TFR usato per anticipare la pensione: cambia tutto

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

TFR usato per anticipare la pensione: cambia tutto

Il trattamento di fine rapporto, comunemente utilizzato per sogni personali o progetti familiari come l’acquisto di una casa, prende ora una nuova direzione con la riforma delle pensioni. Questo cambiamento ridisegna il futuro di molti lavoratori desiderosi di ritirarsi prima del tempo tradizionale.

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Il TFR per aprire la porta del pensionamento anticipato

Recenti dichiarazioni del sottosegretario Claudio Durigon hanno suscitato grande interesse, in particolar modo per il ruolo innovativo del TFR nella nuova riforma pensionistica. Secondo Durigon, il “liquidare” potrà essere utilizzato come mezzo per accelerare il proprio percorso verso la pensione. Questa strategia sarà integrata nella legge di Bilancio, prestando particolare attenzione alla pensione anticipata contributiva, rivolta a chi ha iniziato la propria storia contributiva dopo il 31 dicembre 1995. Non bastano soltanto 64 anni di età e 20 anni di contributi per usufruire di questa opzione: l’assegno deve infatti raggiungere almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale. Quali sono dunque gli effetti di queste novità sui lavoratori di oggi?

L’importanza della previdenza complementare

Per semplificare un processo già di per sé complesso, è stata introdotta una svolta significativa quest’anno. I lavoratori con un profilo di contributivi puri possono ora accedere alla pensione anticipata, beneficiando anche della rendita maturata attraverso fondi pensione integrativi. La fusione tra previdenza obbligatoria e complementare offre così una corsia preferenziale verso il pensionamento. Sommando la rendita INPS alla rendita dei fondi pensione, il risultato è un avvicinamento più rapido alla soglia di tre volte l’assegno sociale. Non sorprende quindi l’idea di veicolare anche il TFR in questi fondi, rafforzando la rendita complessiva e agevolando il raggiungimento degli obiettivi previdenziali.

Il cambiamento dei requisiti d’uscita

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“Ecco la possibilità di utilizzare la liquidazione per raggiungere la pensione minima,” afferma Durigon, segnalando un possibile cambiamento di paradigma. Le indiscrezioni suggeriscono che oltre ai contributivi puri, anche i lavoratori con carriere miste potrebbero beneficiare di questo programma. La novità promette di permettere a chi ha iniziato a contribuire prima del 1996 di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, optando per un pensionamento a 64 anni con almeno 25 anni di contributi. Tale svolta non è obbligatoria, mantenendo il TFR su una scelta di destinazione volontaria. Di fronte a questo bivio, i lavoratori dovranno decidere se proseguire fino a 67 anni, ricevendo il TFR interamente, o ritirarsi a 64 anni utilizzando il TFR per soddisfare i requisiti pensionistici.

Una visione stabile per il futuro

Durigon ha ulteriormente rassicurato i lavoratori, confermando l’intenzione del governo di bloccare l’imminente aumento dell’età pensionabile, portando una stabilità necessaria per chi deve prepararsi al futuro. Con il quadro legislativo in sospeso a 67 anni invece che 67 anni e 3 mesi, chi deve progettare il proprio piano previdenziale avrà maggiore certezza. Questo contesto in evoluzione mostra come filosofia e struttura della pensione italiana stiano radicalmente cambiando: le nuove regole promettono opportunità uniche, ma richiedono un’attenta considerazione da parte dei lavoratori per navigare verso un futuro sereno.