La redditività

La redditività è la capacità della gestione, più o meno intensa di remunerare i fattori produttivi impiegati. I ricavi devono essere in grado di remunerare i fattori con continuità nel tempo. E’ la capacità di remunerare congruamente il capitale di rischio dopo aver coperto coi ricavi i costi di utilizzo dei fattori impiegati e aver destinato parte dell’utile al pagamento delle imposte.

LA VITALITÀ ECONOMICA DELL’IMPRESA

La redditività, in quanto stabilizzata attitudine a produrre reddito, determina la durabilità dell’impresa come unità produttiva distinta da vitalità economica. La vitalità economica si può intendere come la condizione che contraddistingue l’impresa quando si configurano le relazioni positive tra redditività, economicità della gestione, durabilità e autonomia di impresa. La vitalità economica dell’impresa è quindi un quadro di relazione positivo.

Il reddito è il risultato economico determinato redigendo il bilancio secondo il principio della prudenza. Se è positivo segnala un utile che può essere distribuito ai portatori di capitale di rischio a titolo di remunerazione e/o accantonato a riserva; se è negativo segnala una perdita che ha eroso il capitale proprio. Il reddito del periodo considerato nel suo valore assoluto non dice nulla sulla ripetibilità dei risultati né tanto meno sull’effettiva redditività. Le configurazioni di reddito sono risultati economici di costi e ricavi di specifiche aree di gestione, capaci di fornire informazioni utili per capire meglio i meccanismi di formazione del reddito e la sua solidità e ripetibilità del tempo. Al fine dello studio delle configurazioni di reddito si possono identificare le seguenti aree di gestione:

  • Caratteristica/tipica/operativa comprende l’insieme delle operazioni che identificano l’oggetto caratterizzante l’attività economica realizzata dall’azienda . E’ l’attività in funzione della quale l‟impresa è stata costituita.
  • Extracaratteristica/atipica/straordinaria comprende attività non caratteristiche, ovvero riguarda l’investimento di disponibilità monetarie generate dalla gestione per esempio in investimenti mobiliari o finanziari a medio lungo termine. Si sostengono proventi e oneri che integrano il risultato economico. Se non arreca beneficio posso dismetterla senza cessare l’attività economica principale. Alcune imprese come gli operatori della grande distribuzione, svolgono un attività che genera sistematicamente disponibilità liquide. Questo denaro può essere impiegato in investimenti in titoli, che generano ricavi extracaratteristici.
  • Finanziaria risulta strumentale alle altre gestioni perché è collegata alla copertura del fabbisogno finanziario e di investimento della liquidità temporaneamente disponibile. Riguarda l’insieme delle operazioni di acquisizione, rimborso e remunerazione del capitale di debito, di realizzi di attività finanziare a breve (esempio conti correnti attivi che generano interessi attivi).
  • Straordinaria operazioni di manifestazione non corrente, accadimenti eccezionali tributaria sono l’insieme delle operazioni con cui l’impresa procede all’accertamento e alla liquidazione delle imposte.

 

CONTO ECONOMICO A VALORE E COSTO DELLA PRODUZIONE OTTENUTA

VALORE PRODUZIONE CARATTERISTICA

+ Ricavi di vendita

+ Variazione Rimanenze prodotti

+ Produzione a Uso interno [COSTO PRODUZIONE CARATTERISTICA]

+ Costo acquisto Materie Prime

– Variazione Rimanenze Materie Prime

+ Costo dei servizi

+ Salari e stipendi

+ Accantonamento Fondo TFR

+ Accantonamenti ai Fondi Rischi

+ Ammortamenti

= Reddito Operativo caratteristico

+ Ricavi extra-caratteristici

– Costi extra-caratteristici

Reddito Operativo globale

Oneri finanziari

+ Proventi finanziari

= Reddito Ordinario o Corrente

+ Proventi straordinari

Oneri straordinari

= Reddito Lordo, prima delle imposte

Oneri tributari

= Reddito netto 

Possiamo quindi individuare le determinanti del Reddito Netto. Con riferimento alla sua formazione il reddito netto dipende:

  • dal reddito operativo caratteristico
  • dalle modalità di finanziamento (se ci sono molti debiti, ci saranno molti oneri finanziari)
  • dalle integrazioni e dagli assorbimenti delle aree extracaratteristica e straordinaria
  • dal livello della fiscalità

CONTO ECONOMICO A VALORE E COSTO DELLA PRODUZIONE VENDUTA

Evidenzia diverse configurazioni di considerando la produzione venduta e non la produzione ad uso interno: se al valore della produzione tolgo la produzione interna trovo il valore della produzione destinata alla vendita. Togliendo le rimanenze trovo il costo della produzione venduta del periodo.

