I primi passi percorsi per la costruzione di indici di benessere

Una delle indagini che si usa in Italia è quella sulla qualità della vita fatta dal Sole 24 ore che pubblica annualmente i risultati a livello di ogni singolo comune o città relativamente a sei domini, ambiti:

  • Tenore di vita
  • Affari e lavoro
  • Servizi ambiente e salute
  • Ordine pubblico
  • Popolazione
  • Tempo libero

Rispetto a questa graduatoria Genova si posiziona al 25esimo posto. Questa non è l’unica indagine che viene fatta. Dal 2003 il QUARS, una struttura che valuta la qualità della vita a livello regionale, pubblica lo studio a livello regionale e calcola 41 indicatori raggruppati in 7 domini:

  • Ambiente
  • Economia e lavoro
  • Diritti e cittadinanza
  • Salute
  • Istruzione
  • Pari opportunità
  • Partecipazione

È un altro studio che viene fatto in maniera disorganica. C’è una coerenza interna. La scelta, l’organizzazione e lo studio di questi indici avviene in maniera indipendente dal contesto internazionale. Lo sforzo che ora si sta cercando di fare è costruire indicatori di benessere che abbiano una qualche confrontabilità internazionale anche se è difficile. C’è una valanga di esperienze settoriali e territoriale. Lega Ambiente pubblica Ecosistema urbano (aria acqua trasporti rifiuti, trasporto mobilità). Rilevazione istat sui dati ambientali delle città, poi fondazione (fondazione Singola) che ha creato il PIQ, scomponendo le quattro componenti: captale umano, conoscenza e costruzione della domanda, sviluppo del prodotto o servizio e presidi delle reti e relazioni nazionali ed internazionali. Ci sono la Confartigianato e tutta una serie di enti locali, Ires in Piemonte, camera di commercio di Venezia, ufficio statistico della provincia di Pesaro Urbino, rapporto sulla economia sociale di Sardegna. Ci sono indici ed indicatori che vengono organizzati, stimati, raccolti e gestiti da strutture differenti. Sono molto interessanti, per molti versi sono disorganici. Possiamo avere una certa serie storica, confrotnabilità territoriale per ambiti locali, ma si perde una confrontabilità a livello nazionale, hanno una validità territoriale abbastanza limitata. Abbiamo anche altri, associazione italiana sugli studi sulla qualità della vita, bilanciamo il futuro. Arriviamo al progetto italiano nel senso di livello nazionale. Il cosiddetto BES. Sul sito indice dell’Istat trovate il logo del Benessere Equo e Sostenibile. Trovate anche in parte il materiale che ho citato in questa piccola presentazione. Il Benessere equo e sostenibile nasce da CNEL e Istat. Trae ispirazione dalla commissione Stigliz. Lo scopo, a livello internazionale, sarebbe quello di cerare indicatori di benessere che possano essere confrontabili a livello spaziale e temporale. È in linea col dibattito internazionale secondo il quale per valutare il progresso di una società vanno usati parametri non solo economici ma anche sociale ed ambientale, corredati da misure di equità e sostenibilità. Il comitato di indirizzo sulla base delle categorie suggerite da Ocse e Stigliz e i risultati delle multi scopo 2011 ha definito dodici dimensioni del benessere. Se andiamo a vedere le indagini multi scopo delle famiglie che vi ho citato nell’ambito del corso, ci sono alcune domande. Per esempio la 27.5, utilizzando un punteggio da uno a dieci, può indicare quanto sono importanti questi aspetti?

  • Avere un lavoro dignitoso di cui è soddisfatto
  • Essere in buona salute
  • Sentirsi sicuri nei confronti della criminalità
  • Avere un reddito adeguato
  • Servizi di pubblica utilità accessibili e di buona qualità.

Rispetto a questi aspetti, quanto li ritiene importanti?

  • Vivere in una società in cui ci si possa fidare degli altri
  • Buon livello di istruzione
  • Tempo libero adeguato e di buona qualità
  • Istituzioni pubbliche in grado di svolgere bene le loro funzioni
  • Buone relazioni con amici e parenti

Quanto sono per lei importanti questi aspetti?

  • Essere felici in amore
  • Il presente e il futuro delle condizioni dell’ambiente
  • Partecipare alla vita della comunità locale attraverso strutture politiche e associative
  • Poter assicurare il futuro dei figli dal punto di vista economico e sociale
  • Poter influire sulle decisioni dei poteri locali e nazionali

Queste sono per esempio alcune domande che sono state poste e servono a capire quali sono le definizioni di benessere che una persona ha. Possiamo mettere 10 a tutto ma ci sono alcune cose essere più o meno importanti. Basandosi su questo e su altre indagini, si è cercato di capire quali siano i punti più importanti che identificano la felicità, ma soprattutto il benessere: benessere e felicità sono due cose diverse, il benessere per un cittadino italiano. Non necessariamente deve coincidere con quello di altri cittadini. È chiaro che le componenti che entrano a costituire il concetto di benessere possano essere differenti a livello territoriale. L’approccio si basa sulla premessa che il benessere è legato a tempi luoghi e culture e non può essere definito univocamente. Per raggiungere una misura condivisa a livello nazionale è fondamentale un confronto e dialogo tra diversi attori. Che in Italia tutti sono mammoni può essere vero. Se confronto la coesione familiare italiana, e il fatto che il 90% dei figli vada a vivere in un raggio di due chilometri dalla casa dei genitori, mentre in America i figli vadano a lavorare in altre città, la visione di ruolo della famiglia nel benessere è diversa. Non si può pensare che la coesione fisica e familiare possa essere un elemento importante di benessere sia in Italia che negli USA. Lo stesso dicasi nel nord, dove la visione che ho di famiglia è differente. Febbraio 2011 l’Istat ha realizzato la prima rilevazione statistica su un campione rappresentativo di 45 mila persone dai 14 anni in su. Detto ciò è stato messo su un sito web che si chiamava www.misuredelbenessere.it, chiedeva alle persone di contribuire esprimendo la loro opinione in base alle varie dimensioni del benessere che erano state individuate. Da ottobre 2011 a febbraio 2012, qualcosa che non si è conclusa neanche un anno fa, i cittadini sono stati invitati a rispondere online ad un questionario per esprimere le proprie opinioni sul set delle 12 dimensioni che sono state individuate. Era un’auto selezione del campione. La rappresentatività del campione in queste condizioni è abbastanza debole. Se una persona decide di entrare a far parte del campione è una persona che ha attitudini particolari rispetto all’argomento e non necessariamente il campione è rappresentativo della popolazione italiana.

