Elementi di contabilità nazionale

Il PNL (prodotto nazionale lordo) esprime tutto quello che si produce in un Paese. Se lo si desidera misurare, dovrebbe corrispondere al reddito del Paese inteso come reddito dei residenti; esso misura la ricchezza, ossia la possibilità di spesa dei residenti, fermo restando che quell’aggregato discende da tutte le attività produttive che si svolgono nel Paese. + produzione = + reddito  + benessere. Il PNL misura il valore di tutto quello che viene prodotto nel Paese per soddisfare il consumo (C), l’investimento (I), la domanda pubblica (G) e la domanda proveniente dall’estero (EX), al netto della richiesta del Paese nei confronti dell’estero (IM). Il PNL risulta come somma dei valori aggiunti incorporati nelle infinite unità di prodotto domandate, e prodotte, nel Paese. E un’ identità vista nel medesimo modo da chi produce e da chi richiede.

Si riferisce la produzione e il reddito ai soli residenti. Il PNL contiene anche gli ammortamenti, rappresentati dalla quota annua di deprezzamento dei beni strumentali. PNL – ammortamenti = PNN: Il PNN (prodotto nazionale netto) esprime il reddito realmente disponibile nel Paese. Nel PNL si parla di quantità e valori certi, mentre se si considerano gli ammortamenti si parla di valori non certi o soggettivi. PNL — ammortamenti ± trasferimenti unilaterali. I trasferimenti unilaterali sono i trasferimenti che provengono dall’estero a beneficio del Paese (in questo caso si aggiungono) e i trasferimenti a beneficio dei Paesi esteri (da sottrarre), non a fronte di operazioni finanziarie ma nella forma di redditi disponibili provenienti dall’estero, o diretti all’estero, ma senza contropartita. Nei trasferimenti unilaterali rientrano tipicamente:

  • le pensioni e i sussidi erogati da Paesi esteri a residenti nazionali;
  • i danni di guerra;
  • gli aiuti internazionali (che rappresentano la quota più consistente).

I prestiti erogati dal FMI e dalla WB non sono aiuti umanitari, ossia non costituiscono trasferimenti unilaterali. PNL — ammortamenti ± trasferimenti unilaterali — imposte indirette. Dal PNL vengono sottratte anche le imposte indirette perché il prodotto nazionale lordo è calcolato su prezzi finali (prezzi alla vendita). Un altro indicatore è il PIL (prodotto interno lordo) che misura solo i redditi generati da attività produttive nel Paese. La differenza tra PIL e PNL risiede nei redditi netti provenienti dal resto del Mondo. Tuttavia la misura più rappresentativa del reddito di un Paese è il PNL. Y=C+I+G+EX-IM La differenza tra esportazioni e importazioni (EX — IM) corrisponde al CA, il corrent account o saldo di conto corrente che rappresenta il saldo della bilancia commerciale (avanzo o disavanzo commerciale).

  • Se EX> IM = avanzo commerciale
  • Se EX < IM = disavanzo commerciale

Nel caso di disavanzo la differenza EX — IM è negativa ed è necessario finanziare il deficit, ricorrendo alle diverse forme di prestiti internazionali: tutto ciò implica una forma di indebitamento con l’estero. Il CA permette di valutare la ricchezza estera di un Paese, cioè le risorse che il Paese trae dall’estero; dunque la ricchezza estera varierà sulla base del saldo di conto corrente. In un’ economia chiusa, senza l’intervento pubblico:

  1. Y=C+I
  2. Y=C+S

Sulla base della (1), dal lato della produzione, il reddito è costituito dalla somma dei beni di consumo e di investimento. Sulla base della (2), dal lato della condizione di spesa ovvero con riferimento alle decisioni dei consumatori, il reddito è destinato al consumo e al risparmio. Nell’impostazione keynesiana è la domanda che crea l’offerta. I consumi C nella (1) e nella (2) per forza coincidono: i beni di consumo sono tali in quanto domandati dai consumatori; in caso contrario rappresentano investimenti in scorte o beni di investimento.

