Il bisogno di finanziamento/investimento

Il bisogno di finanziamento/investimento, o bisogno di trasferimento di fondi nel tempo, è anche definito bisogno di mobilizzazione del risparmio: ci troviamo di fronte ad un soggetto che ha più risorse di quanto sia la sua necessità e ad un soggetto che non ne ha sufficienza, perciò queste si spostano dal primo al secondo. Per misurare chi domanda e chi offre risparmio bisogna introdurre alcuni concetti propri dello stato patrimoniale e del conto economico: la variabile stock e la variabile flusso.

Variabile stock: è la quantità di una certa variabile, di un certo bene, a una certa data.

Variabile flusso: è la variazione nella quantità di una certa variabile in un determinato arco temporale.

Lo stato patrimoniale di un qualsiasi individuo vede, all’attivo, lo stock di attività reali (AR) e di attività finanziarie (AF) che quel determinato soggetto ha ad una certa data. Il passivo di quello stesso soggetto è invece composto dalle sue passività finanziarie (PF), il cui stock può essere molto variegato a seconda del soggetto. Oltre al passivo, troviamo il patrimonio netto (PN) o mezzi propri, che ha natura residuale, ossia vale l’uguaglianza: attività – passività = netto.

Partendo dagli stock è possibile identificare soggetti di tipo diverso, che hanno effettuato determinate scelte fino a quel momento.

Se un soggetto ha attività finanziarie superiori alle passività finanziarie (AF>PF) è definito un soggetto con una posizione finanziaria creditoria netta, ossia, definendo la sua posizione a saldo, egli ha più crediti che debiti. Se, viceversa, le attività finanziarie sono inferiori alle passività finanziarie (AF<PF), siamo di fronte a un soggetto con una posizione finanziaria debitoria netta. La posizione finanziaria di un soggetto ci da informazioni circa il suo modo di porsi, in passato, a livello di mobilizzazione del risparmio, dal momento che gli stock sono il risultato di azioni precedenti.

Guardando lo stato patrimoniale, le attività finanziarie (AF) vengono definite ricchezza finanziaria lorda del soggetto in questione; si definisce invece ricchezza finanziaria netta dello stesso soggetto la differenza tra lo stock di attività finanziarie e lo stock di passività finanziarie. Quindi, se un soggetto ha una ricchezza finanziaria netta positiva sarà un soggetto con posizione finanziaria creditoria netta; viceversa, se un soggetto ha una ricchezza finanziaria netta negativa sarà un soggetto con posizione finanziaria debitoria netta.

Abbiamo quindi definito la posizione di un determinato soggetto in un determinato momento. Tuttavia, a partire da questo momento, al soggetto considerato cominceranno a presentarsi una serie di eventi, ossia una serie di variabili flusso, che andranno a modificare l’attuale stato patrimoniale. Tali variabili flusso sono:

– entrate correnti (Y): le possibili fonti di entrate correnti sono il reddito/salario/fatturato/tasse e imposte/ecc a seconda del soggetto che mi trovo di fronte;

– uscite correnti (C): le uscite correnti sono determinate da spese per consumi/costi di produzione/costi per erogazione di servizi pubblici/ecc, sempre a seconda del soggetto analizzato.

Si definisce risparmio (S) la differenza tra entrate correnti (Y) e uscite correnti (C).

Ovviamente, se le entrate correnti sono superiori alle uscite correnti (Y>C) avremo risparmio positivo; se invece le entrate correnti sono inferiori alle uscite correnti (Y<C) avremo risparmio negativo.

A questo punto, è interessante sapere come un soggetto andrà ad utilizzare, ad allocare il proprio risparmio. Normalmente, l’allocazione del risparmio è un’allocazione in competizione tra diversi possibili utilizzi. Innanzitutto, bisogna valutare se si ha la necessità di sostenere investimenti reali; successivamente si deciderà come allocare il risparmio residuo all’interno del sistema finanziario. Questa impostazione è in realtà una semplificazione: se all’interno del sistema finanziario si presentano opportunità particolarmente favorevoli, è possibile che un soggetto decida di rimandare un investimento reale per cogliere tali opportunità. Tuttavia, si tratta di uno schema valido a livello generale, che rispecchia la maggior parte delle situazioni che si verificano realmente.

Seguendo lo schema ipotizzato, il risparmio può essere in primo luogo allocato in investimenti in attività reali (I), che possono essere considerati anche come una variazione nello stock di attività reali di un determinato soggetto (D + AR).