Le dimensioni che sono state individuate sono queste:

  1. Ambiente
  2. Salute
  3. Benessere economico
  4. Istruzione e formazione
  5. Lavoro e conciliazione tempi di vita
  6. Relazioni sociali
  7. Sicurezza
  8. Benessere soggettivo
  9. Paesaggio e patrimonio culturale
  10. Ricerca e innovazione
  11. Qualità dei servizi
  12. Politica e istituzioni

Queste dimensioni condividono qualcosa col PIL ma in buona parte no. Questo questionario che chiedeva opinioni su queste dimensioni è stato compilato da 2.518 persone, servono a dare un orientamento. Il 90% era di età compresa tra i 25 e i 64 anni e ben 2/3 avevano un livello di istruzione piuttosto elevato. È interessante capire chi è che risulta essere interessato alla costruzione di indici di questo tipo. Quasi la metà risiede in una regione del Nord, 1/3 in una del centro e il resto nel meridione. Questi sono i risultati che sono stati dati. È un grafico abbastanza curioso. È un istogramma di base, ma le barre hanno lunghezza uguale, fanno 100% tutte. È un grafico che si usa molto. La barra colorata di scuro rappresenta coloro che hanno considerato la salute come qualcosa di estremamente importante o prioritario nella valutazione del benessere. Più chiaro è quelle persone che non hanno considerato tale elemento determinante per la definizione di benessere. Se volessimo dare una classifica delle dimensioni più importanti identifico la salute come definizione prioritaria della dimensione del benessere. Ambiente al secondo posto, istruzione formazione, qualità dei servizi, lavoro conciliazione e tempi di vita, il benessere economico non è la più selezionata. Il benessere economico è importante ma non è la più importante tra coloro che hanno risposto. Questi vanno presi con le pinze. Se hanno risposto giovani di un certo livello culturale è probabile che abbiano anche un lavoro sufficientemente retribuito e non concepiscono il benessere economico come una mancanza. Quando uno non ha soldi diventa quello il problema principale, bisogna vedere le caratteristiche dei rispondenti. C’erano poi altre definizioni del benessere. Una delle più interessanti era l’ equità e la giustizia sociale politica e partecipazione dei diritti a scalare altre opzioni. Se andiamo a distinguere tra maschi e femmine, maschi chiaro e femmine scuro, vediamo che l’equità e giustizia sociale più importanti per femmine piuttosto che per i maschi. Benessere psicologico e lavoro e conciliazione dei tempi della vita, forse perché tutte le donne hanno da stare con i figli. I maschi hanno più bisogno di relazioni sociali, benessere fisico salute e percepiscono come più importante rispetto alle femmine il benessere economico. C’è anche una differenza nel benessere tra maschi e femmine. Ancora questo, aspetti che caratterizzano l’Italia in positivo o in negativo, sono domande pericolose, possono avere validità limitata nel tempo. Cosa caratterizza l’Italia verso l’interno e esterno? Patrimonio artistico e culturale per moltissimi, paesaggistico per tantissimi, alimentazione, quando l’italianità, il welfare e sanità in maniera ridotta. La descrizione dell’indice è qualcosa di molto difficile. Non esiste nessuna sacra scrittura che esista un indice di benessere che si fa in questo modo. Siete abituati a dire: la varianza si calcola in questo modo, la dimostrazione di un teorema è questa. Quando bisogna costruire l’indicatore è complicato. Nel PIL è facile, nasce da un modello economico che ha la sua logica. Con la costruzione di un indicatore di questo tipo è molto complicato, non esiste alcun modello che ci dica se stiamo andando o no nella direzione giusta. In linea di massima, dallo studio dell’Istat si può costruire questa mappa semantica, andare a vedere con cosa è collegata la parola benessere secondo gli italiani. In linea di massima si dice che il benessere dovrebbe essere un fine della politica. Dovrebbe orientare le politiche ai bisogni degli individui. Benessere significa buoni servizi, non c’è benessere senza equità, benessere è un benessere collettivo. Significa coesione sociale, benessere non è solo crescita economica, è un investimento che può ridurre la spesa sanitaria. Queste sono le parole che si sono più fuse di più col concetto di benessere al termine di una indagine. La visone di benessere degli italiani era legata a queste concordanze. La mappa semantica si utilizza molto nello studio dei testi. Se voi volete studiare con che cosa è collegata la parola amore a tutte le poesie italiane prendete amore e trovate tutti i collegamenti. La usano molto gli psicologi. Cosa significa partecipazione, precisione. Dà l’idea di cosa significhi benessere, quali siano i concetti che ruotano attorno al benessere nella testa degli italiani.