I consumatori per definizione sono sempre soddisfatti: i consumatori sono sempre in equilibrio, sostengono una spesa per beni di consumo che desiderano effettivamente sostenere. I soggetti si trovano in equilibrio sia come consumatori che come risparmiatori. Il risparmio (S) è una grandezza residuale. Poiché il reddito Y nella (1) e nella (2) deve essere coincidente, così come i consumi C nella (1) e nella (2) sono uguali, ne deriva che ex post I = 5.

Gli investimenti effettuati nel periodo di tempo considerato sono rappresentati da beni di investimento acquisitati dalle imprese e da investimenti in scorte, al netto dei disinvestimenti in scorte. I expost = S expost Se le decisioni ex ante di investimento fossero eventualmente uguali alle decisioni di risparmio ex ante si avrà che non solo i consumatori consumano quello che desiderano ma anche i produttori sono in equilibrio. Tuttavia anche ex post la situazione è di equilibrio, cioè I 5. L’equilibrio può quindi essere ex ante ma è sempre ex post. Inserendo la spesa pubblica in un’ economia chiusa:

3. Y=C+I+G

4. Y=C+S+T 

La (3) si riferisce al lato della produzione; la (4) al lato della spesa. Nella (4) le tasse T rappresentano il reddito percepito dallo Stato. L’ipotesi più semplice è che la spesa pubblica coincida con il prelievo fiscale, ossia la spesa pubblica è finanziata solo con l’imposizione. La presenza dello Stato non è distorsiva.

  • Y = C + I + G
  • Y=C+S+T

Le possibilità di investimento, prevalente costituito da beni capitali, sono possibili  esclusivamente in base a quello che i consumatori decidono, ossia i beni di investimento sono finanziati dal risparmio dei consumatori. Un Paese che non risparmia non cresce perché non può produrre. L’ innovazione tecnologica è un motore di sviluppo perché consente di produrre di più con le medesime risorse. Il secondo motore di crescita è rappresentato dall’ aumento della popolazione (non è vera la regola malthusiana).

Il terzo motore della crescita è l’accumulazione del capitale: un Paese deve essere in grado di accumulare risorse per l’acquisto di nuovi beni strumentali che permettono la produzione e quindi la crescita. In un sistema chiuso l’accumulazione di capitale è condizionato dalle decisioni di risparmio, ovvero dipende esclusivamente dalle decisioni di consumo dei soggetti. In quest’ottica il risparmio è un “bene” perché senza di esso non si potrebbe andare avanti. In un’ economia aperta il risparmio è uguale all’investimento più il saldo di conto corrente.

 5. Y=C+G+I+EX-IM

 6. Y=C+T+S

Da cui:

6a. S=I+CA

6b. I=S—CA

In economia aperta le condizioni di investimento di un Paese non dipendono più esclusivamente dai consumatori ma dipendono anche dagli scambi con l’estero, attraverso una serie di strumenti e politiche commerciali. Le possibilità di investimento di un Paese possono essere finanziate dal risparmio del Paese stesso e dalla situazione del saldo della bilancia commerciale, ossia dallo stato dei rapporti commerciali con l’estero. Se EX > IM —> I < S in quanto S è diminuito di una quantità positiva.

Laddove il Paese sia un forte esportatore la produzione destinata all’accrescimento di beni capitali viene sacrificata mentre un Paese fortemente importatore ha delle possibilità di investimento maggiori ma deve pagare le esportazioni attingendo all’indebitamento con l’estero. A prescindere dai prezzi relativi, può essere una buona politica importare beni strumentali e indebitarsi con l’estero, purché l’indebitamento sia funzionale all’acquisto di beni strumentali, permettendo in tal modo il raggiungimento dell’equilibrio e la crescita, con la possibilità di restituire il debito contratto. Tuttavia è necessario verificare che gli investimenti siano effettivamente rivolti alla produzione permettendo così la crescita. Si potrebbe ipotizzare un risparmio pubblico, ossia una quantità di imposte superiore alla spesa pubblica. A livello teorico il risparmio può essere scisso in risparmio privato (Sp) e pubblico (Sg)

7. S=SP+SG

8. Sp=Y—T—C

9. Sg=T-G

Sp è una quantità residuale: è la parte di reddito, che dopo il prelievo fiscale, non è stata consumata.

