Lavorare senza paga: la dura realtà dei supplenti brevi in Italia

Lavorare senza paga: la dura realtà dei supplenti brevi in Italia

Nelle scuole italiane, molti docenti supplenti affrontano un inizio anno scolastico difficile: lavorano senza ricevere stipendio. Le loro storie, già riportate dai microfoni di Open, sollevano il velo su una questione emergente e complessa.

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Una supplente in una scuola superiore della provincia di Udine, madre di due piccoli, condivide la sua frustrazione: “Non ci è stato dato alcun pagamento, nonostante abbiamo seguito tutte le procedure. Non possiamo dipendere unicamente dal salario di mio marito”. Un’altra docente esprime la stessa frustrazione, raccontando come l’incertezza di pagamento spesso induce ansia e rabbia.

Il meccanismo di pagamento per i supplenti brevi: dove si inceppa?

I supplenti brevi, secondo la normativa vigente, dovrebbero ricevere lo stipendio entro 30 giorni. Il processo prevede il controllo del contratto da parte dei dirigenti scolastici e l’autorizzazione attraverso il sistema Sidi, che inoltra le informazioni a NoiPA, la piattaforma del ministero dell’Economia per i pagamenti. Tuttavia, nonostante gli adempimenti tempestivi da parte delle scuole, spesso si verificano ritardi nel trasferimento delle risorse statali necessarie per saldare gli stipendi.

Anief, sindacato che supporta i supplenti, ha osservato un numero crescente di segnalazioni per ritardi di pagamento. Maria Guarino, rappresentante del sindacato, spiega che “le scuole attendono i fondi dal ministero, bloccati spesso oltre le scadenze stabilite. Così, molti insegnanti vivono di prestiti o aiuti familiari“. Questo evidenzia un ciclo problematico reso difficile dai lunghi procedimenti legali per i ricorsi, che molti evitano poiché generalmente gli stipendi vengono pagati, anche se in ritardo.

Il ministero dell’istruzione ribatte: disservizi da attribuire altrove

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Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato che, a differenza del passato, non esistono problemi finanziari, precisando che i fondi sono disponibili e che i disservizi non dipendono direttamente da loro. L’accento è posto sulla disponibilità finanziaria sufficiente nei capitoli di bilancio per coprire gli stipendi di settembre e ottobre. Questa posizione è un chiaro tentativo di prendere le distanze dai ritardi.

Nel frattempo, il ritardo delle scuole nel ricevere i fondi è un tema che Anief continua a sollevare, esortando a maggiori interventi che garantiscano un flusso regolare di risorse. Tuttavia, fino ad ora, la situazione rimane invariata.

Cambiamenti all’orizzonte: supplenze brevi e legge di Bilancio 2026

Una proposta nella bozza della Legge di Bilancio 2026 ha suscitato dibattito. Essa suggerisce che, per assenze fino a 10 giorni nelle scuole secondarie, i docenti di ruolo saranno sostituiti da personale interno, piuttosto che da supplenti. Questo, però, non si applica agli insegnanti di sostegno o delle scuole elementari, dove le supplenze brevi sono ancora previste per coprire le necessità didattiche.

Nonostante questi sviluppi, le sfide affrontate da chi presta servizio su brevi incarichi restano significative e continuano a richiedere soluzioni concrete.