Adozione delle misure europee

Il questionario sulle adozioni delle misure europee: quando l’Europa ci chiede qualcosa noi possiamo prendere le richieste e buttarle nel cestino, ma poi il mercato reagirebbe.

Quindi se diciamo alla BCE che non facciamo quello che vogliono allora la BCE non ci compra più i titoli, inoltre i mercati che ci vedono non fare le cose che li tranquillizzerebbero un po’ allora non ci comprano i titoli.

I mercati si rendono subito conto che non prendiamo i provvedimenti del caso.

Se va Mario Monti alla guida di un governo tecnico: l’euforia determinata dall’ultimo vertice dell’unione europea. Hanno deliberato di ridurre il costo del denaro di ¼ di punto.

Così i prezzi delle obbligazioni e delle azioni scendono.

Papandreu l’unione europea gli ha detto che gli abbonavano il 50% dei debiti, cioè il 50% dei debiti non li pagate. E d’ora in poi inoltre fai tutte queste manovre.

All’inizio c’è stato ma poi pian piano le riforme erano più difficili e le ha sottoposte a referendum, poi non l’ha fatto ed è cambiato il governo.

Perché le banche sono quelle che risentono di più di questa situazione? Perché hanno comprato tanti titoli di stato come è normale che sia.

Nei prossimi mesi andrà in scadenza un grosso ammontare di titoli del debito pubblico italiano quindi dovranno emettere titoli a tassi molto elevati. In questi ultimi due giorni da quando c’è l’ipotesi che Monti vada a capo del governo i tassi stanno scendendo, e non sulla base che lui sia bravo perché prenderanno gli stessi provvedimenti.

Si pensa che il cambio euro dollaro si svaluterà, è la valuta di un’economia debole che non cresce tranne uno due tre paesi (Germania, Francia che comunque ha spesa pubblica rilevante insieme al debito pubblico) quindi l’euro dovrebbe indebolirsi. Per ora non si sta svalutando tanto perché il dollaro non scoppia di salute.

Il Giappone ha un debito pubblico che è oltre il 200% del PIL. Però non scoppia per due motivi, cioè il mercato non ha paura e sottoscrive tranquillamente i titoli. Intanto hanno la banca centrale il che significa che il giorno in cui il Giappone si presentasse sui mercati a chiedere yen in prestito per rimborsare titoli in scadenza e non trovasse chi glieli presta allora stampa dei soldi, ci sarebbe l’inflazione ma vabbé.

E questo è il motivo per cui in Italia non ci sono state crisi finché non eravamo nell’euro. Anche se ad un certo punto è stato sancito il divorzio tra banca centrale e stato sennò i ministri aumentavano tanto la spesa pubblica per garantirsi l’elettorato. Inoltre c’è un altro elemento di protezione per il Giappone.

Il debito pubblico giapponese è integralmente nelle mani dei cittadini giapponesi per cui se lo stato non rimborsa titoli ai cittadini allora può mettere boh.

Siccome il 50% del nostro debito è in mano agli stranieri se lo stato italiano ha 100 euro di debito questo debito è tutto posseduto dagli italiani, allora se ha paura di non riuscirlo a pagare tutto allora mette imposte pari a 100.

Se invece il debito è per 50 detenuto da stranieri allora l’imposizione deve aumentare per 100 ma 50 non ritornano ai cittadini italiani.

I 100 tornano ai cittadini nel senso che rimborsano i titoli di stato. Se invece viceversa allora ai cittadini italiani torna solo la metà.

Quindi l’euro si deprezza rispetto allo yen ma non si deprezza rispetto al dollaro, come dire che il dollaro ha le stesse malattie dell’euro, gli stati uniti sono deboli quanto l’Europa.

Negli stati uniti le persone si spostano facilmente da uno stato ad un altro, qui non ci muoviamo con la stessa facilità all’interno dell’Europa, i movimenti migratori che potrebbero riequilibrare le varie economie non vengono fatti.