10. S = Y—C—G = (Y—T—C)+(T—G)

da cui si dimostra (togliendo e aggiungendo T): S = Sp + Sg

Riprendendo la (6a): S = I + CA da cui Sp + Sg = I + CA da cui Sp = I + CA — Sg

11. Sp = I+(EX—IM)—(T—G)  oppure

12. Sp = I+(EX—IM)+(G—T)

Nella (11) la differenza (T — G) rappresenta il risparmio pubblico, mentre nella (12) la differenza (G —T) esprime il disavanzo pubblico. In entrambi i casi si rappresenta un sistema aperto in cui è stato esplicitato il ruolo dello Stato. Ne deriva che il risparmio disponibile per il Paese in condizione di equilibrio si distribuisce su tre componenti: investimento, saldo della bilancia commerciale e risparmio (disavanzo) pubblico.

 Nel caso di disavanzo pubblico questo deve essere compensato da un avanzo in conto corrente per mantenere stabile l’investimento; se le due grandezze sono uguali l’investimento rimane, cioè se lo Stato risparmia consente un avanzo di conto corrente. Al contrario, se lo Stato è in disavanzo, a parità di altre condizioni, si deve accompagnare da un saldo negativo di conto corrente. In altre parole, prescindendo dai tassi di cambio, le possibilità di investimento sono limitate dalla presenza di un avanzo commerciale e sono aumentate dalla presenza di un avanzo pubblico; infatti se le esportazioni sono maggiori delle importazioni le possibilità di investimento si riducono ma in presenza di un avanzo pubblico di pari importo questo svantaggio è compensato.

Viceversa, in caso di disavanzo pubblico si riducono le possibilità di investimento ma ciò può essere compensato da un disavanzo di conto corrente. Se lo Stato è in deficit si deve finanziare, ad esempio emettendo titoli del debito pubblico, rastrellando risparmio privato, diminuendo così il risparmio disponibile per gli investimenti. Se il Paese importa più di quanto esporta, contrae prestiti con l’estero e in questo modo il sistema produttivo recupera da quello che lo Stato ha sottratto attingendo dal risparmio di altri Paesi.

Un meccanismo di questo genere esiste se entrambe le forme di indebitamento, di titoli privati e pubblici (delle imprese e dello Stato), sono possibili; consente di mantenere un certo livello di investimento e di farlo crescere. Si andrà incontro ad una recessione quando le imprese nazionali hanno difficoltà ad attingere ai capitali esteri e lo Stato non è più in grado di collocare i titoli del debito pubblico; generalmente i due fenomeni procedono in parallelo in quanto un elevato debito pubblico fa diminuire l’affidabilità nei confronti dell’estero. L’investimento dipende però anche dalla remunerazione dell’investimento stesso.

Per sostenere l’investimento delle imprese con degli incentivi statali lo Stato dovrebbe aumentare le tasse. Aumentare l’imposizione fiscale sulle famiglie significa diminuire il reddito ma anche il consumo e il risparmio. A sua volta, abbassare il consumo significa indurre i produttori a percepire una prospettiva di vendite più contenute. Da una parte si creano le condizioni per nuovi investimenti, ma dall’ altra i produttori decideranno di non intraprendere nuove attività.

Questa percezione dei produttori è definita da Keynes animai spirit. È possibile quindi che gli incentivi vadano utilizzati solo parzialmente dalle imprese e verranno prelevate ulteriori imposte: agendo in questa direzione si peggiora la situazione. Si innesca il fenomeno del clima di fiducia: questo fenomeno descrive l’atteggiamento delle famiglie riguardo le condizioni attuali e future di reddito. La domanda può contrarsi di più rispetto alle previsioni prospettate perché le famiglie non spendono anche quando possono perché si immaginano un peggioramento della situazione. Ad esempio, una sbagliata politica di incentivi provoca una diminuzione dell’indice del clima di fiducia della famiglie. Tutte le valutazioni sono effettuate in assenza di cambi o in regime di cambi fissi. Nel momento in cui entrano in gioco i tassi di cambio queste valutazioni devono tenere conto della variabilità del tasso di cambio, fenomeno di non poca importanza.