Un sistema economico integrato

Il territorio

Fernand Braudel applica un modello di sviluppo economico unitario definito “economia mondo”: esso presuppone, all’interno dello spazio territoriale, un’autosufficienza sostanziale nel soddisfacimento dei bisogni e una domanda di beni e manufatti qualitativamente differenziata (esigenze diversa a seconda delle classi sociali); come conseguenza il territorio così individuato afferma la mancanza di convenienza economica nell’effettuare scambi con altre realtà. Questo tipo di modello presenta inoltre un allargamento della dimensione territoriale – economica comprendente anche paesi dell’Africa settentrionale.

Poli urbani di sviluppo e mercati

Sempre secondo il teorico francese, grazie all’azione trainante di alcuni centri urbani (“poli”) si attua un’azione di spinta e di aggregazione di vari settori dell’economia. Fino alla metà del ‘400, accanto allo sviluppo tessile, vi sono i traffici commerciali; si può parlare di capitalismo commerciale, consistente “nell’interporsi del mercante tra produttore e consumatore”. I mercanti sono dotati di cospicui mezzi finanziari e di credito oltre che di competenze merceologiche e tecniche, sia in campo commerciale sia in campo giuridico e contabile. Si vedono emergere due punti di riferimento per i traffici commerciali, il primo si identifica nelle città italiane del Mediterraneo (Repubbliche marinare) specializzate nel commercio con l’Oriente (spezie, cereali); il secondo nei centri portuali del mar Baltico riuniti nell’Ansa germanica (Anversa). I fattori politici contingenti contribuiscono a complicare preesistenti equilibri socio-economici. Anversa fu una delle sedi delle prime Borse merci operanti sui mercati internazionali.

Merci, vie e mezzi di trasporto

Per tutto il ‘400 i settori economici importanti riguardavano gli scambi commerciali e le produzioni tessili. I traffici marittimi riguardano anche merci ingombranti come il frumento, il sale ed il legname. Per altri beni ad alto valore unitario e di minore ingombro, le fiere internazionali sono per lungo tempo punto di incontro. Le vie terrestri non sono certo agevoli, all’interno dell’Europa vi è pure una forte presenza di fiumi e canali con non pochi ostacoli (dazi, pedaggi, costosi trasbordi); la via preferita rimane quindi il mare, che permette un trasporto rischioso, ma meno costoso.

Il lento formarsi di un efficiente mercato monetario

Tra i diritti tradizionalmente riservati al fisco, vi è quello di battere moneta, considerata il simbolo della sovranità, infatti la zecca è una fonte fondamentale di entrate e speculazioni finanziarie da parte del fisco stesso. L’unica moneta che circola effettivamente, nell’Alto Medioevo, è il denaro d’argento. L’oro è usato come mezzo di pagamento, ma non sotto forma di moneta, bensì oggettistica (valutazione a peso). I secoli fino al XI sono caratterizzati dai “mezzi limite” di pagamento (definiti così da Frederic Mauro): l’autoconsumo che comprende lo scambio di beni ed è presente nelle campagne e nelle economie chiuse; il baratto, effettuato sui mercati regionali e internazionali; i consumi gratuiti, all’epoca assai più diffusi, anche per l’opera della chiesa (utilizzazione dell’acqua).

Dalla metà del XIII secolo, la moneta penetra nella vita economica, come alcuni storici sostengono, la prima moneta d’oro importante è il Genovino. La formazione di un mercato monetario è stata tuttavia ritardata dalla insufficiente quantità di metalli preziosi monetabili in circolazione. L’oro e l’argento servono per la fabbricazione di gioielli e tesori della chiesa.

Dopo la metà del secolo, il sistema bimetallico dell’Europa si irrobustisce. Le ricerche di nuovi giacimenti diventano più fruttuose, si perfeziona l’applicazione di alcuni nuovi accorgimenti tecnici che caratterizzano l’attività estrattiva del periodo.

Le quantità aumentano: per l’argento grazie al migliore sfruttamento delle risorse tedesche, austriache e ungheresi; per l’oro per l’azione dei portoghesi e per i primi viaggi di Colombo. Ancora poco, tuttavia, di fronte alle sempre maggiori necessità del sistema economico dell’Europa.

Risulta un Europa con molte monete che esperisce tentativi di dare stabilità al mercato internazionale del denaro. Più difficile risulta, per il XV secolo, una valutazione della velocità di circolazione della massa monetaria. Il ‘400 rappresenta un periodo di adattamento del sistema economico europeo.

I mercanti-banchieri: i primi strumenti e le istituzioni del credito

Nel quadro del sistema feudale la mancanza di capitali mobiliari e monetari  non è sentita in misura rilevante, ma, in concomitanza con lo sviluppo sempre maggiore dei commerci si cerca di ovviare a questa carenza. L’esercizio del credito rimane tuttavia non regolamentato e spesso illegale e gli alti tassi (30-40%) impediscono ai mercanti e agli artigiani di procurarsi i capitali. La clientela di questi banchieri-usurai è all’inizio costituita da gente bisognosa di denaro per l’acquisto di beni di consumo.

Il ‘400 risente ancora della Chiesa che considera immorale ogni forma di trasferimento oneroso del danaro. È vista con sospetto anche la lettera di cambio; se ne limita la liceità solo al caso in cui sia tratta su un’altra piazza ed in una moneta diversa da quella del traente (l’interesse viene occultato all’interno del tasso di cambio).

Protagonisti sono i mercanti-banchieri cioè soggetti economici non specializzati che aprono conti correnti e ricevono depositi.

Venezia, Genova, Barcellona, ma specialmente la Toscana testimoniano un fiorire di attività in questo settore ed il progressivo perfezionarsi di strumenti creditizi e delle tecniche ad essi connesse. Una delle più antiche istituzioni creditizie pubbliche è il Banco di San Giorgio fondato nel 1408 a Genova.

Caratterizza la metà del XV secolo il diffondersi del credito su pegno, gestito dai Monti di Pietà con finalità prevalentemente assistenziali. Si tratta di una istituzione prettamente italiana che ha il suo maggiore punto di forza nei bassi tassi di interesse richiesti. Il capitale è il risultato di fonti proprie di entrata, non onerose; solo un secolo più tardi alcuni di essi iniziano a raccogliere depositi, ma per un lungo periodo senza corrispondere alcun interesse.