Domande

Mi parli del Roe. 

È un parametro sintetico di valutazione della gestione: determina la redditività del capitale proprio. ROE = Ro / K * K / N * Rn / Ro = Rn / N. Il ROE quindi dipende: dalla redditività del capitale investito (ROI); dal grado di copertura del capitale investito con il capitale proprio; dal grado di partecipazione della gestione extracaratteristica alla formazione di Rn.

Riclassificazione investimenti. 

Gli investimenti sono classificati in base ai seguenti parametri: causa, sia essa mediata o immediata; grado di necessità: la distinzione tra investimenti strategici e non strategici è riferita alla causa; oggetto: è il bene che durante la sua vita utile soddisfa al meglio l’esigenza di ottenere profitti; durata: deve essere considerato il tempo di recupero, che tende a contrarsi progressivamente; specifiche tecniche e tecnologiche; decisore (decision maker): è il soggetto preposto alla scelta del miglior progetto d’investimento; preventivo temporale delle entrate e delle uscite monetarie originate dall’investimento; comportamento della concorrenza: implica operazioni di benchmark; previsioni macroeconomiche nel breve e medio termine (max 5 anni); volumi massimi di produzione; entità del capitale d’esercizio necessario per la produzione dei volumi previsti; sequenza temporale degli investimenti per il completamento del layout tecnico; tempi di costruzione, messa in opera e set-up degli impianti; elenco dei potenziali fornitori; tipo di cliente (consumatore finale o impresa). Da tali requisiti si può ottenere una prima distinzione organica degli investimenti: investimento di primo impianto: effettuato all’inizio dell’attività. Vincola le scelte future; investimento di espansione: effettuato durante la fase di crescita dell’impresa. Permette la dilatazione dell’area di mercato nonché l’aumento della capacità produttiva e della redditività; investimento di sostituzione: giustificato dalla sopraggiunta necessità di rinnovo degli impianti. Consente di mantenere livelli quantitativi e qualitativi adeguati (produttività ottimale); investimento di ammodernamento: fa riferimento all’obsolescenza ed alla necessità di colmare il gap nei confronti della concorrenza in termini di economicità e produttività.

Metodo del tempo di recupero, pay back.

Attraverso questo semplice metodo, assai diffuso nelle aziende, è possibile calcolare il tempo di recupero, ovvero l’istante dal quale il saldo di cassa rimane sempre positivo (entrate monetarie > uscite monetarie), senza considerare la componente finanziaria. In altre parole, viene effettuata una ponderazione temporale considerando la vita utile dell’immobilizzazione, in riferimento al saldo di cassa. Tempo di recupero = esborso iniziale / introito periodico stimato. In sintesi, i pregi di questo metodo risiedono nella semplicità dei calcoli e dei confronti. Più è lungo il tempo di recupero, più l’investimento è rischioso o incerto. A parità di esborso iniziale, tra due investimenti alternativi è preferibile scegliere quello con il tempo di recupero inferiore. Tuttavia nell’operare la scelta viene trascurata una componente significativa quale è la redditività effettiva dei singoli progetti di investimento.

Tir

L’obiettivo del TIR è individuare la redditività interna del progetto interpolando i flussi di cassa  FC attualizzati al tempo 0. In pratica deve essere calcolato un tasso di interesse i, da confrontare con il rendimento percentuale di un investimento a basso rischio o comunque con il costo del capitale, ponendo VAN = 0.     VAN = ∑t[Fc * 1 / (1 + i)alla t]  = 0. Il progetto analizzato può essere intrapreso se i = TIR > 0. Comunque il TIR viene confrontato con un tasso di redditività atteso scelto discrezionalmente dal decision maker: in alternativa i deve essere maggiore del saggio di rendimento medio offerto dal mercato per altri investimenti o del costo medio del capitale. Tra due o più progetti di investimento, si intraprende quello con TIR maggiore. Solomon ritiene che: nel calcolo dei flussi di cassa in entrata debba essere escluso l’introito relativo alla dismissione dell’immobilizzazione giunta alla fine della vita utile (al contrario l’ammortamento partecipa alla formazione del reddito lordo); come tasso di riferimento debba essere utilizzato il costo medio del capitale; il VAN rimane il criterio cardine di scelta dell’investimento (è lo stesso orientamento di Hertz).

I flussi di cassa

Le entrate e le uscite monetarie considerate nei preventivi devono essere effettive, e per questo motivo non devono essere considerati i piani di ammortamento, i eventuali deprezzamenti nonché gli oneri finanziari. Si definisce cash flow dell’investimento la somma tra l’utile generato e le quote di ammortamento, così come esposti nel Conto economico. Gli oneri finanziari sono sovente trascurati nel calcolo della convenienza in quanto: nella maggior parte dei casi non è possibile stabilire una relazione diretta tra fonte di finanziamento e impiego di capitale; nella valutazione degli investimenti si usano metodi finanziari che per semplicità nei calcoli non considerano gli oneri di tale natura; le fonti interne eventualmente utilizzate non hanno costi effettivi. Gli oneri tributari rivestono importanza solo quando le diverse opzioni di investimento presentano diverse aliquote di imposizione degli utili, altrimenti possono essere esclusi dai calcoli. La realizzazione di utili genera reputazione: la crescita di valore agli occhi del mercato significa conquistare la fiducia degli investitori, che attribuiscono giudizi sotto forma di rating. Un’impresa affidabile e redditizia riesce a procurarsi capitali alle migliori condizioni. La fiducia quindi è un elemento importante nelle scelte di investimento; rileva anche nella valutazioni macroeconomiche del PIL. Per la sua misurazione, sono stati elaborati indicatori a supporto dell’attività dei decision maker. La fiducia rientra anche nel campo dell’intermediazione finanziaria: le banche concedono fidi variabili da soggetto a soggetto.