I tassi di interessi sui titoli di stato aumentano perché aumenta il rischio, e così la BCE abbassa i tassi di riferimento perché sui tassi del debito influiscono due forze, il rischio e i tassi di riferimento.

Le manovre di risanamento tipo aumentiamo l’imposizione fiscale. Per pagare il debito pubblico dobbiamo mettere tasse ma così l’economia cresce meno quindi un aumento di imposizione fiscale consente di pagare un po’ più di debito però l’economia rallenta e quindi le entrate fiscali dei periodi successivi saranno inferiori.

Per questo si parla di riforme strutturali tipo aumentare l’età pensionabile, se invece di mettere tasse lo facciamo lavorare di più allora le riforme strutturali significano provvedimenti che facciano sì che non si aumenti l’imposizione fiscale cioè si fanno aumentare le entrate non aumentando i tassi d’imposta con lo stesso livello di reddito ma facendo aumentare il reddito.

Qualche mese fa quando il debito pubblico ha mostrato le prime debolezze allora hanno fatto un documento in cui si diceva che il governo non poteva dormire ma doveva fare delle riforme, il sindacato voleva cambiare qualcosa a carico degli altri, Confindustria voleva cambiare qualcosa a carico dei primi.

La proposta di ora di Confindustria è quella di mettere un’imposta patrimoniale.

Siccome la Germania è molto basata sulle esportazioni allora se gli altri paesi d’Europa vanno in crisi infatti ora hanno una crescita circa pari a 0.

Ci si è chiesti se fosse giusto pagare i titoli del debito pubblico greco da parte dell’Europa e così c’è un problema di azzardo morale cioè se salviamo la Grecia allora in futuro i mercati sanno che gli conviene continuare ad acquistare titoli del debito pubblico dei paesi cicala che quindi continuano sempre di più ad indebitarsi.

Quindi la remora della Germania contro i salvataggi non è solo perché non vogliono pagare per altri ma è anche perché vedono in questo modo di procedere un incentivo a chi sottoscrive titoli dei paesi più indebitati e poi un po’ i tassi si alzano e quando vanno sul mercato tutti comprano titoli di stato greci perché hanno tassi più alti e pagheranno.

Azzardo morale come l’assicurazione per incendio cioè sono assicurato e mi preoccupo meno degli incendi.

Il renminbi cinese è una moneta che si rivaluterà secondo lui perché esistono dei certificati collegati al renminbi. Ci sono delle banche non cinesi che dicono se tu mi presti questi soldi io ti rendo questi soldi più la rivalutazione del renminbi e così non acquisti quella valuta ma è una scommessa se il renminbi si alzerà o no. Forse non si possono acquistare renminbi.

L’euro si potrebbe deprezzare perché andiamo male ma vanno male anche gli altri per cui non si deprezza.

In Grecia l’ipotesi di referendum è stata accantonata e Papandreu è stato accantonato a favore di Papademus.

Non aumentare le imposte, legge in due articoli (da domani si va in pensione a 70 anni, levare qualche festività fare in modo di non far creare i ponti.

Un default ordinato significa che il percorso è chiaro cioè le banche sanno che con la Grecia perdono il 50%, la Grecia per rimborsare comunque il 50% devono comunque sbattersi parecchio. Hanno speso molto in opere pubbliche, vanno in pensione tardi.

Sono abituati a fare la vita allegra e non hanno voglia di fare quei sacrifici che sono necessari per rendere l’altro 50% e diventare credibili da ora in poi. Quindi il primo ministro Papandreu ha detto di fare un referendum e poi è caduto perché era ovvio che avrebbero votato tutti contro.

A questo punto uscirebbero dall’euro la Grecia e l’Italia. Si sta già studiando la modalità per fare uscire la Grecia e l’Italia dall’euro oppure esce la Germania e l’euro diventa cattivo.

Quindi può succedere che Germania e Olanda e Finlandia si fanno una moneta loro oppure escono la Grecia, l’Italia e forse la Francia ognuno con la sua moneta oppure con una moneta comune. Appena si spacca allora la lira si svaluterebbe del 30%, la dracma del 70%.

