Legge fornero superata? ecco chi va in pensione nel 2026

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Legge fornero superata? ecco chi va in pensione nel 2026

Solo chi soddisfa requisiti precisi potrà accedere alle nuove formule: almeno 25 anni di contributi e assegno minimo da 1.620 euro. La legge Fornero cambia davvero? Ecco chi potrà andare in pensione prima.

MONETA,
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Con l’avvicinarsi del 2026, si torna a parlare con insistenza della possibile uscita di scena della legge Fornero. Secondo molte voci, potrebbero aprirsi nuove opportunità di pensionamento anticipato per numerosi lavoratori che, in assenza di novità legislative, avrebbero dovuto attendere altri 2-3 anni per lasciare il lavoro.

Ma la realtà, come spesso accade quando si parla di previdenza, è più sfumata: la legge Fornero non verrà cancellata del tutto, ma affiancata – e in alcuni casi superata – da nuove misure che potrebbero offrire più flessibilità.

La legge Fornero resta… ma non per tutti

Nel 2026 le regole della legge Fornero resteranno valide come base normativa generale. Questo significa che:

  • Per la pensione di vecchiaia continueranno a servire 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.

  • Per la pensione anticipata ordinaria, si manterranno i requisiti di:

    • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini

    • 41 anni e 10 mesi per le donne

Tuttavia, accanto a questi requisiti, potrebbero affiancarsi nuove modalità di uscita più flessibili, rivolte a categorie più ampie di lavoratori.

Quota 89 e pensione a 64 anni: la novità più attesa

Una delle ipotesi più discusse è l’introduzione della cosiddetta “Quota 89”, ovvero la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 25 anni di contributi, senza limiti di categoria.

Attualmente, la pensione anticipata a 64 anni è riservata solo a chi ha cominciato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995. Ma con le nuove regole, questa uscita anticipata diventerebbe accessibile a molti più lavoratori.

Requisiti chiave per la pensione a 64 anni:

  • Almeno 25 anni di contributi

  • Un assegno pensionistico non inferiore a tre volte l’assegno sociale (circa 1.620 euro lordi al mese)

Chi non raggiunge questa soglia potrà ricorrere a due soluzioni alternative:

  1. Attivare una rendita da fondo pensione integrativo

  2. Convertire il TFR in una rendita mensile, rinunciando alla liquidazione in un’unica soluzione

Quota 41 flessibile: uscita a 62 anni con penalizzazione ridotta

Un altro cambiamento rilevante riguarda la possibile introduzione di una Quota 41 flessibile. Secondo questo schema, chi nel 2026 avrà:

  • 62 anni di età

  • 41 anni di contributi

potrà andare in pensione in anticipo, accettando una penalizzazione lineare del 2% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia ordinaria.

Esempio di penalizzazione:

  • Pensione a 66 anni → taglio del 2%

  • Pensione a 65 anni → taglio del 4%

  • Pensione a 62 anni → taglio massimo del 10%

Questa modalità sarebbe molto meno penalizzante rispetto al ricalcolo contributivo completo, che può ridurre l’importo fino al 30%.

Cosa cambia davvero nel 2026

Se le nuove misure verranno confermate nella prossima legge di bilancio, molti lavoratori potranno accedere alla pensione con almeno 2 o 3 anni di anticipo rispetto alle regole attuali, e senza subire penalizzazioni eccessive.

Le due misure più attese:

  1. Pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi e assegno adeguato

  2. Quota 41 flessibile, con uscita dai 62 anni e penalizzazione contenuta

La legge Fornero non verrà completamente eliminata, ma potrebbe essere affiancata da strumenti più flessibili pensati per adattarsi alle diverse situazioni lavorative.
Il 2026 potrebbe rappresentare un vero punto di svolta per chi si avvicina alla pensione: non per tutti, ma per molti.

Chi potrà beneficiare davvero delle nuove misure?
Dipenderà da età, anni di contributi e importo della pensione maturata. Per questo è fondamentale verificare la propria situazione previdenziale, anche con il supporto di un patronato o di un consulente.