Le tecniche di indagine

Le tecniche di indagine sono essenzialmente tre:

  • L’intervista diretta, faccia a faccia. La persona intervistata è intervistata dall’intervistatore e compila il questionario. Questa è una procedura che avviene in forma cartacea, non sempre ma molto spesso.
  • Intervista telefonica: persona contattata telefonicamente dall’intervistatore.
  • Auto compilazione. Sono diverse da una cosa che chiameremo autoselezione del campione, si chiarirà poi successivamente.

In generale, l’intervista, e quindi l’intervista diretta e telefonica, l’auto compilazione non è una intervista. L’intervista prevede intervistatore o rilevatore e l’intervistato, il rilevato, o comunque l’unità statistica, persona o azienda. L’intervista comporta un processo di interazione tra l’ intervistatore e intervistato. Non è un rapporto alla pari, c’è una asimmetria, non simmetria. L’intervistatore fa domande all’intervistato e si deve comportare secondo tutta una serie di regole che non.

Come si somministra il questionario? Dipende. Può essere somministrato in vari modi.

Lunghezza del questionario. L’anno scorso c’è stato il censimento? Il censimento somministrato per via postale, poi auto compilazione. La persona si metteva li e chi aveva voglia in famiglia rispondeva riconsegnando il questionario in centri di raccolta comunali, oppure poteva portarlo alla posta che lo riceveva gratuitamente, o via internet ottenendo una ricevuta elettronica da stampare e conservare per evitare la multa perché c’è l’obbligo di rispondere al questionario.

Struttura del questionario. La tipologia di questionario deve essere tanto più libera quanto meno sappiamo del fenomeno. Se non sappiamo nulla di un certo fenomeno, possiamo procedere ad un sistema di intervista, chiamato intervista qualitativa. In linea di massima facciamo una chiacchierata con l’intervistato su alcuni temi. Voglio capire quale sia una certa situazione nelle gang di ragazzini che vivono in zone deprivate delle città o delle grosse città. Piuttosto che fare questionari nelle bidonville piuttosto che nelle baraccopoli, è meglio intervistare opportunamente alcune persone. Questa forma di intervista è detta qualitativa. Se riesco ad avere una visione sempre più chiara del problema, uso forme più definite: questionario semi strutturato e strutturato. Strutturato? È, per esempio, il questionario del censimento. è perfettamente strutturato, presenta domande a scelta multipla sugli argomenti che vogliamo noi. Semi strutturato? considero qualcosa sul fenomeno ma non tutto il fenomeno del nostro interesse. Se voglio un questionario strutturato Queste domande devono coprire totalmente le opzioni possibili. Se non le conosco, non posso usare una forma completamente strutturata. Quali sono le principali criticità di Genova oggi? Posso pensare: disoccupazione, traffico, criminalità, servizi pubblici che non vanno bene. Ognuno potrebbe aggiungerne. In queste situazioni, su queste domande, si preferisce utilizzare o domande semi strutturate dove posso esprimere altro o si lascia la risposta aperta da parte del rispondente. Il rispondente può scrivere lui ciò che è più pertinente. Ciò genera problematiche. 3500 questionari e 3500 persone hanno risposto cose simili ma diverse, devo ricodificare per essere in grado di analizzare.

