Nuova era per gli elettrodomestici
Con l’approvazione di una normativa tanto attesa, si compie un passo rilevante verso un futuro più sostenibile per i consumatori europei. Le aziende avranno tempo fino al 13 giugno 2026 per adattarsi al nuovo quadro che incoraggia la riparazione degli elettrodomestici, limitando l’obsolescenza programmata e potenziando l’economia circolare.

Il Fondamentale Diritto di Riparare
La necessità di una svolta in questo senso nasce da crescenti problemi legati all’obsolescenza programmata e dalla difficoltà nel reperire componenti per le riparazioni. Un’indagine della Fondazione Ellen MacArthur nel 2019 ha rivelato che ogni cittadino europeo produce mediamente 17,7 kg di rifiuti elettronici all’anno, con appena il 35% di questi riciclati. Ciò rappresenta non soltanto una perdita significativa di risorse, ma causa un considerevole impatto ambientale. Per i consumatori, la spesa per la sostituzione di dispositivi a causa di piccole disfunzioni ammonta a miliardi di euro annualmente. La Commissione Europea, in allineamento con il Green Deal Europeo e il Piano d’Azione per l’Economia Circolare, ha deliberato diverse misure legislative per prolungare la durata dei prodotti e minimizzare i rifiuti. Tra queste, la direttiva sul diritto alla riparazione acquistata particolare rilevanza, trovando una normativa attuativa formale anche in Italia con effetto dal 13 giugno 2026.
Accesso Aperto a Istruzioni e Ricambi

Il diritto alla riparazione si fonda principalmente sull’accesso aperto a istruzioni precise e pezzi di ricambio. Per quanto riguarda le istruzioni, la regolamentazione richiede ai produttori di fornire a consumatori e riparatori indipendenti documentazione tecnica dettagliata e chiara per poter intervenire sui propri prodotti. Questo include manuali dettagliati, schemi e linee guida per la risoluzione delle problematiche, favorendo non solo il fai-da-te, ma anche la trasparenza nei servizi di riparazione professionale. Dall’altro lato, la disponibilità di pezzi di ricambio è crucialmente regolamentata: i produttori devono garantire la fornitura di queste componenti per un periodo adeguato post-acquisto. Puntando a evitare pratiche restrittive, come l’utilizzo di software per abbinare i componenti in modo da rendere difficile o impossibile la sostituzione, la normativa incoraggia l’uso di ricambi compatibili che rispettino standard di sicurezza e qualità.
Benefici Economici e Ambientali Prevedibili
L’introduzione dell’accesso alla riparazione dovrebbe portare numerosi vantaggi sia economici che ambientali. Dal punto di vista economico, si prevede una riduzione nei costi per i consumatori. Un’analisi della Commissione Europea nel 2020 sugli effetti di estendere la vita dei prodotti di un anno stimava un risparmio di circa 12 miliardi di euro annuali. L’ampia disponibilità di ricambi e di informazioni tecniche è destinata a vivacizzare il mercato delle riparazioni, portando potenzialmente a una riduzione dei costi per tali servizi. Dal punto di vista ambientale, la riduzione dei rifiuti elettronici emerge come obiettivo cardine. Stando ai dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, un incremento della capacità di riparazione dei beni potrebbe contribuire a abbassare le emissioni di carbonio legate alla produzione di nuovi prodotti e alla gestione dei rifiuti. Si è stimato che prolungare la durata di vita dei prodotti di cinque anni potrebbe ridurre le emissioni di carbonio di un range tra il 20 e il 30%.