Parallelo fra tir e costo del capitale

Se è noto l’ammontare dell’utile netto e del capitale investito, ponendo EVA = 0 si può calcolare il TIR, che risulta pari al costo del capitale i. Quando il rendimento è pari al costo opportunità del capitale, il TIR e l’EVA sono pari a 0. Il TIR è una percentuale e ignora la dimensione dell’impresa, mentre l’EVA considera l’ammontare di capitale impiegato e la ricchezza addizionale generata. Un numero sempre maggiore di imprese calcola l’EVA e lega ad esso la remunerazione del management in base alla sua performance.

Programmazione degli investimenti

L’obiettivo dell’impresa non è solo la produzione di beni o servizi, ma anche la valorizzazione e remunerazione del capitale di rischio e di credito. Il primo è conferito dai soci e non garantisce una remunerazione sicura; il secondo viene apportato da terzi finanziatori ed è remunerato da un saggio d’interesse. A seconda della data di trasformazione in forma liquida, il capitale si può distinguere in fisso (investimenti in stock) e circolante (investimenti in flussi); entrambi contribuiscono all’acquisto degli input ed alla produzione degli output. Il momento monetario è dato dalle spese sostenute per l’acquisto di input, il momento economico dalle entrate derivanti dal fatturato. Nella scelta del migliore progetto di investimento, in impresa sono effettuati calcoli di:  convenienza economica; convenienza decisionale, strettamente connessa alla convenienza economica. I calcoli di convenienza economica costituiscono un ampio insieme di procedure di valutazione di potenziali eventi economici, a supporto del processo decisionale. Le misurazioni sono effettuate in termini monetari: le decisioni producono effetti che possono essere stimati in modo oggettivo, sulla base di parametri quali le modalità di acquisizione ed impiego strategico delle risorse aziendali. Elementi endogeni hanno effetto su costi, ricavi, fonti di finanziamento, e di conseguenza sull’utile monetario del singolo progetto (contributo alla redditività aziendale). Gli elementi esogeni sono riferiti al calcolo del rischio. Nell’ambito del processo decisionale l’impresa utilizza tutti i dati in suo possesso. L’informazione, sia essa riferita a competenze esterne o interne, è una risorsa scarsa; il suo valore si misura in termini di efficacia ed efficienza. In altre parole, l’azienda può acquisire report realizzati da società specializzate in analisi di mercato, ovvero può sfruttare le esperienze maturate negli anni. I principali input provengono dai fornitori, dalla clientela, dalle istituzioni, dagli istituti bancari, dal mercato e dall’ambiente in senso lato, ma la presenza della dimensione umana può determinare sensibili distorsioni informative. L’obiettivo dell’impresa è la razionalità economica: organizzare i dati per analizzarli correttamente, in modo da assumere decisioni il più possibile adeguate.

Analisi di sensitività

In quale modo il criterio di scelta influenza il calcolo di convenienza? Per rispondere a questo interrogativo si può effettuare l’analisi di sensitività, ossia la misurazione delle variazioni monetarie nei fattori a seconda del metodo di scelta adottato. In questo ambito, per ottenere risultati attendibili, risulta fondamentale stabilire con precisione la durata dell’investimento e l’ammontare dei flussi di cassa. Quindi si studia la successione degli eventi futuri riferita a precise scale probabilistiche (pur soggette a miglioramento), valutando la rispondenza dell’informazione che emerge dal calcolo di convenienza. Def di rischio e incertezza. Modi di considerare l’incertezza da parte del decision maker. La formazione delle decisioni può aver luogo in circostanze diverse: conoscenza perfetta, tecnicamente denominata certezza deterministica o certezza tout court; conoscenza imperfetta, che può assumere due configurazioni: certezza probabilistica o rischio misurabile e incertezza, stabile o instabile. Certezza: condizione d’informazione perfetta nella quale per ogni situazione esiste uno e un solo corso di eventi che è pure noto nei suoi effetti. Certezza probabilistica: situazione in cui ciascuna azione può dare luogo a una serie di conseguenze alternative o composite. Rischio: è la potenzialità stessa di un evento sfavorevole che potrebbe verificarsi in una situazione conoscitiva caratterizzata da una quantità e qualità di informazioni tale da consentire la stima revisionale della distribuzione di frequenza degli eventi significativi, quella della gravità dell’evento e quella dei conseguenti danni in termini di perdite o totali. Molto importante è la previsione, che trasforma l’incertezza in una conoscenza capace di neutralizzare l’azzardo o il rischio. Incertezza: assenza o carenza di informazioni rispetto ad una futura situazione di un sistema, si ha Incertezza quando i dati interni disponibili sono troppo scarsi o del tutto mancanti per costruire le distribuzioni di probabilità con un margine attendibile accettabile. Incertezza stabile: quando si può presumere l’esistenza di probabilità che pur non essendo note possono essere stimate ricorrendo alla sperimentazione e all’inferenza statistica in modo da ricondurre il grado di informazione a un livello di certezza probabilistica. Incertezza instabile: quando non solo mancano le informazioni sulle conseguenze di una data linea di azione, ma non è nemmeno ipotizzabile la loro applicazione a determinati casi o eventi. Strumenti per fronteggiare rischio e incertezza: trattamento della durata temporale dell’investimento, ossia assumere un orizzonte finito, una data finale oltre la quale tutti gli sviluppi previsti si considerano semplicemente trascurabili. Tecniche di fronteggiamento e di neutralizzazione: raggiungere una maggiore accuratezza nelle previsioni, applicare uno sconto per il rischio. Analisi di sensitività. Analisi del rischio.