La riclassificazione del conto economico

La riclassificazione del Conto economico consente di evidenziare la scissione tra gestione caratteristica ed extracaratteristica (atipica, finanziaria e straordinaria). È possibile ottenere: un Conto economico a costo del venduto e  un Conto economico a valore aggiunto.

Tra le due soluzioni, si ritiene più significativa la seconda, in quanto il valore aggiunto è un ottimo indicatore delle dimensioni dell’azienda.  Un’impresa ad alto valore aggiunto è orientata alla filosofia make: acquista all’esterno solo i fattori essenziali, che poi provvede a trasformare autonomamente per ottenere gli input produttivi. Tale approccio implica una bassa flessibilità produttiva, in quanto l’impresa tenderà ad avere un elevato numero di immobilizzazioni tecniche, come impianti, attrezzature, fabbricati e simili.  Viceversa un’impresa a basso valore aggiunto adotta un approccio buy, ossia preferisce acquistare all’esterno la maggioranza degli input per essere più flessibile dal punto di vista produttivo e per sostenere minori investimenti in immobilizzazioni tecniche. Il valore aggiunto copre il costo del lavoro, gli investimenti, l’eventuale deficit derivante dalla gestione atipica, finanziaria e straordinaria.  In questo ambito, assume particolare importanza la certificazione di qualità dell’impresa (ISO), in quanto può essere utilizzata come leva di marketing. La certificazione può essere richiesta per la revisione della struttura organizzativa interna; può essere obbligatoria per legge, ad esempio per consentire alle imprese di partecipare a determinate gare di appalto.

Conto economico a valore aggiunto

Dopo avere riclassificato il Conto economico civilistico, è possibile introdurre l’analisi degli indici economici, patrimoniali e finanziari.

Analisi della situazione finanziaria dell’impresa

I margini e gli indici sono indicatori sintetici di equilibrio patrimoniale e finanziario nell’ambito dell’analisi di bilancio. Impieghi: F, C, K. Fonti: N dove impieghi F, p e p dove impieghi C, e poi K. Li = liquidità immediate, Ld = liquidità differite, R = rimanenze e scorte, p = passività correnti, p = passività consolidate, N = capitale proprio, F = immobilizzazioni nette (immobilizzazioni al netto dei fondi ammortamento), V = fatturato

Capitale investito = K = (Fi + Fm + Ff) + (Rd + Ld + Li) = F + C

Capitale acquisito = K = N + p + p