?

Due prodotti o servizi vengono definiti sostituti, quando pur avendo caratteristiche merceologicamente diverse, assolvono ad una stessa funzione d’uso (l’elasticità incrociata è positiva ed elevata). All’aumentare del prezzo di un bene aumenta la quantità venduta di un altro bene e viceversa.

14. Come ci si può difendere dalla minaccia dei beni sostituti?

Diversi sono i mezzi per evitare questo effetto: il miglioramento del valore/prezzo del prodotto rispetto a quello dei sostituti, riposizionamento del prodotto, differenziazione del prodotto, aumentare e migliorare la distribuzione, (ecc.).

15. Come di calcola l’elasticità incrociata della domanda e a che cosa serve?

16. Come si manifesta la pressione competitiva dei fornitori e degli acquirenti?

La pressione competitiva si manifesta a attraverso il potere contrattuale che può essere o a favore de i fornitori o a favore degli acquirenti. Nel caso sia a favore dell’acquirente significa che vi è un grosso numero di fornitori disponibili e quindi gli acquirenti possono scegliere. Analogamente vale il ragionamento inverso.

17. Da che cosa dipende la pressione competitiva dei fornitori e degli acquirenti?

Dipende dalla quantità di fornitori ed imprese presenti sul mercato, dalla differenziazione del bene. (è la stessa cosa del potere negoziale???)

18. Che cosa s’intende per “ambiente competitivo specifico del business”?

L’ambiente specifico de business è quella parte dell’ambiente competitivo che riguarda l’impresa in quanto impegnata in quel determinato business. L’ambiente competitivo del business è delineato dalle stesse categorie di forze utilizzate per distinguere l’ambiente competitivo dell’impresa. La natura del business non è necessariamente la stessa che si osserva nell’ambiente competitivo nel suo complesso.