VALORE DEL VENDUTO.

+ Ricavi di vendita

[COSTO DEL VENDUTO.]

+ Costo acquisto Materie Prime

– Variazione Rimanenze Materie Prime

– Variazione Rimanenze Prodotti

+ Costo dei servizi

+ Salari e stipendi

+ Accantonamento Fondo TFR

+ Accantonamenti ai Fondi Rischi

+ Ammortamenti

– Produzione ad uso interno

= Reddito Operativo caratteristico

+ Ricavi extra – caratteristici

Costi extra – caratteristici

= Reddito Operativo globale

Oneri finanziari

+ Proventi finanziari

= Reddito Ordinario o Corrente

+ Proventi straordinari

Oneri straordinari

= Reddito Lordo, prima delle imposte

Oneri tributari

= Reddito netto 

IL VALORE AGGIUNTO è un ulteriore risultato economico intermedio, importante per l‟esame della formazione del reddito. Rispetto alla sua formazione il valore aggiunto può essere definito come la differenza tra il valore della produzione caratteristica del periodo e il costo dei materiali e dei servizi acquistati esternamente e utilizzati nel periodo, impiegando le capacità produttive e il personale dell’impresa. Il valore aggiunto è il valore creato dall’impresa grazie alle sue capacità interne che aggiunge ai beni e servizi acquistati esternamente, ottenendo un prodotto finito a cui il mercato riconosce un valore superiore a quello dei fattori impiegati: la differenza tra i due valori è il valore aggiunto.

Valore Aggiunto = Valore della produzione – valore e materiali acquisiti esternamente

Rispetto alla sua destinazione, il valore aggiunto è il valore a disposizione dell’impresa per coprire:  

  • il costo del lavoro
  • gli ammortamenti e gli accantonamenti ai fondi rischi
  • gli oneri finanziari
  • gli oneri tributari

E residuare l’utile (o la perdita). Questa rappresentazione aiuta a comprendere quali sono le dinamiche migliori per accrescere la redditività. Un aumento dimensionale dei grafico a torta rappresenta un aumento di utile, ma può essere solo figurativo, perché aumentano anche i costi. L’area è si più grande, ma di quanto aumenta l’utile rispetto ai nuovi costi? Si sfrutta il valore aggiunto per le scelte di convenienza.

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

VALORE PRODUZIONE CARATTERISTICA

+ Ricavi di vendita

+ Variazione rimanenze prodotti

+ Produzione ad Uso interno

[COSTO UTILIZZO MATERIE E SERVIZI ESTERNI]

– Costo acquisto Materie Prime

– Variazione Rimanenze Materie Prime

Costo dei servizi (qui vanno i fitti passivi)

= Valore aggiunto caratteristico

– Salari e stipendi

– Accantonamento Fondo TFR

= Margine operativo lordo

– Accantonamenti ai Fondi Rischi

– Ammortamenti

= Reddito Operativo caratteristico

+ Ricavi extra-caratteristici

Costi extra-caratteristici

= Reddito Operativo globale

Oneri finanziari

+ Proventi finanziari

= Reddito Ordinario o Corrente

+ Proventi straordinari

Oneri straordinari

= Reddito Lordo, prima delle imposte

Oneri tributari

= Reddito netto 

Il valore aggiunto è indicatore fattori acquisiti esternamente costo del lavoro valori soggetti a valutazioni.

  • Del grado di integrazione verticale dell’impresa, ovvero quanto l’impresa produce internamente e quanto acquisisce dall’esterno, da dove parte il processo produttivo (se da materie prime o semilavorati per esempio) e quanti fasi percorre (si vendono semilavorati o prodotti finiti partendo dalle materie prime?). Più è elevato il grado di integrazione verticale, maggiore risulta il valore aggiunto. Tuttavia questo non vuol dire una maggiore redditività: può essere conveniente o no produrre una o più fasi. Occorrono valutazioni di make or buy per individuare la scelta più redditizia.
  • Del livello di produttività delle operazioni realizzate. Produrre, impiegando la stessa quantità di materie prime un prodotto standard e uno customizzato non è la stessa cosa. Il prodotto personalizzato ha un maggiore valore d’uso per il cliente, quindi potrà essere venduto a un prezzo maggiore: a parità di materiali impiegati c’è un maggiore valore aggiunto.