Tipologia e approfondimento dei temi trattati. Se devo chiedere a voi che scuola avete fatto? Scientifico classico tecnico professionale? La rosa è di quei dieci istituti. Posso inserire la voce altri istituti per quelli residuali. La rosa è definita, se uno ha fatto una tipologia di liceo non ne ho fatto un’altra. Se vi chiedessi l’aggettivo che associate in maniera più forte con la parola statistica? A parte gli insulti, non è semplice. Adesso il 23 non c’è lezione. È la giornata italiana della statistica. La mattina facciamo un intervento con le scuole superiori. Questionario? Che percezione hanno gli studenti delle superiori della statistica. Non è facile trovare il modo di raccogliere informazione. I liceali hanno questa percezione, prima di studiarla. Fare un questionario è molto complicato, come regola di vita, se dovete costruirlo, mai risposte aperte. Cosa ne pensa della situazione del porto di Genova? Mai aperta, complicato riuscire a ricodificare. A meno che non sia un campione molto ristretto. Nelle interviste non strutturate, qualitative, le persone che sono intervistate sono di solito poche, sono figure chiamate mediatori culturali. Se voglio caprie le dinamiche all’interno di gang giovanili, posso parlare con persone specifiche, queste magari mi spiegano, diventa una specie di indagine giornalistica se vogliamo. Perde i connotati di analisi quantitativa e assume quelli di una analisi qualitativa. Se ho un grosso numero di risposte aperte, dovete ricodificarle per poterle analizzare, oppure riportarle tutte ma allora si perde del beneficio della sintesi che dà la scienza statistica. Se intervistate 3500 persone e 3 domande aperte? 10500 risposte aperte e bisogna trovare il modo di sintetizzare in poche categorie, non è per niente facile. Se voi, per la tesi pensate di sottoporre alle aziende un questionario di qualche tipo, cercate di fare scelta multipla, o scelta singola o numeriche. Quanti dipendenti avete, qual è il vostro fatturato? Avete uffici all’estero? Si-No. Cercate di evitare il più possibile le domande a risposta aperta. La scelta della tecnica di somministrazione del questionario è legata all’unità della rilevazione. Possiamo avere le imprese, le istituzioni, gli individui oppure le famiglie. È chiaro che a seconda dell’unità di rilevazione cambia la tecnica di somministrazione del questionario. Per esempio, se voi andate a parlare con la camera di commercio o guardate anche su un database nel quale noi abbiamo l’abbonamento in facoltà, potete trovare per gruppi di aziende le e-mail, e potete predisporre un questionario on line che può essere proposto alle aziende via e-mail. Si genera una e-mail. Buongiorno, mi chiamo Pinco Pallino, sto facendo una tesi in presso facoltà di economia, studio di, sarei grato se la sua azienda volesse rispondere a queste domande utili per tesi il cui relatore è Tezie. Mail col link. Può cliccare e si apre una decina di pagine, poche domande per pagina e le persone possono rispondere. Voi andate sul sito e potete scaricare il file Excel con tutte le risposte con il questionario. Questo non potete farlo con le famiglie e le istituzioni. Le modalità di intervista. Quella che storicamente è più intervista è la modalità PAPI. Acronimo che si può indicare in due differenti modi: paper and pencil interview, intervista carta e penna, o paper assisted personal interview. In realtà quella che ritengo più aderente al vero è la carta e penna, paper and pencil. Pensate, se l’avete visto, al questionario del censimento, domande e crocette. È il metodo base, è il modello base.

Ci sono, ovviamente, vantaggi e svantaggi.

Vantaggi

Certezza dell’identità dei rispondenti. Non può succedere che faccio un questionario per l’amministratore delegato e risponda la segretaria dell’amministratore delegato. Se fatto via internet, non posso vedere chi mi sta rispondendo. Però, se vado in azienda col foglio e so che l’amministratore delegato si chiama Pinco Pallino, so che è lui e l’identità del rispondente è certa.

Possibilità di fornire chiarimenti. Se l’intervistato ha dei dubbi, se le domande non sono poste in maniera chiara, nonostante tutta la fatica che si possa fare per realizzare il questionario, qualche domanda può non venire chiara, c’è la necessità di dare chiarimenti all’intervistato.

Possibilità di motivare gli intervistatori. Se voi mandate una e- mail, uno può dire ah, si poi rispondo. Arrivano 50 mail, la vostra mail va in fondo e chi s’è visto s’è visto. Questi sistemi dicono tra tutti hanno risposto alcuni non altri. Rinnoviamo l’invito? Rimando la mail solamente a quelli che non hanno risposto. Ogni mail ha un link diverso. Da un punto di vista cartaceo, se c’è l’amministratore delegato o chiunque che si trova davanti il tesista che dice, mi rispondi alle domande? Alla fine risponde, per toglierselo dai piedi. Se fatto r via internet: non l’ho vista, non è arrivata, è andata nello spam, mille scuse possibili per non rispondere.

