Introduzione all’economia degli intermediari finanziari

Il campo di analisi fondamentale del corso è il sistema finanziario.

Perché è importante? Migliora la gestione di entrate ed uscite di un Paese. Non fa parte della produttività reale, ma la sostiene. Il business finanziario in America è maggiore del business reale. Gli speculatori (“nell’economia di carta”) si oppongono agli imprenditori (“nell’economia delle cose”).

Il sistema finanziario è un attore importante della globalizzazione, in quanto il denaro è il fattore produttivo più rapidamente in spostamento.

Il sistema finanziario oggi ha sostituito la carta con l’informazione, grazie all’informatica. Può far fallire le imprese, delocalizzare le produzioni. La disciplina del mercato finanziario ha un impatto pesante sulle economie di imprese e di Paesi interi (crollo dei prezzi delle azioni, o deficit nelle bilance dei pagamenti). Può generare disoccupazione e recessione. I mercati finanziari si dice siano miopi: guardano soltanto all’utile del breve periodo (gli utili/dividendi sono valutati trimestralmente). Questo chiama in causa l’etica, infatti ultimamente sono nate le finanze/banche etiche; ciò non significa che finanzino esclusivamente le imprese che devolvono gli utili in beneficenza.

Gli scandali finanziari di “Parmalat, Cirio e Giacomelli in Italia ed Emron negli USA, ed il tracollo dello Stato in Argentina” (bancarotte fraudolente) sono problemi finanziari all’ordine del giorno. In questi dissesti sono spesso rimasti “impelagati” i risparmiatori. Sussiste dunque un problema di tutela. I controlli su questi comportamenti non funzionano. Il sistema finanziario deve avere una funzione di controllo del prestito: deve segnalare che l’impresa debitrice è una buona impresa, meritevole di credito. Questi controlli spesso falliscono mettendo a repentaglio il risparmio, che è, come vedremo, una variabile fondamentale (è la materia prima) del sistema finanziario. Il Parlamento italiano ha introdotto per questo una normativa con 2 scopi:

  1. riformare il sistema di vigilanza
  2. tutelare il risparmio

Si tratta della legge sulla “tutela del risparmio”, sebbene per ora non sia ancora stato fatto nulla di concreto: sono state elaborate decine di versioni della normativa, ma non si è mai giunti ad una versione definitiva, che comprenda un meccanismo sanzionatorio efficace. C’è oggi una crisi di sfiducia nel sistema finanziario, che ha fermato quel settore del mercato finanziario che era costituito dalle obbligazioni emesse dalle imprese private: i corporate bonds. Concetti: crisi finanziarie, bolle speculative, crisi della borsa, crisi bancarie, eccetera.

Il sistema finanziario pare aumentare il rischio delle crisi, che, vista la globalizzazione, si propagano rapidamente: parliamo “dell’effetto contagio: se tutto va bene va benissimo, se tutto va male va malissimo”. È un “effetto leva”. Se va in crisi una piccola impresa, quell’impresa chiude e finisce tutto lì, se va in crisi una piccola banca può generare un impatto negativo su tutto il sistema.

Il mercato dei cambi è una parte del sistema finanziario. Oggi siamo di fronte ad un’eccessiva valutazione dell’euro che rischia di penalizzare le esportazioni. Parleremo molto poco del mercato dei cambi in questa sede. In realtà non esistono ragioni per le quali l’euro sia forte: è il dollaro ad essere anormalmente debole, perché l’offerta di dollari è > della domanda di dollari (ricordiamo gli squilibri nelle bilance dei pagamenti ed in quella commerciale dal corso di macroeconomia). Il buco mostruoso è nel rapporto import-export: non è un problema di scarsa competitività, visto che l’economia americana è in crescita, mentre il resto del mondo è in recessione. Questo diverso tasso di crescita genera lo squilibrio americano, che viene in grandissima parte compensato/finanziato da un saldo nei movimenti di capitali largamente positivo. I capitali affluiscono in America dai paesi esteri, che investono in dollari in America e detengono dollari come riserve valutarie. Uno dei rischi di cui si discute è che questi grandi creditori (es.: Cina) comincino a vendere/disinvestire dollari, diversificando le proprie riserve valutarie.

Basilea 2: è un elemento normativo che si teme possa avere effetti negativi sull’accesso al credito soprattutto per le piccole e medie imprese.

C’è una critica rivolta nei confronti del presidente della Banca Centrale d’Italia di fare del protezionismo.