Come si fa per prevedere la popolazione

Metodo empirico: la popolazione è uno stock, tutti gli stock si alimentano con uno stock in entrata (numero dei nati) e uno stock in uscita (numero dei morti).
Popolazione totale = popolazione t-1 + numero dei nati – numero dei morti.
L’incremento è la velocità con cui si muove la macchina demografica.
Se ho una popolazione nel 2003 di 6,273 x 1% ottengo la popolazione del 2004.
Poi la popolazione del 2004 x 1% = popolazione del 2005 e così vi sino all’anno 2008.
L’1% è l’incremento medio annuo che comunica la banca mondiale.
Relazione di definizione (Pt = Pt-1 + delta P) ipotesi di comportamento (delta P = p x Pt – 1). La traduzione in simboli delle ipotesi che, secondo me, consentono di spiegare il fenomeno in esame è la seguente: Pt = P0 x (1+p)¯ͭ.
Da qualunque momento posso avere un anno qualunque.
Deve essere giusta la popolazione iniziale e il tasso di crescita.
Ma viene un modello esponenziale.

La stazionarietà significa tasso di crescita vicino allo 0 (questo è successo fino al 1750).
Se N = M la popolazione rimane costante. Devo spiegare perché subito è stabile poi forte accelerazione poi torna stazionario. Da molto prossimo allo 0% fino al 2,7%, poi dagli anni 70 decelerazione fino a popolazione limite (non esiste perché magari uomo inventa qualcosa per economizzare l’energia e può aumentare ancora).
Per migliorare il modello occorre vedere cosa influenza il tasso di crescita.
La popolazione limite è intorno agli 11 miliardi.
Il controllo della popolazione è possibile solo se lo stato ha il controllo del territorio (nessuno si fida di nessuno in Cina, nel caseggiato c’è di sicuro una spia del regime). Questo significa che dovrei disporre di qualche ipotesi su come funziona il tasso di crescita.
Voglio trovare quando la popolazione cresce e diminuisce.

Per elaborare una teoria bisogna applicarne altre ed effettuare dei cambiamenti.
Teoria degli stadi: ipotizza (parte dal presupposto) che dobbiamo spiegare il tasso di crescita della popolazione.
Si può dimostrare che il tasso di crescita della popolazione è uguale al tasso di natalità meno il tasso di mortalità. Allora se il tasso di crescita é quel p = n – m pertanto n = N / popolazione; pertanto si può suddividere la storia in stadi:
I stadio: alta mortalità e alta natalità rimane stazionaria. Si impenna nel 1800 grazie ad una grandissima innovazione, cioè le fognature a Londra che hanno consentito di abbattere tasso di mortalità. E per un certo periodo di tempo, la natalità è rimasta invariata rispetto al I stadio.
Nel terzo stadio le donne si fanno furbe: non vogliono più fare 10 figli. Con passaggio dalla civiltà industriale al terziario questo ha comportato profonde trasformazioni etiche sul ruolo della famiglia, della donna.
La natalità si riporta in linea con il tasso di natalità del II stadio se non su livelli più bassi. Poi si riallinea. Questa teoria spiega abbastanza bene l’evoluzione demografica.
Quindi, il modello ha un campo di validità limitato. Ma quel modello è potentissimo perché è un esempio di modellino dinamico.
Nella statica le variabili non hanno il pedice tempo.

Harrod dice che occorre arrivare ad una teoria più dinamica: le variabili sono datate e la datazione consente di avere modelli discreti (1, 2, 3, 4) oppure continui (tutti i numeri che ci sono tra 1 e 2). Se vogliamo parlare della teoria della crescita facciamo riferimento alla scala dell’anno.
Potrei mettere PIL Stati Uniti x il suo fattore di crescita = PIL Cina x il suo fattore di crescita e poi risolvo secondo t (uso la formula del modello).

I dati sulle migrazioni anticipano il ciclo economico cioè ci si muove verso dove ci sarà forte crescita.
La diminuzione della popolazione in Liguria dimostra che è diminuita la crescita (300.000 persone che non si vestono, non mangiano, non comprano servizi). L’andamento della popolazione è endogeno rispetto all’andamento dell’economia.