Svantaggi. Se avete tante persone che girano per fare interviste

L’organizzazione complessa e costo elevato.

Effetto rilevatore. Essendoci tanti rilevatori può esserci il rilevatore che non ha voglia, magari mette lui le crocette al posto di chi dovrebbe rispondere, fatto gravissimo, ma magari non è capace a dare una spiegazione giusta a domande. Campionamento per quote a volte si usa. Se il rilevatore intervista: madre, sorella, madre del ragazzo/a, ecco che l’effetto rilevatore si trasforma in una forma di errore, detto errore non campionario

Reticenza. Le persone possono anche non avere piacere di ricevere una persona con il questionario carta e penna a mettere le crocette. Se è una intervista casa devi fare le persone a casa, in ufficio devi farle entrare in ufficio e non ne hai voglia.

Possibile che ci sia incoerenza nelle risposte. C’è un comportamento psicologico strano nelle persone che rispondono alle domande, specialmente quelle politiche ma non solo. Di solito le prime risposte hanno modalità di una valutazione differente rispetto alle ultime. A volte se la persona è arrabbiata col governo, sindaco e istituzioni, inizialmente ci va giù pesante. Cosa ne pensa dell’operato del governo? Una schifezza. Dopo che il nervoso è passato, comincia a rispondere con un po’ più di calma. È possibile allora che ci siano incoerenze nelle risposte

Siete mai stati intervistati? La stessa domanda può essere posta più volte o in maniera leggermente diversa, per vedere se c’è una corrispondenza tra la domanda posta precedentemente e la domanda posta dopo, per vedere se la persona stia dando giusta attenzione alle domande. Se il questionario è lungo la persona si stufa, si annoia e risponde male.

Cosa succede? Il questionario cartaceo è uguale per tutti. Se avete preso il questionario del censimento, a parte le due versioni, long e la short form, il questionario cartaceo è un questionario sempre uguale, stampato per tutti. Se anziché usare la carta uso il computer, posso mischiare le domande in modo che la prima domanda non sia mai sempre la stessa e l’ultima domanda non sia sempre la stessa, in maniera tale da ridurre l’effetto noia delle risposte. I questionari dovrebbero essere brevi. Una decina di domande, non più di tre – quattro minuti. L’alternativa rispetto al Papi è il CATI, è quello in linea di massima più utilizzato nei sondaggi elettorali. Sondaggi dei telegiornali, dei programmi, sono in linea di massima condotti secondo questa metodologia, sembra una cosa stratosferica, ma è molto semplice. Una persona telefona, fa le domande, invece di immettere i dati sulla carta, scrive direttamente sul computer la risposta. Più veloce, più economico, l’intervistatore telefona, meno invasivo per la persona, non si trova a dover accogliere l’estraneo. Però, evidentemente, ha anche degli svantaggi. Non consente di dedicare molto tempo ad ogni intervistato. I sondaggi telefonici vengono condotti, ma costano un euro cinquanta ad intervista. A loro non interessa farle benissimo, ma averne tanti, prima rispondi meglio è. Il vantaggio? Non devo fare la ricodifica dalla versione cartacea a quella elettronica. Le domande di incrocio, quelle di verifica se la persona risponde a caso o no, in questo caso hanno il controllo automatico. Se io prima rispondo che il rosso mi piace tantissimo, e poi rispondo che non potrei mai indossare qualcosa di rosso, ecco che magari si accende la lampadina sul computer che dice questo sta rispondendo in maniera non coerente. Si può cercare di ovviare al problema somministrato altre domande. Usando il computer è anche possibile fare percorsi guidati in maniera più semplice. Lei è mai andato a comprare un mobile negli ultimi 12 mesi? No, salta la tre. Se si, dove, cosa hai comprato, quanto hai speso? Queste interviste strutturate su più livelli sono invece molto più facili se il questionario non è cartaceo ma elettronico. È utile avere il questionario elettronico perché a quel punto è impossibile saltare le domande. Può succedere che sia fatto male dal punto di vista puramente tipografico e ci sia la domanda in altro a destra alla quale non risponde nessuno perché non la vede nessuno.