Truffe telefoniche in aumento: attenzione al prefisso +49

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Truffe telefoniche in aumento: attenzione al prefisso +49

Le telefonate fraudolente sono sempre più comuni, con false promesse di lavoro, premi inesistenti e persino inganni sentimentali. Tuttavia, ci sono strategie efficaci per identificare questi tentativi di frode e proteggersi al meglio.

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Gli inganni telefonici e il prefisso +49

Le truffe telefoniche stanno aumentando e un trend emergente è quello delle chiamate provenienti dal prefisso +49, che appartiene alla Germania. Queste telefonate si presentano spesso come offerte di lavoro allettanti o annunci di vincite straordinarie, ma possono anche nascondere tentativi di inganno sentimentale. Alcuni truffatori, per esempio, si limitano a fare uno squillo per indurre la vittima a richiamare, causando così costi elevati. Altri potrebbero proporre lavori fittizi o guadagni facili, mentre in alcuni casi si sviluppano relazioni emotive fasulle per poi richiedere denaro alle vittime. Questo fenomeno, già noto dai primi mesi del 2025, continua a mietere vittime ignare sfruttando il desiderio umano di opportunità migliori.

Chiamate con prefisso italiano e il rischio vishing

In Italia, le truffe telefoniche non sono meno sofisticate. La Polizia Postale ha lanciato l’allarme lo scorso marzo, segnalando stratagemmi che mirano a superare la naturale diffidenza verso numeri esteri, utilizzando contatti familiari e numerazioni con prefisso +39. Una trappola comune è quella che riguarda il “curriculum”: rispondendo alla chiamata di un numero apparentemente italiano, la vittima viene invitata a intraprendere una conversazione riguardante un’offerta di lavoro inesistente. Parallelamente si sta diffondendo il vishing, evoluzione del phishing, che sfrutta la voce per carpire informazioni sensibili. Spesso, il contatto iniziale avviene tramite email o SMS, non per cliccare su un link, ma per indurre a chiamare un numero manipolato da finti operatori bancari o automatizzati, allo scopo di estorcere dati finanziari.

Frodi sottili e inganni tramite bollette

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Un’altra categoria è quella delle cosiddette “truffe per manipolazione del pagatore”, che si verifica quando i truffatori convincono la vittima dell’autenticità di circostanze fasulle. Un esempio è il caso in cui degli imprenditori sono stati contattati da criminali che si spacciavano per funzionari governativi, come il ministro della Difesa Guido Crosetto, chiedendo fondi per risolvere urgenti “questioni di Stato”. Simili truffe si legano anche alla sfera delle bollette; molti consumatori ricevono chiamate ingannevoli da presunti funzionari regionali o addetti all’ARERA, promettendo risparmi su bollette di luce e gas tramite false promozioni tariffarie. Qui, l’intento è quello di raccogliere dati bancari promettendo rimborsi inesistenti, manovra spesso segnalata e denunciata da Federconsumatori.

Strategie di autodifesa: prevenire per non contare le perdite

Come ci si può proteggere? La chiave è mantenere un alto livello di vigilanza. Evitare di comunicare dati personali attraverso messaggi, email o telefonate di dubbia provenienza è essenziale. Gli utenti devono anche dotare i propri dispositivi di adeguate protezioni antivirus e anti-malware, ed evitare di cliccare su link o aprire allegati senza verificare l’autenticità della comunicazione ricevuta. Utilizzare filtri anti-spam e ignorare telefonate da numeri sospetti, specialmente se con prefisso estero, sono ulteriori misure di sicurezza importanti. Infine, è fondamentale segnalare alle autorità competenti, come la Polizia Postale, qualsiasi tentativo di truffa, utilizzando le piattaforme apposite per le segnalazioni online.