Le strategie di sviluppo qualitativo
La Piccola Impresa sceglie di restare piccola e vitale come strategia.
Strategie di sviluppo qualitativo: scelte per far sopravvivere la PICCOLA IMPRESA minacciata da dinamiche ambientali, per rimuovere cause di vulnerabilità.
- Strategie di rafforzamento: LA SPECIALIZZAZIONE/concentrazione su una/poche fasi di un complesso processo produttivo o su uno o pochi prodotti, su un dato tipo di: clienti, servizi, tecnologia, rende la Piccola Impresa dipendente da essi; l’offerta delle Piccole Imprese deve avere caratteristiche di: unicità, differenziazione a fronte di bisogni specifici. La dipendenza è fonte di vulnerabilità/ricchezza se la Piccola Impresa sa rendersi insostituibile. Dal rapporto che genera dipendenza bisogna trarre occasioni di sviluppo qualitativo.
- Strategie di innovazione quali: i percorsi imprenditoriali e sentieri di sviluppo non comportanti crescita ed accomunati da variabile organizzativa (ad esempio nuove forme organizzative della produzione tramite relazioni cooperative con altre imprese); i rapporti interaziendali (reti, alleanze, accordi collaborativi) comportanti revisione dell’organizzazione interna, adattamento reciproco e coordinamento.
Network interni rapporti all’interno delle strutture organizzative, rapporti fra imprese dello stesso gruppo, dello stesso soggetto economico. |
Network esterni rapporti fra aziende che non hanno lo stesso soggetto economico |
Network informali non formalizzati da strumenti di coordinamento consentono condivisione risorse invisibili (con uso tecnologico telematiche) |
Network formali formalizzati da regole di coordinamento su tutta la struttura |
Relazioni cooperative fra imprese: finalizzate alla ricerca di vantaggi competitivi. Si realizzano mettendo in comune risorse e competenze complementari nel loro impiego e condividendo gli obiettivi.
Relazioni Cooperative di tipo verticale: Ogni impresa svolge una o più attività della catena del valore accomunando i risultati (divisione del lavoro; specializzazione, competenze distintive)
Relazioni Cooperative di tipo orizzontale/collaterale: Alcune attività della catena del valore sono svolte in comune (redistribuzione dell’investimento e del rischio, no divisione del lavoro; si condivisione del progetto)
Forme rapporti interaziendali :Relazioni bilaterali fra 2 soggetti; Relazioni/alleanze oltre confine di tipo orizzontale: tra imprese prima non collegate NETWORK in senso proprio = più relazioni formatesi nel tempo tra più imprese per realizzare obiettivi condivisi (RETE ESTERNA) quando un’impresa guida promuove relazioni bilaterali con imprese terze e assume un comportamento proattivo per gestirle come sistema in cui l’insieme contribuisce a realizzare gli obiettivi; Relazioni lineari della catena del valore tra imprese già collegate da rapporti cliente/fornitore. Relazioni di interdipendenza assimilabili all’integrazione verticale. La cooperazione è più orientata al mercato. Obiettivi di efficienza. E’ presente un’impresa guida. Esempio: reti di subfornitura, reti di affiliazione; Relazioni con imprese capofila
Forma giuridica: contratto (accordi di subfornitura, di distribuzione, di marketing, scambi di tecnologia); partecipazioni di minoranza (non equity), compartecipazioni in società (modello equity, joint venture)
Lorenzoni distingue fra rapporti interaziendali:
- La COSTELLAZIONE INFORMALE
- La COSTELLAZIONE PREORDINATA
- La COSTELLAZIONE PIANIFICATA
PROBLEMATICHE ORGANIZZATIVE DI GOVERNO DEI RAPPORTI INTERAZIENDALI
KILLING (1990) MODELLO DI ANALISI DEI FATTORI DI COMPLESSITA’ ORGANIZZATIVA. Per comprendere la reciproca compatibilità, per eliminare i fattori di congruenza, quali: numero degli associati; ruolo svolto; difficoltà interpersonali; adattamenti e modifiche organizzative; intensità delle interazioni/livello di fiducia.
GRANDORI (1989) – Serve una logica negoziale che garantisca efficienza dell’accordo di cooperazione
Network orizzontali diretti a innovazioni produttive: organo di governo condiviso; pochi associati; direttore generale; suddivisione attività; controllo separato; prerogative manageriali all’impresa dominante.