Si definisce saldo finanziario (nella parte reale dell’economia) la differenza tra il risparmio e gli investimenti in attività reali: SF sfera reale = S – I (D+AR). Si possono verificare diverse situazioni:

– S>I ® SF>0: il soggetto avrà risorse da investire nel sistema finanziario. Un soggetto con saldo finanziario positivo è definito un soggetto con unità in surplus, o in avanza (US o UA)) di risorse finanziarie, il che significa che dalla sfera reale residuano risorse che il soggetto andrà ad allocare nel sistema finanziario (considerando che anche la moneta cartacea o metallica è uno strumento finanziario);

– S<I ® SF<0: il soggetto dovrà ricercare risorse nel sistema finanziario. Un soggetto con saldo finanziario negativo è definito un soggetto con unità in deficit, o in disavanzo, (UD) di risorse finanziarie.

Il primo gruppo offrirà risorse finanziarie al sistema, mentre il secondo gruppo le richiederà e il mercato degli intermediari finanziari avrà il compito di mettere questi due gruppi in contatto.

Ora vediamo come questi soggetti andranno ad operare sul mercato per bilanciare le proprie posizioni. Analizziamo innanzitutto i soggetti con risorse in surplus, ossia quei soggetti che possono decidere come allocare la proprie risorse in esubero all’interno del sistema finanziario. Tali risorse possono essere usate in molti modi: possono essere investite in azioni, possono essere semplicemente tenute in un conto corrente bancario, eccetera. In ogni caso, quelle risorse potranno essere utilizzate per incrementare il proprio stock di attività finanziarie (D+AF). Inoltre, i soggetti con risorse in surplus possono utilizzare queste ultime anche per un altro scopo, ossia per ridurre le proprie passività finanziarie (D-PF). Un soggetto può decidere se compiere una delle due azioni o entrambe, dal momento che una non esclude l’altra.

Analizziamo adesso i soggetti con risorse in deficit, ossia quei soggetti che hanno bisogno di trarre risorse dal sistema finanziario. Anche a questi soggetti si presentano due possibilità: in primo luogo, essi possono decidere di aumentare le proprie passività finanziarie (D+PF); in secondo luogo, se questi soggetti avevano assunto in passato una posizione che permettesse loro di avere attività finanziarie molto forti, essi potranno decidere di ridurre le proprie attività finanziarie (D-AF).

A questo punto, dopo aver valutato le azioni dei soggetti sul mercato finanziario, possiamo anche valutare il saldo finanziario dei singoli soggetti nella sfera finanziaria, e non più solo in quella reale. Si definisce saldo finanziario (nella parte finanziaria dell’economia) la differenza tra la variazione delle attività finanziarie e la variazione delle passività finanziarie: SF sfera finanziaria = DAF – DPF. Anche in questo caso, si possono verificare due diverse situazioni:

– DAF>DPF ® SF>0;

– DAF<DPF ® SF<0.

È importante osservare che quando si parla di saldo finanziario (sia nella parte reale sia nella parte finanziaria) si fa sempre riferimento a differenze tra flussi, cioè a differenze tra variazioni delle attività e/o delle passività.

Ora, l’ultima cosa da fare è eliminare la semplificazione che avevamo adottato in precedenza, ossia l’ipotesi che si agisca prima nella sfera reale e solo in seguito in quella finanziaria, sebbene abbiamo spiegato che si tratta di una semplificazione piuttosto realistica. Eliminando questa semplificazione, possiamo costruire un prospetto di fonti e usi di risorse:

– Fonti: S + D+PF + D-AF + D-AR;

– Usi: I (D+AR) + D+AF + D-PF

Se tutte queste variazioni sono note, a partire dallo stato patrimoniale iniziale, possiamo ricostruire lo stato patrimoniale finale (lo stato patrimoniale dopo un determinato periodo di tempo).

T0                                                                    T1

SP                                                                   SP

Attività          Passività                              Attività                      Passività

AR0                PF0                           AR1= AR0 + DAR        PF1 = PF0 + DPF

AF0                 PN0                           AF1 = AF0 + DAF           PN1 = PN0 + S

Come si può vedere dagli stati patrimoniali, la ricchezza netta dipende solo dal risparmio accumulato (ricchezza netta = patrimonio netto). È importante osservare che una ricchezza netta positiva non è indicatore di una ricchezza finanziaria positiva.