Legge 104 e pensione: i permessi non penalizzano i conti

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Legge 104 e pensione: i permessi non penalizzano i conti

I tre giorni al mese per assistere un familiare con disabilità sono coperti da contributi figurativi e non riducono l’importo della pensione.

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Un supporto prezioso senza rischi per la pensione

I permessi previsti dalla Legge 104 offrono ai lavoratori la possibilità di prendersi fino a tre giorni al mese per assistere i propri cari con gravi disabilità. Cosa succede, però, in termini di pensione? Sorprendentemente, questi giorni di assenza non interrompono il flusso contributivo del lavoratore. Si contano, infatti, come periodi di contribuzione figurativa, garantendo la continuità del calcolo dei contributi necessari per il pensionamento, sia esso di vecchiaia o anticipato.

Questa generosa normativa assicura che né l’anzianità contributiva né l’importo delle pensioni future siano penalizzati. Anzi, ogni giorno di permesso viene considerato come se fosse stato lavorato normalmente, offrendo una completa copertura contributiva senza limitazioni. In poche parole, godere di questi permessi non incide negativamente sul trattamento pensionistico, mantenendo la tutela previdenziale del lavoratore integra.

Congedo straordinario: un’opportunità con limiti imposti

Quando si parla di congedo straordinario, che può durare fino a due anni durante l’intera vita lavorativa, il contesto cambia leggermente. Secondo la circolare Inps numero 26 del 30 gennaio 2025, l’articolo 42 del D.lgs. numero 151 del 2001 stabilisce che alcune categorie di lavoratori possono usufruire, entro trenta giorni dalla richiesta, del congedo per assistere persone con disabilità grave, accertata ai sensi della Legge 104.

Durante il congedo, è prevista un’indennità pari all’ultima retribuzione percepita, limitata alle voci fisse e continuative del salario. Questo periodo è coperto da contribuzione figurativa, ma solo fino a un massimo annuo di 43.579,06 euro (importo aggiornato annualmente in base all’indice Istat dei prezzi al consumo). Per il 2025, l’Inps ha fissato un massimale di 57.038,00 euro. Quindi, se il compenso durante il congedo supera questo limite, i contributi figurativi non terranno conto dell’eccedenza. Per chiarimenti ulteriori, consultare il sito dell’Inps o rivolgersi a un Caf o Patronato può essere utile, tenendo conto delle particolari situazioni personali.

Navigare nel complesso mondo previdenziale

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Alla luce di tutto ciò, è evidente che la Legge 104 e il congedo straordinario offrono strumenti importanti per bilanciare la vita lavorativa con le necessità familiari. Tuttavia, come in un delicato gioco di equilibrio, è fondamentale essere ben informati sui limiti e sui vantaggi di queste assenze retribuite. Mentre i permessi 104 rappresentano un’opportunità senza rischi per l’accumulo pensionistico, il congedo straordinario richiede un’attenzione particolare ai massimali economici imposti.

In conclusione, conoscere i dettagli legislativi può aiutare a pianificare un futuro previdenziale sicuro e coprire le esigenze immediate. E come sempre, quando si tratta di previdenza sociale, il consiglio degli esperti è valorizzare le risorse informative disponibili per gestire al meglio le proprie scelte lavorative e previdenziali.