L’ipotesi che dal fallimento disordinato della Grecia nasca un fallimento dell’Italia è abbastanza presa in considerazione, ma perché si istituisce questa relazione?

Chi ha titoli Grecia già si vede portare via la metà del valore. Falliscono le banche di quel paese, i titoli greci in portafoglio alle banche fanno fallire le banche se ne hanno tanti e poi fanno fallire anche lo stato perché lo stato deve cercare di evitare il fallimento delle banche.

Le banche italiane hanno 1,5 miliardo di titoli di debito pubblico greco, le tedesche 16, le francesi 11.

Quindi perché il fallimento disordinato della Grecia manda a gambe all’aria le banche italiane se ne abbiamo così pochi?

All’inizio i titoli greci rendevano un pochino di più dei titoli tedeschi allora le banche francesi e tedesche si sono riempite di titoli greci pensando che intanto non sarebbe fallita anche perché il fallimento di stati europei non era mai successo, c’è stata l’argentina, il sud est asiatico ma qui no.

Se le banche italiane fossero esposte verso le banche greche cioè avessero crediti o azioni di banche greche allora sarebbe comunque rischiosa la situazione italiana. Quindi nella seconda colonna della tabella c’è esposizione verso banche greche e bisogna fare la somma.

Il totale è che la Francia è esposta per 40 miliardi di euro, la Germania per 24 miliardi, l’Inghilterra per 10, gli USA per 5, l’Italia per 3. Non è una esposizione tale per cui se la Grecia va a bagno ci andiamo anche noi.

Il fatto è che se la Grecia fallisce disordinatamente viene fuori il panico nei confronti dei titoli di stato dei paesi cicala come l’Italia, è una diffusione della preoccupazione più che un vero nesso di causa effetto dal fallimento greco a quello italiano.

Il sistema bancario italiano è comunque solido, nel 2008-2009 nessuna banca italiana è fallita mentre tutti gli altri paesi hanno avuto default delle loro banche. Gli aiuti che ci hanno dato sono stati solo simbolici. Tutti i grandi gruppi bancari hanno ricapitalizzato chiedendo ai vecchi azionisti di sottoscrivere nuove azioni, quindi sono diventate più robuste.

Ma le banche italiane sono più cariche di titoli italiani ma sono più leggere di titoli greci e non hanno titoli strutturati tossici (il crollo 2008, istituzioni collegate prestavano soldi a famiglie che in realtà non avevano redditi sufficienti per pagare il mutuo, o meglio li avevano se i prezzi delle case continuavano a salire ma i prezzi delle case sono crollati e quindi non si riuscivano a pagare i crediti. I crediti li hanno tagliuzzati e hanno fatto dei titoli che sono tossici nel senso che in ogni titolo ci sono dei pezzi che sono già falliti.

Le banche italiane non ne avevano di questi.

Il motivo per cui le banche italiane si erano salvate dai guai erano perché erano poco evolute cioè prestavano soldi all’imprenditore dietro casa, avevano un business semplice. Ora è successo che le banche italiane hanno in pancia i titoli italiani che erano ritenuti validi e sicuri.

C’è un gran lavoro per non far fallire le banche, si vuole che abbiano un capitale molto elevato per poter garantire. Le banche italiane che possono titoli di stato italiani devono aumentare molto il capitale perché i titoli di stato valgono 80 adesso.

I titoli greci sono considerati titoli illiquidi cioè non si possono vendere e le perdite potenziali sui titoli greci non sono registrate sui bilanci, le perdite sui titoli italiani invece vengono registrate sui bilanci. E visto che le banche italiane hanno subito queste perdite allora si vuole che ricapitalizzino.

Non è facile andare a trovare il capitale in questo periodo in cui i tassi sono alti. Quindi le banche italiane sono molto incazzate, è stata introdotta una norma contabile che ha imposto alle banche di ricapitalizzare.