Premessa

Il bilancio nell’azienda composta pubblica riveste connotazioni e modalità di redazione profondamente differenti da quelle che assume nel campo dell’azienda-impresa. Differenti sono infatti i fini che si perseguono con i due modelli di contabilità (economica e finanziaria) e di conseguenza differenti risultano essere i due documenti di sintesi dei sistemi contabili (bilancio economico e bilancio finanziario). Nelle aziende composte pubbliche le rilevazioni amministrative considerano prevalentemente l’aspetto finanziario delle operazioni di gestione trascurando quello economico, che invece è il cardine sul quale si sviluppano le rilevazioni delle aziende-imprese. Così nelle aziende-imprese, che hanno scopo di lucro, il “bilancio” è il documento di sintesi che rappresenta i risultati economico-patrimoniali della gestione di un determinato arco temporale, che in genere coincide con l’anno solare, mentre nelle aziende composte pubbliche il “bilancio” è un documento programmatorio preventivo nel quale l’azienda sviluppa in un quadro organico e complessivo l’attività che intende svolgere e le fonti di finanziamento a cui attingere per soddisfare le esigenze proprie e della collettività di riferimento.

Il sistema contabile dell’ente locale, in particolare, ha subito negli ultimi anni profonde innovazioni. Il bilancio è diventato, nei fatti e non solo nelle intenzioni, un vero strumento di controllo della gestione e un mezzo per programmare e pianificare l’attività.

L’obiettivo del legislatore sembra essere quello di superare il concetto di contabilità come semplice adempimento amministrativo: il Decreto legislativo numero 77/95 prevede infatti che il nuovo ordinamento contabile consenta di superare i limiti che il bilancio pubblico presentava in passato e cioè:

  • Mancanza di connessioni con la struttura organizzativa e con la programmazione.
  • Mancanza di confronto tra previsione e risultati con la conseguenza di avere scarsa conoscenza delle conseguenze dei diversi modelli di gestione.