Vertici aziendali: VALUTAZIONE COERENZA STRATEGICA TRA LE PARTI
Quadri: VALUTAZIONE COERENZA OPERATIVA
NIEDERKOFLER (1991)
- La negoziazione deve coinvolgere i quadri
- Si deve prevedere il tempo per sviluppare un piano di azione
- L’interazione va limitata a quanto necessario rispetto agli obiettivi
- Persone “ad hoc” devono svolgere funzioni di raccordo
- La gestione dell’accordo deve essere sempre flessibile
Obiettivi dei rapporti interaziendali accedere a risorse esterne per obiettivi difensivi, proattivi, di consolidamento. Sono un’alternativa allo sviluppo per linee interne, una manovra rapida
OBIETTIVI DIFENSIVI: riduzione del rischio e riduzione dei condizionamenti di settore
OBIETTIVI PROATTIVI: sviluppo di sinergie; aumento efficienza produttiva; innovazione tecnologica; ampliamento dello spazio competitivo; consolidamento del potere di mercato
I rapporti interaziendali nei percorsi strategici delle piccole imprese – I network esterni = reti di relazione per la crescita qualitativa delle piccole imprese, per apprendere con l’esperienza. Diversi gradi di intensità delle relazioni: massimo ruolo di impresa guida; media relazioni diadiche tra partner simili; minima relazioni con medie e Grandi Impresa.
A) IMPRESA GUIDA DELLA COSTELLAZIONE (rapporti verticali – settori maturi/frammentati). Caratteristiche:
- Disegno strategico innovativo
- Elevato profilo delle capacità di interfaccia e di marketing
- Esternalizzazione di fasi
- Capacità di coordinamento delle competenze interne/esterne
- Scelta di crescita resa più agevole (minore impegno finanziario
- Tempestività; flessibilità; minore vulnerabilità).
B) PICCOLA IMPRESA CENTRALE NELLE RELAZIONI ORIZZONTALI (settori correlati; prodotti con complementarietà d’uso)
collaborazioni per ricorrere a risorse esterne e per sviluppare vantaggi competitivi e guadagnare presenza sui mercati. Posizione di centralità: ottenuta associandosi con altre imprese e creando un network che consente di utilizzare i punti di forza dei partner (attività della catena del valore) Esempio: alleanze per attività di Ricerca e Sviluppo, tra imprese di settori correlati per sviluppare nuove tech, per gestione approvvigionamenti, per gestione attività di distribuzione.
C) LA PICCOLA IMPRESA PERIFERICA NELLE RELAZIONI ORIZZONTALI – Partecipa ad una rete di relazioni orizzontali
CONSORZIO: Contratto con cui più imprenditori costituiscono un’organizzazione comune per la disciplina o lo svolgimento di attività della catena del valore di più imprese per ottenere sinergie e rafforzare i vantaggi competitivi.
Il consorzio svolge il ruolo di unità centrale e di coordinamento e regola l’accesso al network: capacità e autorità organizzative proprie è creato spesso per effetto di interventi legislativi e agevolativi (finanziari)
LA PICCOLA IMPRESA NEI RAPPORTI DIADICI segnalano la capacità di intrattenere rapporti che non generano però un sistema di relazioni ove svolgere un ruolo attivo e centrale. IMPORTANTI sotto il profilo strategico sono spesso l’unico mezzo per rafforzare la Piccola Impresa nelle aree funzionali critiche (esempio: produzione)
LA PICCOLA IMPRESA SUPERSPECIALIZZATA In prodotti tecnologici per clienti con esigenze specifiche. Servono: input innovativi dall’esterno (Know-how esterno); accordi per facilitare il processo di intermediazione commerciale; se basate su nuove tecnologie, know-how esterno(spin off) e accordi con imprese concorrenti.
I network interni come modalità di crescita delle Piccole Imprese – Identificati nella variabile organizzativa dei rapporti tra unità produttive di una impresa. Fenomeno osservato in origine nei gruppi industriali di imprese di grandi dimensioni in cui diversi complessi economico – produttivi hanno identità giuridica ma sono controllati da uno stesso soggetto societario (separazione giuridica e decisionale). Fenomeno delle reti interne, quando l’impresa, anche piccola, resta indivisa ma attua un cambiamento organizzativo per sostituire il controllo gerarchico – verticale con quello di tipo reticolare tra unità differenziate e dotate di autonomia.
Esigenze di autonomia verso esigenze di integrazione.